L’oro olimpico con la Spagna e l’exploit col Porto di Farioli: Samu, missione Mondiale

La Spagna, il Porto e l’etichetta di giocatore più costoso nella storia del calcio portoghese: chi è Samu?
Piacere, sono Samu Aghehowa, il calciatore più costoso nella storia del calcio portoghese che ha deciso di farsi riconoscere con questo cognome in omaggio di mamma Edith per tutti i sacrifici che ha fatto per farlo diventare un calciatore. A soli 21 anni, lo spagnolo non ci ha messo tanto a conquistare un posto da titolare nel Porto e a scalare le gerarchie all’interno della nazionale di Luis de la Fuente. Il club portoghese, complessivamente, ha versato nelle casse dell’Atletico Madrid circa 32 milioni di euro.
Samu è un “numero 9” moderno con un fiuto del gol da veterano che lo ha portato ad avere una media realizzativa tra le più alte in Europa. A testimoniarlo è l’ottimo avvio di stagione col Porto: 5 gol in campionato e una tripletta decisiva in Taça de Portugal contro la Celoricense che è valsa l’accesso agli ottavi di finale. Lo spagnolo già nella passata stagione ha messo in mostra le sue doti realizzando 19 reti in campionato insieme a Pavlidis. Un bottino che consentì al Porto di consolidare il terzo posto in classifica.
Ma com’era la vita di Samu prima di esplodere con il Porto? Figlio di genitori nigeriani, nato a Melilla tra sacrificio e quel pizzico di talento coltivato per strada. Dopo essersi messo in mostra nelle giovanili del Granada, l’attaccante ha poi firmato per l’Atletico Madrid. Non ha mai debuttato con i Colchoneros e dopo il prestito al Deportivo Alaves ha firmato per il Porto diventando uno degli attaccanti più prolifici del calcio europeo.
In mezzo c’è anche l’oro olimpico conquistato con la Spagna alle Olimpiadi del 2024 a Parigi. Samu ha giocato 4 delle 6 partite a Parigi e nella terza del girone ha esordito e segnato un gol al 90′ contro l’Egitto. In appena un anno e mezzo, Samu è passato dal giocare nella quarta divisione spagnola a fare parte integrante della nazionale all’età di 21 anni.
L’importanza di Samu nel Porto di Farioli
Froholdt, Veiga, Rodrigo Mora e Samu. Il Porto abbonda di qualità e Francesco Farioli non può far altro che sorridere. Il ruolo dell’attaccante spagnolo, però, è di vitale importanza all’interno degli schemi dell’allenatore italiano: spesso si parte con un 4‑3‑3, che all’occorrenza può trasformarsi anche in un 4‑2‑3-1. Samu è bravo ad attaccare la profondità e si sposa bene con il gioco verticale di Farioli.
I centrocampisti devono dare equilibrio e consentire alle punte di crearsi spazi, con le ali o esterni d’attacco capaci di supportare. Samu, in questo contesto, è stato messo nelle migliori condizioni possibili e i risultati sono stati molto soddisfacenti.
Quando Samu fu vicino a trasferirsi al Chelsea
Nel destino di Samu poteva esserci il Chelsea, ma alla fine il trasferimento saltò anche in modo abbastanza clamoroso. L’attaccante spagnolo era già arrivato a Londra per sostenere le visite mediche con i Blues, ma l’affare non si concretizzò a causa di alcune situazioni con l’Atletico Madrid per quanto riguarda i dettagli dell’operazione.
L’operazione stava proseguendo sulla base di 50 milioni di euro, bonus compresi. C’era una sorta di filo diretto tra club che avrebbe visto anche il trasferimento di Gallagher dal Chelsea all’Atletico Madrid in due operazioni separate. I Colchoneros , nel frattempo, stavano provando a chiudere per Julian Alvarez del Manchester City prima di lasciar partire lo spagnolo classe 2004. L’argentino arrivò alla corte di Simeone, ma allo stesso tempo il trasferimento di Samu al Chelsea non andò in porto.
Diego Costa, Torres e adesso Samu: la Spagna ha un nuovo “9”
La Spagna, nonostante un buon feeling anche con il falso nove, è una nazionale che nel corso degli anni ha avuto modo di scendere in campo con attaccati di caratura internazionale. Indimenticabili i gol del Niño Fernando Torres, così come quelli di Raùl che ha fatto della Spagna la sua seconda pelle insieme a quella del Real Madrid.
Attaccanti che non hanno bisogno di presentazioni così come Diego Costa, probabilmente l’ultima vera punta “pesante” d’area di rigore. Adesso toccherà a Samu continuare questa tradizione: a soli 21 anni ha tutte le qualità per eguagliare i suoi predecessori a suon di gol e grandi giocate. Obiettivi? Il Mondiale, magari da protagonista.
A cura di Gerardo Guariglia