Kofler: “Südtirol, raggiungiamo insieme la salvezza. Questa è casa mia”

Il difensore a Gianlucadimarzio.com: “A Parcines, dove vivo, siamo in pochi… e ‘sto da Dio’. Mio papà l’idolo di sempre. Il duello con Nico Paz? Impossibile da marcare”
Parcines, un piccolo comune italiano composto da poco meno di 4.000 abitanti. Si estende oltre il fiume Adige fino alla frazione di Quarazze. Qui c’è il museo della macchina da scrivere dedicato al suo inventore Peter Mitterhofer, uno che di storie ne ha raccontate parecchie. Ma oggi la penna – o forse, il microfono – la cediamo in prestito a Raphael Kofler, difensore del Südtirol: “Vivo in questo paesino, ‘sto da Dio’ – dice a gianlucadimarzio.com – . Non parliamo di città come Roma o Milano. Siamo in pochi, qui regna la tranquillità e mi trovo benissimo. Gioco a calcio, faccio ciò che amo… praticamente a casa. Cosa posso chiedere di più?” afferma il 20enne.
“Sono molto grato. Come sto? Bene, dai. Sia fisicamente che mentalmente”. Kofler ha giocato 10 partite in questa prima parte di stagione con il Südtirol mettendo a segno un gol. “Stiamo facendo un buon campionato, la Serie B è difficile. Ogni settimana devi raccogliere punti se vuoi salvarti”, perché sì: l’obiettivo è la permanenza nella categoria. Ciò che viene in più…
Tanto di riguadagnato: “Non molliamo un centimetro”. Una filosofia tramandata – anche – dall’allenatore dei biancorossi, Fabrizio Castori. Il marchigiano è arrivato al Südtirol nel dicembre del 2024 e a giugno 2025 ha rinnovato il contratto fino al 30 giugno del 2026 con opzione di rinnovo in caso di salvezza. “Sono contento sia rimasto con noi” dice Kofler. “Posso imparare tanto da lui. Il mister ha molta esperienza e altrettante idee. L’anno scorso ci ha dato la giusta scossa e ci ha permesso di conquistare la salvezza”: il Südtirol, con Castori in panchina, ha conquistato 33 punti in sei mesi.
Più di altri. Kofler si sente un tutt’uno con questa piazza. Con questa realtà. Piccola quanto semplice, autentica. “Gioco al Südtirol da quando ho 10 anni. Sono cresciuto sia calcisticamente che umanamente, questa è la filosofia del club. Sono molto contento di essere arrivato in prima squadra ma ora non voglio fermarmi”.
“Nico Paz imprendibile. Un idolo? Mio papà”
Il 26 aprile del 2005. Questa è la data di nascita di Kofler. Praticamente un coetaneo di Nico Paz (nato nel settembre 2004), un giocatore che il difensore conosce molto bene… già prima che diventasse ‘un idolo’ in Serie A: “L’ho affrontato in Coppa Italia (il 16 agosto, ndr), nel primo turno della competizione quando abbiamo sfidato il Como”. Tre parole, quanto bastano: “Impossibile da marcare” dice ridendo. “Si muove velocemente, non lo prendi mai. Nico è forte fisicamente e tecnicamente. Veloce, rapido nello stretto. È un giocatore completo”.
Parliamo di un fantasista assoluto. Un ragazzo che potrà calcare i grandi palcoscenici. Ma Kofler non vuole essere da meno. E studia anche… da centrocampista. “Difendere o attaccare? A me cambia poco, io seguo quello che dice il mister e provo a fare del mio meglio. Sono stato provato anche a centrocampo, vero. Questo è un ruolo che sto studiando. Una mia qualità? Marcare l’avversario. Preferisco giocare in difesa, non importa se al centro, a destra o a sinistra”. Seguendo i consigli di … “Mio papà. Lui è il mio idolo fuori dal campo. É una persona umile, che mi trasmette i valori giusti della vita. Idolo in campo? Cristiano Ronaldo per la sua mentalità da fuoriclasse”.

Südtirol, Kofler: “Grato a Bisoli e Corradi. La n.28? Per caso…”
Prima l’esordio in Coppa Italia, a 18 anni 3 mesi e 19 giorni, con Pierpaolo Bisoli in un Sampdoria-Sudtirol (14 agosto 2023) terminato 8-7 ai calci di rigore. Sei giorni più tardi è arrivato il primo gettone in Serie B nella sfida contro lo Spezia. A seguire, ecco ‘la prima volta’ con la nazionale, a 18 anni 9 mesi e 19 giorni, con l’Italia U19 di Bernardo Corradi nell’amichevole vinta 3-0 contro l’Austria (14 febbraio 2024). Due allenatori. Due conoscitori di calcio. Due persone fondamentali per la sua carriera. “Ho un bel rapporto con entrambi. Li ringrazio per le rispettive opportunità che mi hanno concesso. Onestamente non pensavo di poter esordire con il Südtirol a 18 anni. La nazionale? Sono grato a Corradi. Mi ha fatto realizzare un sogno che coltivavo fin da bambino. È stato un onore”.
Dietro a ogni storia (di campo) c’è sempre un ragazzo che sogna in grande. Giocare davanti alla tua famiglia, ai tuoi amici. Nello stadio che hai sempre visto in tv e magari con alle spalle un numero ben preciso… ma Kofler frena i sogni. “In realtà non l’ho scelto io (ride, ndr). Tempo fa il Team Manager mi chiese quale numero volessi ma dissi ‘guarda, in realtà non ho preferenze’ e mi diede il 28. Poi da lì mi ci sono affezionato”. Come racchiudere al meglio la semplicità di Kofler: tutorial approvato.