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L'”Inter della Danimarca” e un campione d’Italia in rosa: ecco il Midtjylland leader dell’Europa League

Il Midtjylland esulta dopo la vittoria contro il Celtic (IMAGO)
Il Midtjylland esulta dopo la vittoria contro il Celtic (IMAGO)

Dalla fusione nel cuore dello Jutland all’uso della sabermetrica: 17 nazionalità e il sogno europeo del Midtjylland

In un Europa League ricca di grandi squadre – Aston Villa, Nottingham Forest, Roma, Bologna, Lione, Porto e Lille – ce n’è una che si è conquistata la scena, superando ogni aspettativa iniziale. Primo posto in solitaria nella League Phase, reduce da quattro vittorie su quattro, il Midtjylland si candida ad essere molto più di una semplice outsider.

Nell’ultimo appuntamento europeo, il Midtjylland è stato impegnato nella sfida casalinga contro il Celtic, la principale potenza del calcio scozzese insieme ai Rangers. Sulla carta era una sfida tutt’altro che semplice, ma i padroni di casa si sono imposti con un netto 3-1, confermando l’ottimo momento di forma. Ma non è finita qui. Lo scorso 2 ottobre, hanno fatto visita al Nottingham Forest, sconfiggendoli 2-3 e tornando in patria con i tre punti.

Come anticipato, la squadra guidata da Mike Tullberg non perde dal 14 settembre, quando incassò in campionato una sconfitta di misura contro i rivali del Nordsjaelland. Da allora sono arrivate 10 vittorie, 2 pareggi e prestazioni convincenti tra campionato, coppa nazionale e Europa. In Danish Superliga attualmente occupano la seconda posizione con 29 punti, a -2 dall’AGF. In Oddest Pokalen, la coppa nazionale, sono attesi dai quarti di finale contro il Nordsjaelland.

Dopo la parentesi internazionale con Albert Capellas – unico allenatore non danese nella storia del Midtjylland – il club ha riaffermato la propria identità affidandosi nuovamente ad allenatori locali. Lo spagnolo, in carica dal 24 agosto 2022 al 14 marzo 2023, ha raccolto una media punti di 1,32 a partita in 25 presenze (8 vittorie, 9 pareggi e 9 sconfitte). Rendimento giudicato al di sotto delle aspettative. Il suo esonero ha aperto la strada a Thomas Thomasberg, seguito dall’allenatore attuale – anch’egli danese – subentrato il primo settembre. Una scelta in linea con la tradizione del club, che ha restituito compattezza e spirito competitivo.

Midtjylland: dalla fusione all'”Ulvene”, fino alla ‘Zidan Arena’

Se non puoi batterli, unisciti a loro“. È con questo spirito che Johnny Rune, falegname e imprenditore nel settore del legname, allora presidente dell’Ikast FS, e Steen Hessel, rivenditore Mercedes-Benz e presidente dell’Herning Fremad, decisero di unire le forze. I due club danesi, protagonisti a livello nazionale con 22 titoli complessivi, non erano mai riusciti a imporsi nella scena internazionale. Così, il 1º luglio 1999 nacque l’FC Midtjylland, frutto della fusione tra le due realtà. Il nuovo club danese scelse come simbolo il lupo – “ulvene” in danese – animale totemico che richiama forza, spirito di gruppo e radicamento territoriale. Un’identità che accomuna anche la Roma, squadra italiana il cui emblema è proprio la lupa capitolina. Dalla sua fondazione, il Midtjylland ha preso parte a 21 edizioni della massima serie senza mai retrocedere. Un primato unico in Danimarca, proprio come lo possiede l’Inter in Italia. In bacheca, figurano già 4 titoli nazionali e 2 coppa di Danimarca, a testimonianza di un crescita costante e ambiziosa.

Così come il nome, anche la sede del club è cambiata negli anni. Nel 2004, dopo il trasferimento in un piccolo stadio a Herning da 11432 posti, il Midtjylland è diventato il primo club danese a vendere i diritti di denominazione del proprio impianto ad uno sponsor, ribattezzandolo ‘SAS Arena‘. In seguito, lo stadio ha assunto il nome attuale: ‘MCH Arena‘. Tuttavia, i tifosi lo hanno soprannominato ‘Zidan Arena‘ in onore di Mohamed Zidan, un attaccante egiziano che ha vestito la maglia del club dal 2003 al 2005 collezionando 30 goal e 2 POTY (‘Player Of The Year’).

Franculino Dju e Mikel Gogorza (IMAGO)
Franculino Dju e Mikel Gogorza (IMAGO)

Due ex Serie A e una rosa multietnica: il modello ‘Billy Beane’

Nato nei bassifondi dello Jutland – penisola a Sud della Danimarca – il Midtjylland disponeva e dispone tutt’oggi di un budget limitato per costruire la rosa, lontano dagli standard delle grandi squadre europee. Un ostacolo superato nel 2014 dal nuovo principale azionista del club, Matthew Benham, grazie al metodo Billy Beane. Quest’ultimo, ex manager degli Auckland Athletics, è stato il primo ad utilizzare con convinzione il database SABR – sabermetrica, l’analisi statistica dei giocatori di baseball in partita – per trovare talenti sottovalutati a prezzo ridotto. Applicato al contesto danese dall’imprenditore britannico, ha portato alla costruzione di un organico non più limitato al talento locale, ma importato da tutto il mondo. Ne sono un esempio la colonia brasiliana (Junnho, Paulinho, Charles, Evander e Junior Brumado) e nigeriana (Ugboh, Onyedika, Obule, Ejeheri e Friday Etim), protagoniste nel passato e nel presente del club.

Oggi, il valore complessivo del Mitdjylland ammonta a 78,25 milioni di euro secondo Transfermarkt. Il giocatore di punta a disposizione di Mike Tullberg è Franculino, il miglior marcatore europeo nella storia del club, con 12 reti nelle competizioni continentali. Attaccante dal valore stimato di 13 milioni, è stato anche trattato dal Torino nell’estate 2024, ma senza mai trovare l’intesa. A supporto, fondamentale la presenza di profili come Simsir, Osorio e Cho. Il primo ha già messo a referto 3 gol e 9 assist in stagione, mentre il contributo del cileno e del coreano è leggermente più contenuto. Osorio ha firmato 3 reti e servito 5 assist, Cho ha realizzato 4 gol. Da evidenziare la presenza di due ex Serie A. Philip Billing, campione d’Italia con il Napoli lo scorso anno e POTM nel mese di ottobre, e Martin Erlic, ex Bologna e Sassuolo. Le difficoltà nell’armonizzare le diverse culture presenti in rosa (ben 17 nazionalità) non ha impedito al Midtjylland di dominare la scena nazionale e staccare il pass per le competizioni europee con continuità dal 2020/21 – tra cui la prima storica in Champions League proprio in quell’anno. Dopo un avvio del genere in Europa League, potrebbe essere questo l’anno in cui i sogni di Johnny Rune e Steen Hessel prenderanno forma.

A cura di Pietro Selvi