Pastore: “PSG molto cambiato. Sorpreso da Dembele”
La prima parte dell’intervista all’ex trequartista del PSG, Javier Pastore in vista di PSG-Milan di Champions League
Per Eric Cantona era il miglior giocatore al mondo, in base alla sua presenza guardava le partite del PSG. Maradona invece lo chiamava ‘il maleducato del calcio’, mentre per Walter Sabatini è un quadro in movimento. In mezzo a tante stelle, la bellezza e la luce del suo calcio raffinato ed elegante, ma a tratti indolente e intermittente, per 7 stagioni ha deliziato la platea del Parc des Princes, che mercoledì farà da cornice alla gara di Champions con il Milan. “Il PSG ha marcato la mia carriera: è il club dove sono restato più a lungo, mi sono fatto tantissimi amici ed è la città dove sono nati i miei figli. Lì sono stato felice”, così Javier Pastore a Gianlucadimarzio.com. “Ho un rapporto molto bello con la gente: qualcosa che ho trovato anche da altre parti, ma per il tempo che ci sono stato il legame si è fatto più forte. Il ricordo migliore resta il mio primo campionato vinto, perché lo desideravamo tantissimo e la società era in crescita. Il primo anno ci è sfuggito per un punto, il secondo è stata un’esperienza bellissima che ricorderò per sempre”.
“Il trattamento a Messi? Ha inciso tanto il Mondiale vinto contro la Francia”
45 gol in 269 presenze complessive con il PSG per il classe 1989 di Cordoba, che lo hanno reso uno dei giocatori più amati dai tifosi parigini, al contrario di quanto accaduto al connazionale Messi, col quale ha sfiorato la vittoria della Copa America 2015. “Non so se sono stato l’argentino più amato a Parigi, non voglio paragonarmi ad altri. Sono consapevole che la gente mi vuole tanto bene: il loro affetto è lo stesso che ho provato a ricambiare io sul campo. Un qualcosa che abbiamo costruito piano piano, ma oggi c’è un amore tra me e la tifoseria molto bello. Non mi piace come hanno trattato Messi, così come se fosse accaduto a qualsiasi altro compagno. Ma il calcio e i tifosi sono così, decidono loro a chi voler bene o meno… Per Leo ha inciso tanto il Mondiale vinto proprio contro la Francia. Ogni cosa un po’ negativa gliela facevano pesare un po’ di più perché aveva vinto l’Argentina. Ma non saprei dirti di più, non mi piace quando si parla male di un giocatore. Anche di me hanno parlato male in altri luoghi, ma ogni tifoso o persona può pensarla come vuole”. Nella capitale francese, Pastore ha vissuto tanti momenti belli, ma anche periodi complicati. “Tra infortuni, partite e gol sbagliati scelgo l’anno in cui ho iniziato a infortunarmi al polpaccio, al soleo, che non riuscivo a uscire da quella situazione. È stato un momento brutto, ma ho avuto tanti tifosi che sono rimasti al mio fianco. Ed è stato meno doloroso così”. (CLICCA QUI PER LA TERZA PARTE DELL’INTERVISTA).
“PSG? A nomi ha perso tanto, ma col tempo sarà difficile da battere”
Il trequartista argentino è stato il primo grande acquisto dell’era Al-Khelaifi. 42 milioni nelle casse del Palermo per strapparlo alla concorrenza. Ma la formazione allenata da Luis Enrique è una squadra molto diversa da quella degli ultimi anni. “Vedo un PSG molto cambiato. Senza Messi, Neymar e Verratti che hanno sempre fatto la differenza lì, così come Sergio Ramos che ha contribuito tanto soprattutto nel secondo anno, a nomi ha perso tanto, ma sono arrivati tanti giovani forti che mi piacciono molto. Avranno bisogno di conoscersi un po’. Col tempo sarà una squadra difficile da battere. Io sono un po’ di parte: spero che possano fare bene in Champions, perché la proprietà, la città e i tifosi ci tengono tantissimo. Spero che riescano a compattarsi al momento di giocare perché davanti hanno giocatori che possono fare la differenza in ogni giocata”.
L’ex Elche e Qatar SC si è poi soffermato sui singoli. “Mi piace tanto Mbappé perché ho giocato con lui, l’ho visto crescere e vedo il suo livello attuale, so cosa può dare ancora. Chi mi ha sorpreso in positivo è Dembele, un altro giocatore che mi piace tanto: ha dribbling, accelerazione, calcia con entrambi i piedi e quando inizierà a segnare diventerà uno dei più importanti insieme a Kylian”. Milan avvisato quindi. “Il PSG al Parco dei Principi cercherà di fare la partita, mentre il Milan credo che farà la gara da squadra italiana, visti i tanti giocatori veloci davanti che fanno la differenza. Entrambe giocano bene, spero che sia una bella partita. Io tiferò PSG”. (CLICCA QUI PER LEGGERE LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA).