Questo sito contribuisce all'audience di

Farioli: “De Laurentiis mi ha voluto conoscere. Il mio futuro? Non escludo l’Italia”

Francesco Farioli (IMAGO)
Francesco Farioli (IMAGO)

Alla scoperta di Francesco Farioli tra Olanda, Portogallo e obiettivi futuri

Ancelotti, Maresca e Inzaghi. Se si pensa ad allenatori italiani all’estero, però, è inevitabile non pensare anche a Francesco Farioli. 36enne, già con esperienze nei principali campionati europei. Dopo le esperienze con Nizza e Ajax, adesso è alla guida del Porto primo in classifica a punteggio pieno dopo tre giornate e si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport.

Alle spalle, però, una stagione iniziata bene e finita in maniera complicata in Eredivise. “All’inizio di aprile il mio Ajax guida la classifica con 9 punti sul PSV. Sembra fatta. Il telefono non smette di squillare, potrei scegliere fra Premier, Serie A, Liga, e parlo di club qualificati alle coppe. Perfino l’Arabia Saudita. Un mese dopo, il tracollo in campionato ha tolto il mio numero dalle agende. Qualche sondaggio in Italia da parte di piccoli club, ma niente di concreto“.

Ed è così che il PSV rimonta e vince il campionato per un punto. “A questi livelli non ci si può appellare alla sfortuna, ed è vero. Quindi non solo quella ma una certa stanchezza, e l’arroganza tipica di un club dominante come l’Ajax. Io non sono per niente scaramantico, ma in quei giorni sarei dovuto girare con corna, quadrifogli e coccinelle tanto si parlava apertamente di feste, premi, sfilate. Solo io ripetevo il mantra che non è mai finita finché non è finita, e quindi me la sarò tirata“.

In estate, però, la decisione di cambiare aria e l’opportunità di misurarsi con il campionato portoghese. “Il Porto aveva chiesto informazioni già a gennaio, poi il Mondiale per club li ha convinti a cambiare. Il fatto che il presidente sia un ex-allenatore come André Villas-Boas è stato decisivo. Non mi ha chiesto nulla del finale di stagione, ho introdotto io l’argomento perché non volevo gravasse tra le cose non dette“.

Fame, capacità di adattamento e intraprendenza: “Voglio cambiare l’arrivo”

Intraprendente, giovane e con tanta fame agonistica. “Stavolta ci terrei a cambiare l’arrivo, siamo partiti bene com’era successo a Nizza e ad Amsterdam. Sono abbastanza veloce a entrare in un ambiente nuovo e a portarci entusiasmo, mi presento con un piano e sono flessibile nell’aggiustarlo“.

La sua carriera in panchina inizia presto. “A 22 anni l’allenatore mi disse sei un portiere troppo scarso per continuare, ma secondo me potresti restare nel calcio in un altro ruolo’. Sarebbe bello dare la colpa a un infortunio, ma sono sempre stato benissimo. Però l’idea di allenare mi conquistò in fretta e sono bravo a imparare. Ho preso qualcosa da ogni esperienza“.

Francesco Farioli (IMAGO)
Francesco Farioli (IMAGO)

Farioli: “De Laurentiis mi ha voluto conoscere”

Tanti gli avversari ‘di caratura’ già affrontati in carriera. Uno, in particolare, rimasto impresso nella mente. “Mi ha sbalordito Luis Enrique. A Parigi su un calcio piazzato ordino uno schema che avevamo provato soltanto una volta in un’amichevole estiva, lui vede i primi spostamenti e salta dalla panchina per mettere i giocatori sull’avviso: ‘Stanno facendo la cosa che vi ho mostrato!’. Provata una volta e lui la conosceva“.

Una gavetta già importante alle spalle, un futuro tutto da scoprire davanti a sé. Francesco Farioli non vuole porsi limiti e sogna il grande calcio un passo alla volta. A partire dal campionato italiano. “De Laurentiis? Ha voluto conoscermi dopo l’esonero di Garcia, abbiamo parlato. È stato molto gentile. Io in Serie A? Spero continui a esserci grande calcio, e dunque non escludo certo l’Italia. Ma staccarsene è stato fondamentale per saltare la parte in cui ti dicono che sei troppo giovane“.