L’investitura di De Zerbi, l’Ecuador, il calcio nel sangue: chi è Estupiñán, il terzino che piace al Milan

Dalla Serie A sfiorata all’Europa League col Villarreal, alla scoperta dell’obiettivo del Milan: Estupiñán
L’Ecuador sta vivendo una delle sue generazioni più promettenti a livello calcistico, con difensori come Pacho e Hincapié. Entrambi, ovviamente oltre a quel Moises Caicedo che si è messo a guidare il centrocampo del Chelsea con una facilità quasi sconvolgente.
A dare grande spinta sulla fascia sinistra della nazionale guidata dal CT Andrès Beccacece, poi, c’è un giovane che, nonostante l’età, è già un veterano del gruppo grazie alle sue attuali 48 presenze con la maglia de ‘’La Tri’’. Stiamo parlando ovviamente di Pervis Josué Estupiñán Tenorio.
Dopo l’addio di Theo Hernandez, il nuovo Milan di Massimiliano Allegri ha puntato con decisione il laterale del Brighton. Dopo poche partite dal suo arrivo in Inghilterra, Roberto De Zerbi ne aveva parlato così: “È uno dei giocatori più importanti per noi perché ha iniziato da terzino sinistro, ma lo si può trovare anche in attacco. È molto intelligente, credo sia uno dei nostri segreti. Può diventare uno dei migliori terzini sinistri al mondo”.
Dopo la distanza tra la prima offerta dei rossoneri e la richiesta del club inglese, la fiducia è in aumento grazie alla mediazione di Jorge Mendes e alla volontà del ragazzo di approdare (finalmente) in Serie A.
Da Quito a Udine… per soli tre giorni
1998, Esmeraldas, città nel Nord dell’Ecuador che affaccia sull’Oceano Pacifico. Pervis nasce in una famiglia di calciatori. Ed è anche grazie allo zio Jorge Guagua – difensore del LDU Quito – che a 11 anni entra a far parte del settore giovanile della squadra più popolare e vincente dell’Ecuador. A 17 anni arriva l’esordio in prima squadra e poi subito quota 45 presenze alla prima stagione tra i grandi.
Prestazioni che, l’anno successivo, convincono l’Udinese a portarlo in Italia. O almeno così sembra… Perché dopo appena tre giorni viene mandato in prestito al Granada B e poi ceduto al Watford. Nel 2019, dopo vari prestiti senza mai eccellere, giunge all’Osasuna e finalmente trova la sua dimensione ideale: per lui 39 presenze, un gol e addirittura 7 assist. A seguire, la prima convocazione in nazionale maggiore e le attenzioni del Villarreal di Emery, che lo acquista per 16 milioni.

Titolarità subito conquistata e due anni sontuosi. I più attenti ricorderanno la sua prestazione in finale di Europa League, poi vinta ai rigori contro lo United. Poi il passaggio al Brighton dove trova De Zerbi, che ne migliora le qualità offensive oltre che il posizionamento difensivo. Risultato? 5 gol e 14 assist in 104 presenze, ma anche sempre più leadership. Dentro e fuori dal campo.
Una “bala” per non far rimpiangere Theo
Propensione offensiva e scatti non sono mai mancati. Fin da giovane si è guadagnato il soprannome “bala“, che in italiano vuol dire proiettile. Capace di giocare anche esterno a tutta fascia in un eventuale modulo con difesa a 3, molto abile nei contrasti aerei.
Velocità, aggressività e tanta, tantissima garra. Tutti elementi che hanno convinto Igli Tare a puntare su di lui, per fargli conoscere quella Serie A che, 9 anni fa, aveva già sperato diventasse casa sua. Ma non solo. Anche per cercare di non far rimpiangere troppo quell’esterno di nome Theo Hernandez che, negli ultimi anni, ha fatto la storia del Milan e della Serie A.
A cura di Cristian Viscione