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Tra calcio e…pizza. Il “Matusa” di Adriano Russo

Chi è passato da Frosinone e ha vissuto il “Matusa” ne porterà sempre un ricordo speciale dietro. È così per chiunque, dai tifosi ai calciatori. Adriano Russo ne è la dimostrazione. Cinque anni con la maglia giallazzurra sulle spalle, tre promozioni, ma soprattutto 35 partite giocate nel vecchio stadio Comunale.

Passione, “garra” e incoscienza, qualità proprie di un gruppo di ragazzi che ha scritto la storia. “Avevamo una foga incredibile in quegli anni – racconta Russo a gianlucadimarzio.com. Oggi il Frosinone è una squadra diversa e studia l’avversario. Noi eravamo incoscienti, non aspettavamo nessuno”.


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Storie di un mondo che ormai non gli appartiene più per sua scelta. Due anni fa l’ultima esperienza in Romania prima di salutare il mondo del calcio. “È una cosa che è venuta da sé. Volevo avere delle attività che potessero darmi un futuro. Non che il calcio non lo abbia fatto, ma se non avessi smesso a giugno dello scorso anno, lo avrei fatto tra 3/4 anni non per mia decisione”.

“Matusa Pizzeria”

Da qui l’idea di aprire una pizzeria nel centro di Frosinone. “Volevo fare qualcosa che mi appartenesse come origine e riportarla in un luogo a cui tengo tanto”. E così è nata la “Matusa Pizzeria”. “Questa città mi ha dato molto. Chiamare il locale così mi è parso un modo per ringraziare i Ciociari”.


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Un locale inaugurato in un periodo storico complicato a causa del Covid-19, con diverse categorie di lavoratori che sono in difficoltà. “Fortunatamente con l’asporto riesco comunque a lavorare. Molti minimizzano la situazione dicendo di tornare alla normalità e guardare i positivi che stanno bene. Io dico di guardare quelli che sono morti per il virus. Le precauzioni che si stanno prendendo sono giuste, credo che chiunque tra lavoro e la propria vita sceglierebbe la seconda opzione”.

La “Pizza Proietti”

Tra le tante pizze nel menù ce n’è una particolare, intitolata a Gigi Proietti.  “L’idea del nome mi è venuta guardando un suo sketch quando interpretava il conte Duval e ripeteva più volte “Margherita”, il nome di un personaggio. Sono un amante della comicità, è stato una persona che ha fatto sorridere tante persone e ho voluto ricordarlo con molta umiltà anche in una piccola pizzeria di provincia”.


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La firma con il Frosinone

Tutta questa storia, però, avrebbe potuto prendere un’altra piega, se Russo avesse mantenuto la parola data alla Spal. “Avevo un accordo con i ferraresi, ma mi contattò Daniel Ciofani per dirmi che il Frosinone avrebbe voluto acquistarmi. La dirigenza giallazzurra mi chiese di passare in sede per scambiare due chiacchiere, pur sapendo che la sera stessa avrei dovuto firmare con un’altra squadra”.

Questione di sensazioni e di…orari. “Arrivai in sede alle 14:30 e alle 20:45 avrei dovuto essere a Ferrara. Sta di fatto che sono uscito dagli uffici del Frosinone alle 22:45 con un contratto annuale firmato, rinunciando al biennale della Spal. Feci questa scelta perché vidi che mi volevano fortemente e alla fine andò bene”.


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Tra scaramanzie e il gruppo Whatsapp

Aneddoti? Tanti, come le scaramanzie. “Ero molto scaramantico. Un anno creammo il gruppo della squadra su Whatsapp, era sabato e io non scrissi nulla. Quel giorno giocammo e vincemmo. Così per due anni non scrissi una parola sul gruppo”.

Una scaramanzia rotta il 13 giugno 2018. Il Frosinone aveva appena perso la finale di andata dei playoff contro il Palermo di Nestorowski, che a fine gara dichiarò che i rosanero erano molto più forti degli avversari. “Lessi le sue parole e mi salì un forte senso di rabbia. Scrissi sul gruppo per la prima volta e dissi ai ragazzi di dare il massimo, pur sapendo che probabilmente non avrei giocato”. Scaramanzia spezzata, ma promozione conquistata.


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Dai campi di Lega Pro a San Siro nel giro di pochi anni. Palcoscenici diversi, ma stesso modo di affrontare le partite. Con la solita grinta e cattiveria agonistica. “Ricordo un tre a tre a San Siro contro il Milan, negli ultimi cinque minuti io da difensore centrale andavo a pressare i difensori loro. C’era Bacca che mi passava accanto e mi diceva ‘Te mato, te mato!’. Fu una partita di Serie C a San Siro per quello che ci dicevamo”.

Ma ora cosa c’è nel futuro di Adriano Russo? “Non lo so, ma prima voglio consolidare questa attività. Non amo stare molto fermo, sicuramente mi inventerò qualcosa”. L’unica certezza è che l’ex difensore centrale non toglierà gli scarpini dal chiodo. “La scorsa settimana mi ha chiamato una squadra abbastanza blasonata ma ho detto di no. Credo che ormai sia un capitolo chiuso…”.

Credits foto: Frosinone Calcio