Inter, Acerbi: “Nazionale? Decide il mister, se Gattuso non mi vuole non è un problema”

Francesco Acerbi è intervenuto ai microfoni di Mediaset nella trasmissione “Verissimo”.
L’Inter in campo domenica 21 settembre a San Siro affronterà il Sassuolo nel match delle 20:45.
Nel pomeriggio, Francesco Acerbi è intervenuto nella trasmissione “Verissimo” di Mediaset, parlando di svariati temi: dalla malattia, ai problemi con l’alcol fino alla Nazionale italiana.
“Mi sento un leone da un po’ di anni. A me il leone piace come animale: è molto solitario ma sa cosa vuole“, ha detto il difensore.
Ecco, di seguito, le sue parole.
Inter, le parole di Acerbi
Sull’abuso dell’alcol: “Abusavo nel senso che mi piaceva divertimenti e passava in secondo piano il calcio. Non ero depresso ma volevo smettere perché non ci stavo più dentro. Non riuscivo più a dare cosa volevo e avevo altri pensieri. Così ho iniziato a fare serata. È stato tutto un periodo fino alla seconda malattia“.
Acerbi ha continuato parlando della malattia: “L’ho presa abbastanza male, non avevo sintomi e dalle analisi del sangue hanno capito che qualcosa non andava. Poi mi hanno detto di dover fare un’operazione e che sarei tornato in campo. Dopo qualche mese c’è stata una recidiva. Da lì non me lo aspettavo e ho iniziato le chemio da gennaio. Finito il campionato mi sono ripreso. Anche pregare è venuto da sé. Lì penso alla moglie, ai figli, a mio padre”.
Acerbi: “Devo ringraziare mio papà”
Sulla Nazionale: “Il mister decide i giocatori che vuole o non vuole. Se Gattuso non mi vuole non è in problema. Per una serie di motivi ho deciso di non andare a giocare contro la Norvegia perché non era giusto per le tante vicissitudini successe“.
E infine il ricordo del papà: “Lo devo sempre ringraziare. Lui non sapeva nemmeno cosa fosse il calcio, da quando ho iniziato io voleva che facessi il calciatore. Da ragazzino devi farla crescere la passione. Lui era molto protettivo ed esigeva molto. Lui non voleva arrendersi e mi ha portato fino a dove sono adesso. È un po’ un rimpianto non avergli detto ti voglio bene. Un giorno l’ho sognato e prima di una partita sono stato due ore in bagno a piangere“.