Questo sito contribuisce all'audience di

La famiglia e i viaggi in autobus, lo scopritore di Echeverri: “È magico”

Claudio Echeverri con Daniel Brizuela
Claudio Echeverri con Daniel Brizuela

Talentuosa, sfrontata e argentina. La Roma di Gasperini sarà (anche) questo. E potrà esserlo ancora di più se alla qualità di Dybala e Soulé si aggiungerà quella di un altro albiceleste: Claudio Echeverri.

Claudio è magia. In campo fa quello che vuole con la palla. La nasconde e la riprende, senza che nessuno se ne accorga, nemmeno i suoi compagni di squadra”. Lo assicura Daniel Brizuela, l’uomo che l’ha scoperto quando era Direttore degli Osservatori al River Plate. Quello nei suoi occhi è il ritratto di una gemma. Rara, preziosa, unica. Un po’ come il suo amico Mastantuono, altra scoperta di Daniel.

Quando l’ha visto per la prima volta, il classe 2006 era solo un bambino: “Sì, ma un bambino prodigio. E non solo per la qualità e la tecnica individuale, ma anche per la struttura corporea e l’intelligenza cinestetica. Aveva qualcosa di speciale”.

Ma per iniziare questo viaggio bisogna partire da lontano. No, non da Buenos Aires, ma a qualche km di distanza. Anzi, forse qualcuno A 900 km di distanza: “Il primo incontro è stato nella città di Resistencia, nella provincia del Chaco, durante un provino. Era diverso da tutti gli altri”. L’idolo? “Messi”. Naturalmente.

Ed è ripercorrendo quei 900 km che Echeverri ha iniziato a scrivere la sua storia: “Poco dopo è entrato nel settore giovanile del River. Nel periodo iniziale a Buenos Aires ci veniva in autobus accompagnato dalla mamma. Si facevano 12 ore di viaggio”. Da quel momento non si è più fermato. Ora è a Manchester, sponda City, da pochi mesi, ma il suo futuro potrebbe essere in Italia. L’interesse della Roma è forte. Un nuovo viaggio. Questa volta, però, in aereo. Un sogno che si è costruito, partendo da “una zona dell’Argentina molto umile, in cui di opportunità ce ne sono poche. Tutto ciò che i bambini del quartiere hanno è un pallone da calcio”.

Claudio Echeverri con Daniel Brizuela
Claudio Echeverri con Daniel Brizuela

L’importanza dei genitori

Una terra povera quella da cui è partita. Una famiglia umile. Il papà falegname da cui ha avuto “un sostegno fondamentale e incondizionato, anche se a distanza, perché lavorava in un campo molto lontano dal calcio”. La mamma casalinga che “l’ha sempre accompagnato. E per la signora Rosa Claudio ha fatto qualcosa che non era mai successo prima”. In che senso? “Mi aveva detto che se sua madre non fosse andata con lui a Buenos Aires, lui non sarebbe venuto a giocare per il River Plate”. E così è stato.

Una situazione “che non si era mai verificata nel calcio argentino. I ragazzi vengono dall’entroterra del paese per vivere nella residenza dell’istituto”. Echeverri no. “Ha dovuto affittare un appartamento per poter vivere con sua madre, nonostante avesse solo 10 anni. È stata la prima volta in un club argentino”. Unico, anche in questo.

“La pelota che scotta”

Aveva una caratteristica: non aveva paura. Avete presente quelle situazioni in cui ‘la palla scotta’? Ecco, sono quelle che preferisce. Ama essere sotto pressione, avere il pallone nei momenti più difficili. Ha una leadership innata”. Echeverri al River diventa subito un riferimento. Si distingue per classe, carisma e personalità: “Sebbene fosse un nuovo giocatore in mezzo a oltre 30 giocatori, ricordo che era diventato ben presto l’anima della squadra”.

E poi non si è mai fermato fino a quando non ha raggiunto il suo obiettivo di diventare un professionista. Ha lavorato con grande sacrificio e disciplina per diventare quello che è oggi. È un ragazzo ambizioso. Ha sempre preteso tanto da sé stesso e dai compagni”. Partita dopo partita, il nome di Echeverri gira per tutta l’Argentina: “Ha attirato molta attenzione su di sé. Era facile vedere ragazzi che gli chiedevano foto o autografi”.

L’Europa del “Diablito”

Claudio Echeverri o ‘Diablito’, “il soprannome datogli al River per la sua somiglianza a un ex giocatore”. Il nome è in girato. In Argentina prima, in Sud America poi e, infine, in Europa. “Sia lui che Mastantuono sono stati corteggiati dai club più importanti d’Europa. Real Madrid, Manchester Paris Saint-Germain, Barcellona, Juventus e non solo”.

Ad avere la meglio è stato il City. Nel suo futuro potrebbe esserci la Roma. Ciò che conta “è che gli venga concesso tempo per adattarsi. Ha la personalità e il talento per imporsi. È destinato a qualcosa di grande”. Inseguendo quel pallone che in quel campetto conteneva e disegnava tutti i suoi sogni.