Udinese, Inler: “Vogliamo alzare l’asticella portando un DNA vincente”
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Le parole del responsabile dell’area tecnica dell’Udinese Gokhan Inler ai microfoni di Radio TV Serie A: dal suo ruolo a tanto altro
Da calciatore nei campi a responsabile dietro la scrivania. Così è nata per Gokhan Inler nel luglio del 2024 la sua nuova avventura come responsabile dell’area tecnica dell’Udinese.
Una decisione presa velocemente dall’ex giocatore, che ha deciso di accettare questo incarico per portare tutta la sua esperienza.
“Questo è un lavoro totalmente diverso rispetto a quando ero in campo. Mi piace perché ho sempre da fare e voglio dare il mio contributo per rendere i miei giocatori sempre pronti dal punto di vista mentale grazie al mio passato“, ha dichiarato lo svizzero.
Tanti i temi trattati da Inler nel corso della sua intervista, tra la sua nuova esperienza all’Udinese e le sue esperienze da calciatore.
Udinese, le parole di Inler
“Il mio compito è quello di risolvere i problemi dei giocatori e del mister“, così Inler ha spiegato il suo attuale ruolo. “Sono arrivato a Udine a 23 anni e l’ho sempre trovata una piazza perfetta per i giovani. Ora abbiamo un bel mix con anche giocatori esperti e posso dire che stiamo migliorando sempre di più nei dati. Qui potrebbe esserci meno pressione ma siamo un marchio importante che deve avere sempre voglia di vincere. Non è un caso che siamo in A da 30 anni“, ha aggiunto il responsabile bianconero.
Che ha poi aggiunto: “Qui ho avuto tutte esperienze positive con diversi allenatori. Oggi ho ritrovato in squadra Alexis, con cui sono cresciuto assieme. Lui è un vincente che non molla mai. La squadra quest’anno è molto simile a quella dell’anno scorso, con qualche giovane di prospettiva. Il nostro obiettivo è quello di creare un DNA preciso con una mentalità giusta e vincente. Non mi piace la comfort zone, vogliamo alzare l’asticella. La nostra forza? Lo scouting.
L’Inler calciatore
Inler dopo l’Udinese ha giocato nel Napoli, ma anche nel Leicester campione d’Inghilterra: “A Napoli vivono per il calcio, ogni partita contava vincere. Mazzarri lavorava molto sulla tattica e sui dettagli, Benitez le statistiche e i numeri. Ho imparato molto da loro e ho avuto l’onore di vincere trofei dopo il Napoli di Maradona. Ho anche ricevuto la cittadinanza onoraria. Leicester? Esperienza bellissima. Ranieri mi chiamò perché gli serviva un leader. Abbiamo sempre avuto grande rispetto tra noi e alla fine il gruppo ha vinto“.
Per concludere la sua esperienza in Turchia: “Istanbul è un altro mondo. C’è una pressione incredibile, meno tattica ma più fisicità. Le tifoserie sono incredibili e in generale l’esperienza lì è stata bellissima“.