La regola sui rigori che divide Uefa e IFAB
Una regola che clamorosamente divide due enti di peso enorme nel calcio come l'IFAB e l'UEFA. Come stabilito lo scorso marzo, infatti, il portiere è tenuto a tenere almeno un piede o una parte dello stesso sulla linea di porta al momento della battuta del calcio di rigore. In caso contrario, il VAR è autorizzato ad intervenire per far ripetere il penalty.
Una norma condivisibile e nemmeno di complessa applicazione. In un'occasione importante come la Supercoppa Europea, la regola non venne applicata dall'arbitro Stephanie Frappart (ricordate l'arbitro donna della Supercoppa Europea?). Dopo un caso analogo accaduto anche nei playoff della Champions League, l'IFAB aveva mandato una comunicazione ufficiale affinché si osservasse la regola introdotta nei mesi precedenti. La risposta dell'UEFA è stata di rifiuto, in quanto ormai si era già cominciata la stagione. E così ancora una volta è stato segnato in una competizione europea un gol su rigore che per le nuove regole sarebbe assolutamente invalido.
È accaduto nella sfida tra Atletico Madrid e Lokomotiv Mosca, dove l'arbitro ungherese Viktor Kassai (che ha arbitrato la finale del 2011) non ha fatto ripetere la trasformazione a Kieran Trippier che ha sbagliato il rigore con il portiere Kochenkov palesemente più avanti della linea di porta con entrambi i piedi. L'ennesimo capitolo, dunque, di una piccola diatriba che rischia di creare gravi distorsioni nel regolamento da seguire.