Marsiglia, De Zerbi: “Rabiot e Rowe? È stata una rissa da bar. Il club viene prima di tutti”

Il momento è già delicato in casa Marsiglia, dopo il litigio tra Rabiot e Rowe. Le parole di Roberto De Zerbi in conferenza stampa
Inizio di stagione complicato per il Marsiglia. Dopo la sconfitta all’esordio in Ligue 1 contro il Rennes, infatti, Rabiot e Rowe sono finiti sul mercato a causa di una violenta lite. Alla vigilia della sfida contro il Paris FC, Roberto De Zerbi è tornato sulla questione: “Non sono abituato a parlare di quello che succede nello spogliatoio fuori, però bisogna mettere un po’ le cose in ordine oggi, siccome parlo io ed è giusto che sia io a mettere le cose in ordine“.
L’ex allenatore di Sassuolo e Brighton ha proseguito invitando a una riflessione: “Parto facendovi una domanda semplice: se in un posto di lavoro due dipendenti si picchiano, il datore di lavoro cosa deve fare? È stata una rissa da bar, davanti al direttore sportivo e all’allenatore, con un compagno di squadra a terra perchè era svenuto. Ci sono due soluzioni, o la sospensione o il licenziamento. Con Longoria e Benatia abbiamo aspettato il lunedì prima di comunicare la decisione, cioè quella di mettere entrambi i giocatori fuori rosa e di farli allenare a parte“.
I motivi della decisione sono alla base secondo De Zerbi, tornando anche sui diversi problemi nella storia recente del club: “L’abbiamo fatto perché in una squadra di calcio ma in qualsiasi ambiente di lavoro ci deve essere una gerarchia. Il club viene prima di tutti, prima anche di me. I giocatori devono sapere che prima di loro viene l’allenatore e prima dell’allenatore viene il club. Marsiglia nella storia ultima è stata protagonista di tanti problemi, di allenatori e direttori che dopo una giornata vanno via, probabilmente perchè mancato un po’ di ordine e c’è un codice di comportamento all’interno del club. Questa scelta è stata giustissima. È stata una rissa dove i bodyguard del club che ci hanno dovuto difendere, separavano i giocatori ed è stata l’unica volta. Non mi scandalizzo per questo, vengo dalla strada e sono abituato a vedere queste cose. Ma i bodyguard del club dovrebbero difenderci dagli altri, non difenderci da noi stessi“.
L’allenatore italiano ha risposto anche alle parole dell’entourage di Rabiot, che ha accusato duramente la società: “Non devo difendere Longoria e Benatia, sono sincero. Pensavo che fosse un pregio esserlo, invece magari qualcuno di voi pensa che sia un difetto. Rabiot è venuto stamattina a distanza di una settimana a parlare con me. Benatia ha aiutato Adrien in tutto, anche nella vita privata, perchè lo fa con tutti. Con lui è andato oltre quello che era il suo compito, quindi mi danno fastidio queste accuse. La madre? Si dimentica due cose. Io non ho deciso da solo di metterlo fuori, però da solo ho deciso di fargli fare il capitano a Parigi. E da solo ho deciso di vedere il riscaldamento a Parigi braccio a braccio con la squadra e di mettermi tra lui e i tifosi del PSG che lanciavano le bottiglie per difenderlo“.

De Zerbi: “Non ho mai visto una rissa così”
De Zerbi è tornato sul rapporto con Adrien Rabiot: “In un anno ho avuto più attenzioni per lui che per mio figlio. Noi siamo legati a lui, gli vogliamo bene, ma sappiamo anche lavorare per il bene dell’OM. Domani giochieremo senza di lui o Rowe, va addosso a noi e non è facile. Potevamo girarci, dire ‘dai chiedetevi scusa’, ma avrei perso lo spogliatoio e la dignità al 15 agosto. E la dignità non la perdo neanche per un campionato intero“.
L’allenatore condivide la decisione della società: “Ho appoggiato tutto quello che la società sta facendo. Non c’erano altre strade, perché è vero che non sono saltati i denti nella rissa, ma è stata una rissa che io in tanti anni che faccio calcio non ho mai visto, per la prima volta nella mia carriera in quel momento non sapevo cosa dire e cosa fare perché avevo un calciatore a terra col dottore che cercava di rianimarlo e loro che si picchiavano per una partita che secondo me non abbiamo giocato bene, ma è l’inizio e ci può stare. Gli attributi bisogna mostrarli in campo, non picchiando i compagni di squadra. Facendo così penso che perderemo altre partite, nessuno si deve sentire sopra la società. Essere qui deve essere un onore e un orgoglio da difendere. Dobbiamo cercare di tenerci il posto con la correttezza, perchè di giocatori più forti e di allenatori migliori di me ne possiamo trovare tanti“.
“Non ho mai pensato di dimettermi”
Nonostante il caso mediatico e tutte le difficoltà che ne derivano, Roberto De Zerbi non ha mai pensato di fare un passo indietro: “Non ho mai pensato di dimettermi“.
Sugli effetti della decisione riguardo a Rabiot e Rowe, invece: “Dovrò cambiare, dovrò cambiare un po’ quello che abbiamo fatto in ritiro“.