Questo sito contribuisce all'audience di

Solano e l’ultimo tango con Maradona: “Il nostro era un rapporto speciale”

La seconda parte della nostra intervista a Nolberto Solano: dal rapporto con Maradona all’esperienza con la maglia del Boca Juniors

È difficile spiegare cosa rappresenta il Boca Juniors per tutto il Sudamerica. Non è solo un trampolino per l’Europa, è più una chimera. Sta lì in alto, e quando ci arrivi capisci che puoi fare strada. È quello che è successo a Nolberto Solano. Alla Bombonera ci ha giocato una sola stagione, la 97/98, ma è impossibile che quella squadra non rimanga nel cuore.

 

solano-screen.jpg

Solano, l’arrivo al Boca Juniors

Soprattutto per lui che da peruviano era cresciuto con il mito degli Xenezeis. “Mia madre mi raccontava che avevo sempre un pallone tra i piedi da quando avevo 3/4 anni”, ha affermato ai nostri microfoni. “Da piccolo era un sogno per me giocare a calcio a livello professionistico”. A 11 anni entra nel vivaio dell’Alianza Lima e poi arriva allo Sporting Cristal, una delle squadre più blasonate del Perù. Vince tre campionati e il Boca Juniors punta su di lui. “In primis è stato un orgoglio giocare con una squadra così grande”. La qualità di quella rosa era spaventosa: in porta Abbondanzieri, in difesa Samuel, Riquelme dove voleva e in attacco Caniggia e Palermo. Ma il più grande di tutti era tornato a la Boca per l’ultimo tango. Le prime partite con gli argentini di Solano sono state le ultime nella carriera di Diego Armando Maradona.

Maradona-Solano, l’ultimo tango con el más grande

Tra i due si crea un rapporto speciale fin dall’esordio del peruviano alla Bombonera. Termina la partita, Solano ha giocato da dio. Maradona si avvicina ai microfoni delle solite interviste post e inizia un monologo su quanto fosse forte quel giocatore che aveva appena debuttato. “Non avrei mai pensato che il mio idolo sarebbe diventato un mio compagno, è stato un sogno. Il momento che ho sentito quelle parole su di me è stato indimenticabile. E devo dire che umanamente la sua è stata una grande perdita”.

maradona_ct_argentina_image.jpg

Da quel giorno Maradona lo prende sotto la sua ala protettiva. Diventa una specie di suo lascito da calciatore. “Avevo solo 21 anni e fuori dal campo non avevamo un grande rapporto, della sua vita privata era geloso. Dentro però era spontaneo come fuori. Grande compagno e amico. Quello che ha fatto nel calcio lo ha fatto in condizioni neanche immaginabili per oggi”. Ed era ancora il Maradona di un tempo? “Non aveva la stessa velocità ovviamente, ma la qualità è stata sempre quella, un controllo palla spettacolare”. Grazie a Diego, iniziano a chiamare Solano El Maestrito, il piccolo maestro. E dopo le lezioni di Maradona, poteva veramente insegnare.

 

solano-newcastle-screen.jpg

La Chimera

Già dopo un anno però le sirene europee si fanno insistenti. “Quella era una grande squadra, mi è dispiaciuto non essere rimasto per più tempo. Anche perché appena ho lasciato hanno iniziato a vincere tutto [ride, ndr] “. Al Newcastle farà un altro pezzo di storia. Fa impressione come siano passati oltre 25 anni da quando ha lasciato Buenos Aires, ma si riferisce al Boca Juniors sempre in prima persona. Quando giochi con la chimera, è difficile da spiegare.