Fiorentina, alle origini di Nico Gonzalez: “Stava per smettere, poi…”
Mattia Zupo 23 Giugno 2021Intervista a Rodrigo Lista, il primo allenatore del nuovo acquisto viola

In quel periodo fu determinante il sostegno della sua famiglia e dell’allora allenatore Fernando Batista, con cui nel 2019 ha poi vinto i Giochi Panamericani con la nazionale argentina sub20. “I suoi genitori sono sempre stati presenti e questo è da sottolineare perché ha vissuto anche delle stagioni in cui giocava meno. Ma la svolta nel suo percorso è stato Gabriel Heinze, l’allenatore che lo ha fatto debuttare direttamente in Prima Squadra senza giocare una partita nella squadra Reserva: lo ha schierato anche da punta e Nico lo ha ripagato della fiducia con il gol della promozione nei minuti finali della gara contro il Gimnasia de Jujui. Il merito più grande rimane comunque il suo perché non si è mai arreso”.
Un rinforzo per qualsiasi allenatore
Dopo l’addio di Gattuso, la Fiorentina lo ha acquistato a prescindere da chi siederà in panchina. 27 milioni totali nelle casse dello Stoccarda per l’acquisto più oneroso della storia del club viola. “Con me giocava esterno sinistro e credo sia il suo ruolo. Ha doti offensive ma lo vedrei bene anche in un 3-5-2 perché atleticamente è in grado di fare tutta la fascia. È forte in attacco, ma è un generoso e questo nel calcio italiano credo che sia importante. Sin da bambino è sempre stato forte di testa, la capacità di saltare con i tempi giusti l’ha sempre avuta”. E lo sta dimostrando anche in Copa América, visto che è il secondo giocatore per duelli aerei vinti dopo il colombiano Yerry Mina, anche se tra i due ci sono 15 cm di differenza.

Doti tecniche e atletiche, ma Lista sottolinea anche l’aspetto caratteriale: “Mi è sempre piaciuta la sua personalità, sin da bambino è sempre stato molto competitivo, nelle partite più difficili dava sempre qualcosa in più. Continuo a vedere queste qualità col passare del tempo, come quando ha esordito nelle qualificazioni a Qatar 2022 e sembrava un giocatore con 50 partite alle spalle nonostante stesse giocando da terzino sinistro”.
Qualità tecnica e forza fisica allenate nel settore giovanile del Bicho: “La domenica giocava nel baby futbol all’Argentinos Juniors e il sabato lo portavo insieme ai suoi compagni al Club Agronomia. Da noi i bambini il sabato giocano in spazi ridotti in palestre o in campetti di cemento per migliorare la tecnica idnividuale e il giorno dopo sull’erba nel campo a undici”.
“Vederlo a questi livelli vale più di un trofeo”
A distanza di 14 anni, adesso González gioca al fianco di Messi e rappresenta l’Argentina. “Per uno che lavora nella formazione dei giovani, quando accadono queste cose è una grande soddisfazione. Conta più questo che un trofeo vinto. L’averlo portato all’Argentinos e vederlo adesso è un grande orgoglio. Non si è mai dimenticato da dove viene ed è sempre stato molto rispettoso. Dopo l’esordio in prima squadra mi ricordo che mi chiamò e mi regalò una maglia. Lo ringrazio perché non tanti giocatori si ricordano degli allenatori che li hanno aiutati e sia lui che la sua famiglia non se ne sono mai dimenticati”.

Con la sua cessione allo Stoccarda nel 2018 per 8,5 milioni e con quelle di Mac Allister al Brighton e di Nehuen Pérez all’Atletico Madrid, l’Argentinos Juniors sta ricostruendo il centro sportivo. E col trasferimento alla Fiorentina riceverà un’altra piccola percentuale come premio di formazione. “Un passo importante nella sua carriera, ha privilegiato l’aspetto sportivo a quello economico rifiutando il Brighton. Credo sia la scelta giusta”. Dalla città dei fiori al giglio di Firenze, González si è già preso la Fiorentina.