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Dalla guerra ai “record”: il ritorno del Qarabag in Champions League

I giocatori del Qarabag esultano dopo la vittoria sul Copenaghen (IMAGO)
I giocatori del Qarabag esultano dopo la vittoria contro il Copenaghen (IMAGO)

Dalla fuga da Agdam alla Champions League: il Qarabag sfida le big d’Europa con ambizione, identità e una tifoseria instancabile

Sapevate che la sorpresa della Champions League aveva giocato nella sua ultima edizione contro la Roma? Stiamo parlando del Qarabag. Nel 2017/18, oltre alla formazione giallorossa, nel girone c’erano anche Chelsea e Atletico Madrid. Dopo 2 pareggi – entrambi contro gli spagnoli – e 4 sconfitte, gli azeri salutarono la massima competizione europea, con la voglia, però, di tornarci il prima possibile.

Confermatasi come una delle migliori squadre della Misli Premier League (nonché l’unica della lega ad essersi mai qualificata per la fase a gironi della Champions League), negli anni successivi è sempre riuscita a chiudere il campionato al primo posto, guadagnandosi così la possibilità di giocarsi la qualificazione alla Champions League, ma fallendo spesso negli impegni decisivi e costretta così a retrocedere in Europa League. Fa eccezione la stagione 2021/22, in cui, dopo aver chiuso il campionato in seconda posizione, ha partecipato alla prima edizione ufficiale della Conference League.

A sostenere questo percorso di crescita c’è una tifoseria calda e instancabile – i “Qarabag fans” – capace di trasformare ogni partita casalinga in un evento elettrico. Il Tofiq Bahramov Stadium, impianto moderno da oltre 31mila posti, è diventato un fortino difficile da espugnare. Un ambiente che ha contribuito a rendere il Qarabag sempre più competitivo, anche sul palcoscenico europeo.

La formazione azera ha sempre dovuto fare i conti con ostacoli strutturali nel confronto con le grandi d’Europa: disparità economica, rosa meno profonda, ambizioni frenate. Ma non quest’anno: due vittorie nelle prime due uscite (con cui è diventata la prima squadra azera nella storia a vincere due volte consecutive in Champions League) hanno permesso al Qarabag di sognare una storica qualificazione alla fase successiva.

Una squadra senza città 

Negli ultimi decenni, l’FK Qarabag è diventato molto più di una squadra di calcio: è il simbolo vivente di una città scomparsa e di un popolo in esilio. Originario di Agdam, città rasa al suolo durante la prima guerra del Nagorno-Karabakh nel 1993, il club ha vissuto un lungo esilio a Baku, mantenendo un legame profondo con la sua terra. “Ad Agdam tutti amavano il calcio“, ha ricordato l’ex-bomber Musfiq Huseinov in un’intervista a The Indipendent, “ma ad un certo punto sentivamo che era diventato un obbligo assurdo. Ogni minuto pensavi che una bomba potesse cadere sullo stadio, su casa tua“. Il Qarabag è diventato una delle realtà più solide del calcio azero e, dal 2014, è una presenza fissa in Europa.

“Il club e lo stadio erano un tempio per gli esiliati“, ha raccontato Shahid Kasanov, ex-capitano. In questo contesto, l’avvio della nuova stagione di Champions League per il Qarabag non è solo una sfida sportiva. Ma l’ennesimo capitolo di una storia che intreccia calcio, identità e geopolitica.

L'esultanza del Qarabag per il gol del 3-2 contro il Benfica (IMAGO)
L’esultanza del Qarabag per il gol del 3-2 contro il Benfica (IMAGO)

Qarabag in Champions League: un avvio senza precedenti

Dopo quella Champions del 2017/18, il Qarabag ha dovuto aspettare diversi anni prima di ripresentarsi nella massima competizione europea. Tutto è cominciato dai playoff, contro il Ferencvaros: una vittoria netta per 1-3 in Ungheria ha reso indolore il 2-3 subito al ritorno, spalancando alla squadra allenata da Qurban Qurbanov le porte della Champions. Il primo avversario è stato il Benfica. Risultato? Prima storica vittoria in Champions. Infine, il Copenaghen, battuto 2-0.

Tra questi, spiccano alcuni dei nuovi arrivati con il mercato: Emmanuel Addai, autore del doppio vantaggio contro il Copenaghen; Mateusz Kochalski, portiere acquistato per 900 mila euro; e Camilo Duran, l’attaccante che ha lasciato il segno in Portogallo. Acquisti mirati, investimento ponderati, ma soprattutto una visione: quella di colmare il divario con le squadre più attrezzate d’Europa. E oggi, dopo una avvio europeo senza precedenti, il Qarabag non ha alcuna intenzione di fermarsi.

A cura di Pietro Selvi