Lazio, Acerbi: “Perché correre nei parchi sì e nei centri sportivi no?”
Dopo le parole del dirigente Tare, la Lazio torna a parlare attraverso il suo difensore leader Francesco Acerbi su Lazio Style Channel. Acerbi, non è d'accordo con le scelte attuate dal Governo: posticipare al 18 maggio l'inizio degli allenamenti per gli sport collettivi. "Io sono un calciatore e cerco di far bene in partita. Non è per creare polemica, vorremmo capire perché correre nei parchi va bene e nei campi no. Se ci danno una motivazione adeguata, la accettiamo. Ma il Governo non ci ha neanche risposto. Non stiamo dicendo di fare le partitelle, ma solo di correre sul verde. A Formello ne abbiamo più di quattro e altrettanti spogliatoi".
Acerbi individua anche delle regole base per evitare che il contagio continui la sua diffusione. "Ci alleneremmo tutti separati e in orari diversi. Ci si può allenare dalle 9 alle 18. Possiamo fare uno a campo in tutto questo tempo, un'oretta di corsa, senza palla e in piena sicurezza. Le regole sarebbero rispettate. Il nostro lavoro è passione, ci abitua a stare sempre in movimento, alla competizione, all’adrenalina e agli obbiettivi. Allenarsi in casa? E' come stare in gabbia".
Tra parchi e centri sportivi
La domanda che logora il difensore è sempre la stessa: perché i parchi sì e i centri sportivi no? "In realtà i centri sono molto più sicuri. Il nostro è veramente grande. Mezzora per uno significa che neanche ci vedremmo con i compagni. Per questo tutti noi sportivi e calciatori cerchiamo una risposta, mi sembra legittimo. Capisco anche che viene prima la salute”.
Alla base delle richieste anche un fattore economico, oltre che un valore sociale, difficile da trascurare. “Il calcio è fondamentale per l'economia nazionale oltre ad essere lo sport più amato. Ovvio che ci sia più voglia di riprendere. Tutti noi vogliamo ricominciare col rispetto delle regole e dei morti che ci sono stati finora. Adesso però diventa dura, perché ripartendo dal 18 con le sedute individuali poi non ci sarebbe tempo per concludere i campionati a pieno. Ricominciare poi un campionato tre settimane dopo la fine di un altro sarebbe pesante anche a livello psicologico oltre che fisico".
Messaggio di solidarietà
"Bisogna tenere duro, nella vita ci sono sempre due strade: una è quella giusta e l'altra è quella sbagliata. La prima fa più paura all'inizio, perché ci sono degli ostacoli, ma se li superi diventa tutto più bello. Serve forza d'animo per oltrepassare le paure e prendere la direzione giusta non arrendendosi".