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Lazzari: chitarra, surf e…”Nostalgia di Cagliari, sarei rimasto di più”

La buona compagnia della chitarra durante il lockdown, il surf nel mirino tra fase due e l'estate alle porte. Ma ciò che continua a mancare di più ad Andrea Lazzari è il campo. Anche se gli anni a dicembre saranno 36 e il palcoscenico non è più la Serie A: "Dopo le ultime stagioni e Pisa ho avuto la tentazione di mollare", rivela a Casa Di Marzio il centrocampista ora in forza alla Vigor Senigallia, in Eccellenza. "Tante sensazioni differenti, tra cui la nascita di mia figlia. Ma ringrazio i miei parenti che mi hanno spinto nei momenti più delicati della mia carriera. Ora sono contento di continuare a essere un calciatore".


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La tavola di Comandini e la band rossoblù

Il massimo campionato lasciato nel 2016 con la maglia del Carpi, alle spalle una carriera che fa sorridere. "La mia Bergamo, Cagliari, Udine", ricorda Lazzari. "Sono tutte piazze che mi hanno lasciato tantissimo". Basti pensare agli hobby: "La passione per la tavola me l'ha trasmessa all'Atalanta Gianni Comandini", l'ex attaccante di Milan e Vicenza. "Lui è veramente bravo, raccontandomi dei suoi viaggi mi ha rapito. Così una volta ho deciso di provare anch'io una vacanza dedicata al surf con la mia ragazza".

Mentre in Sardegna ci fu addirittura una rock band sotto gli occhi di Cellino. "Eravamo io e Matri alla chitarra, Biondini al basso mentre Laner alla batteria. Unico pezzo in repertorio: una canzone dei Green Day", sorride Lazzari. "Perché saper suonare è un parolone. Anche se negli ultimi tempi ho avuto modo di riprendere un po' in mano la chitarra, i tutorial su YouTube aiutano".

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"Sarei potuto andare al Milan, ma Cellino chiese troppo"

Sul campo, invece, spicca una stagione da capocannoniere della Coppa Italia. "In realtà non lo so neanch'io come ho fatto", il centrocampista ripensa a quel 2004/05. In Serie A la retrocessione con l'Atalanta, durante la settimana invece…"Ero appena arrivato in prima squadra, all'epoca la Coppa era giocata dai ragazzi più giovani per dare un po' di riposo ai titolari. Ho iniziato con una doppietta a Vicenza da subentrante, ma l'apoteosi fu agli ottavi". 5 gol alla Juve tra andata e ritorno, in porta il povero Chimenti. "Una cosa di cui ti rendi conto solo adesso, lì vivi il momento ma poi c'è una stagione da continuare. A ripensarci oggi invece mi vengono i brividi. E poi, fare gol da bergamasco sotto la curva nord è un'emozione unica".

Poi due grandi maestri in panchina, tra Grosseto e Cagliari. "Pioli ebbe l'intuizione di inserirmi nel tridente d'attacco: ha avuto fiducia in me dandomi continuità e in Toscana disputammo una buona Serie B salvandoci in largo anticipo. Con tanto di gol da centrocampo: riuscirci era sempre stato un mio pallino". Ma la svolta sarebbe stata in Sardegna, 104 presenze e 9 gol tra 2008 e 2011: "Lì è andato tutto per il verso giusto", spiega Lazzari. "Ho trovato dei bravissimi compagni ma soprattutto delle grandi persone. Conti, Matri, Biondini e gli altri. La nostra amicizia l'abbiamo trasmessa in campo. E Allegri…"

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Quasi avrebbe portato Andrea al Milan. "C'è stata questa possibilità", ammette il giocatore. "Quando lui andò a Milano chiesi a Cellino di accettare un'eventuale cessione. Il presidente mi aveva garantito di sì. Però poi non si concretizzò il trasferimento. Forse Chiellino chiedeva troppo".

Tra rimpianti e futuro

Così per Lazzari arriverà la Fiorentina. "C'erano tutte le migliori premesse per fare bene, ma purtroppo ci sono delle stagioni che nascono e finiscono storte senza potersi dare una motivazione". Un piccolo rimpianto? "Se tornassi indietro forse avrei aspettato un po' di più prima di lasciare Cagliari. Ho visto Conti, Cossu, oggi Dessena: quello che hanno lasciato loro ai tifosi nel lungo periodo glielo invidio. Ma avevo qualche problema con Bisoli in panchina".

Il biennio a Udine, l'ultimo acuto di Lazzari in Serie A. "Non pensavo di trovare una società e un ambiente di così alto livello", continua il classe '84. "Pozzo veniva personalmente a spiegarci come funzionavano i nuovi macchinari per la palestra, è uno che ci tiene davvero. Poi il centro sportivo, la città. Ho trovato Di Natale, il giocatore più forte con cui abbia giocato. E anche lì molti amici. Giovanni Pasquale su tutti, è stato testimone al mio matrimonio e ancora oggi ci troviamo tra Senigallia e Venaria dove lavora lui".

E il futuro? "Prima avrei detto che non sarei rimasto nel mondo del calcio", Lazzari apre a una carriera da allenatore. "Ora invece ho fatto il corso a Coverciano e mi tengo aggiornato per provare a insegnare le mie esperienze ai miei ragazzi". Chissà, surf e chitarra comprese.