Gli inizi come terzino e il “caso” risolto. Vinicius Junior si prende il Real
Ieri ha segnato il primo gol nella Liga, nel 2017 il Real ha messo sul piatto 45 milioni per portarlo via dal Flamengo. Dai selfie con Ronaldo alla fiducia di Solari, scopriamo la storia di Vinicius Junior che “può diventare uno dei più forti”. Parola di Florentino Perez
“Gioco nel miglior club al mondo e non ho paura di niente”. Vinicius Junior esce a testa alta dal Bernabeu dopo il suo primo gol in Liga. L’aveva sfiorato nel novembre scorso contro il Valladolid ma era stata assegnata l’autorete a Kiko. Ora è tutto vero.
Bastava sfregare un po’ e da quella lampada magica è uscito il genio. E’ stato lui a far partire l’azione del 2-0 contro l’Alaves con una sventolata a tagliare il campo, poi ha aperto il piatto su assist di Asencio e palla in rete. Inizia e finisce, imposta e finalizza. 3-0 finale, prima e dopo i gol di Benzema e Mariano Diaz. Ma il migliore in campo è Vinicius. Presente e futuro del Real. Il Bernabeu – che di campioni da quelle parti ne ha visti tanti – applaude il classe 2000 quando viene sostituito a cinque minuti dalla fine.
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Con Benzema basta uno sguardo per capirsi, fosse per lui giocherebbe sempre con Vinicius vicino. Un’intesa che c’era fin dal primo giorno di allenamento, quando il brasiliano si è presentato con un uno-due di tacco con il francese durante la partitella. Magie firmate Merengues.
“Continua a crescere” ha titolato Marca oggi in prima pagina. Sui giornali lo scrivono e in casa Real lo pensano. Lui il dopo Ronaldo? Possibile. L’idea è quella. Calma però, c’è ancora tempo.
Un diciottenne al centro del mondo. E titolare nell’attacco del Real. Da nove partitedi fila tra campionato e Coppa. Il club non voleva che partisse per il Sub20 per fargli continuare il suo percorso di crescita a Madrid. Ecco il motivo. E con Solari le soddisfazioni stanno arrivando. Ma non è stato sempre rose e fiori, perché. Lopetegui non lo vedeva proprio: l’ha fatto debuttare nel derby con l’Atletico e l’ha inserito gli ultimi 10′ contro l’Alaves. Stop.
Lui continuava a mandare messaggi a suon di gol col Castilla (la seconda squadra): quattro (più un assist) in cinque partite. Con tanto di doppietta nel derby con l’Atletico. Imprendibile. I difensori non sapevano più che inventarsi, il colchonero Tachi ha provato addirittura a mordergli la testa. Forse solo così si può fermare.
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Spettacolo in terza divisione, buio totale con la prima squadra. Stava diventando quasi un “caso”. Fino all’arrivo di Solari, che ha puntato forte sul gioiellino brasiliano.
Debutto in Champions e dopo 28 minuti serve a Kroos la palla del 5-0 contro il Plzen. Nel Mondiale per Club mette la firma in ancora meno tempo: entra, palla in mezzo all’area e autogol di Nader. Tutto in sei minuti. Ordinaria amministrazione.
A Madrid è già scoppiata la Vinicius mania e Solari se lo coccola: “Sta facendo grandi passi avanti”. Sicuro e allegro, lo descrive l’allenatore. “Mi ispiro a Ronaldinho” dice lui. Con quei piedi è capace di tutto, ma sono due le giocate che preferisce: “L’elastico e la lambretta (la giocata con cui si alza il pallone tra i piedi scavalcando l’avversario, ndr)”.
Vinicius spinge sull’acceleratore per arrivare più in alto di tutti. In Brasile sono partiti i paragoni con Neymar, lui sogna di giocare insieme all’amico O’Ney. Fuori dal campo sono amici ma fanno parte di due mondi opposti: Vinicius è di São Gonçalo, vicino a Rio. Sangue carioca. Neymar è di Mogi das Cruzes, a 60 km da San Paolo. Sangue paulista. Diversi ma uguali, col pallone tra i piedi.
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Gli inizi nel futsal prima del calcio a undici, dove ha cominciato come terzino sinistro. Correva come un matto: quella fascia la faceva dieci, cento, mille volte. Poi in Brasile hanno capito che l’ideale sarebbe stato avvicinarlo alla porta avversaria. Et voilà.
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Gol in loop nelle giovanili del Flamengo, nessuno ha segnato più di lui. Con la maglia del Brasile è stato sempre il più piccolo della squadra: a 13 anni era già in Under 15, a 16 giocava con l’U17 (7 gol, miglior giocatore del Sub20 2017 vinto dal Brasile), quando può diventare la stella dell’U17 è in Under 20. Venticinque gol in ventotto presenze tra tutte le nazionali giovanili.
Personalità e talento. A 17 anni ha cambiato un Flamengo-Fluminense nel giro di mezz’ora. Quella maglia del Fla, quasi una seconda pelle per Vinicius. Anche se tra il 2013 e il 2014 stava per andare via perché il club non aveva più soldi per gestire il vivaio. E’ intervenuto il responsabile delle giovanili Carlos Noval che ha ceduto il 20% del cartellino alla famiglia pur di convincerla a lasciare il ragazzo in rossonero. Tutta la trafila fino alla prima squadra, dove insieme al “gemello” Lincoln (QUI la storia) incantano tutti.
Coppia divisa nel 2017 però, quando per Vinicius si era fatta avanti mezza Europa. Alla fine è stato un testa a testa Real-Barça. Clasico con vista su Vinicius. I Blancos hanno messo la freccia e 45 milioni sul tavolo. Per un 2000? “Troppi” diceva qualcuno. Il Real ha fatto all in su Vinicius quando ancora non aveva nemmeno un minuto in prima squadra.
“Può diventare uno dei più grandi di questa nuova epoca” ha spiegato Florentino Perez il giorno della presentazione del brasiliano. Responsabilità. Cartoline da Madrid con tanto di selfie con Luis Nazario Ronaldo. Il passato e il futuro, quel filo blanco a unirli.
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Tra due giorni c’è il Barcellona in Coppa del Re, poi l’Atletico in campionato. Quei colori rojiblancos che a Vinicius regalano sempre un sorriso: doppietta col Castilla e debutto tra i grandi. Clasico e derby da vivere tutti d’un fiato. Vinicius vuole prendersi il Real.