Virtus Verona, ecco Sammarco: “Qui per una nuova favola”
Da qualche giorno è ufficiale: Paolo Sammarco giocherà in Serie C con la Virtus Verona. Ritorno romantico nella città che al centrocampista classe ’86 ha regalato molte gioie: un esordio in Serie A, un quarto posto leggendario e l’amore della vita. Senza appostamenti sotto il terrazzo, semplicemente con un incontro in piazza delle Erbe. Del resto la sua donna si chiama Cristina, mica Giulietta. Una storia non raccontata da Shakespeare ma che ha fatto nascere Niccolò, Rebecca e Camilla: “Sono molto cambiato da quando arrivai al Chievo. Torno alla Virtus da uomo realizzato”.
Quasi 15 anni dopo il debutto nella massima serie, quando entrò nei minuti finali contro l’Atalanta. “Loro erano in svantaggio, salirono tutti in area per l’ultimo corner, compreso il portiere: la mia prima marcatura fu su Taibi. Un momento incredibile”. Aneddoto bizzarro, quasi quanto l’impresa dell’anno successivo: quarto posto – complice Calciopoli – e conseguente qualificazione ai preliminari di Champions League.
Paolo torna a Verona dopo una carriera importante, senza eccessi e copertine ma farcita da grandi storie. Un capitolo scritto a Frosinone, dove in quattro anni e mezzo ottiene due promozioni in Serie A e la cittadinanza onoraria: “È la mia seconda casa. Prima di andarci ero scettico, pensavo di non riuscire più a ritornare in A: ce l’abbiamo fatta per ben due volte. In estate ci siamo lasciati per scelte societarie, ma per loro provo un affetto immenso”. Resta un capitolo da scrivere. Il prossimo. Con la Virtus Verona: “Già lo scorso gennaio ho avuto contatti con il presidente Fresco. Avevo altre offerte, ma sono qui perché mi ha voluto più di tutti. Nella mia scelta ha inciso anche l’aspetto familiare: ho casa a Verona dal 2012”.
Una vita da mediano, Paolo Sammarco: centinaia di battaglie tra A e B e ancora tanta voglia di incidere. “Chi pensa che sia venuto qui a svernare sbaglia di grosso. Se non avessi stimoli starei a casa, farei altro. Cerco competizione e adrenalina”. A 36 anni il suo ritiro sembra ancora lontano: “Non ho mai pensato di smettere, mi sento brillante anche se gli ultimi due mesi sono stati duri: non mi era mai capitato di rimanere senza squadra”. Si è allenato col Villafranca, società veronese di Serie D, come sempre dettando i tempi in mezzo al campo. Insomma, come direbbe il Liga: “Finché ce n’hai, stai lì. Lì nel mezzo”.
O più o meno “lì nel mezzo”. Dove serve. Duttilità, una delle caratteristiche più apprezzate di Sammarco. Lo si è visto sulla trequarti ad inventare, a centrocampo nell’inserirsi e coprire, davanti alla difesa a gestire con serenità. Negli ultimi anni ha fisiologicamente arretrato la propria posizione a mediano puro. Nella Virtus Verona, da 2 anni, in quel ruolo sta giocando un ragazzo del ’98, Nicola Danieli, cresciuto nelle giovanili del Chievo e che da piccolino aveva un idolo: Paolo Sammarco. Oggi lo ritrova da compagno, ma soprattutto da maestro: “Spero di poter essere una chioccia per questi giovani promettenti, aiutarli nella loro carriera. Porterò quello che l’esperienza mi ha dato, mentalità e professionalità”.
Un altro cantautore emiliano, Francesco Guccini, in uno dei suoi pezzi più celebri chiudeva così: “Il bimbo disse al vecchio con voce sognante, “Mi piacciono le fiabe, raccontane altre!”. E chissà se questo capitolo della carriera di Sammarco sarà davvero una fiaba: una squadra al secondo anno di professionismo, che sta volando in classifica e vuole continuare a sognare. Magari fino a là, “fin dove l’occhio di un uomo poteva guardare”.
A cura di Elia Faggion
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