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Accardi: “Palermo è la mia vita. Tante ferite, ma adesso ho solo un obiettivo”

Tra il passato ed il presente del Palermo c'è un anello di congiunzione: Andrea Accardi. Il difensore palermitano, infatti, è l'unico giocatore della vecchia rosa rimasto anche in Serie D. Una scelta fatta con il cuore, per un ragazzo che ha sposato la causa della sua città con il chiaro obiettivo di riportare il Palermo tra i professionisti.
 
Giocatore in campo e tifoso fuori, un simbolo dell'appartenenza anche se Accardi non vuole alcuna etichetta: "Non mi piacciono – racconta a Gianlucadimarzio.com – Io mi reputo un professionista che ogni giorno lavora per raggiungere un obiettivo e, allo stesso tempo, sono un grandissimo tifoso del Palermo che è tutta la mia vita e l'ho sempre dimostrato. Restare qui è stata una scelta di cuore. Come detto il Palermo è tutta la mia vita, da tifoso e da calciatore. Il club adesso ha una società molto solida alle spalle e non è stato difficile trovare un punto di incontro".


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L'entusiasmo tornato in città è palpabile già da settimane, tanto che quasi 9.700 tifosi hanno sottoscritto un abbonamento. Il record del Parma (10.089) non è lontano, anche se la campagna abbonamenti resterà aperta ancora oggi e domani. Negli occhi di Accardi, però, ci sono i pienoni registrati nella partita interna contro il San Tommaso e nella passerella contro le Leggende Rosanero: "Sono felice che i quotidiani di tutto il mondo stiano elogiando i tifosi del Palermo che sono unici – spiega – Un plauso particolare a chi c'è sempre stato ed ha sostenuto la squadra nei momenti più neri e un benvenuto a chi si è avvicinato adesso o si è riavvicinato, perché soltanto insieme ai nostri tifosi possiamo raggiungere l'obiettivo".
 
Proprio nella notte delle Leggende, Accardi entrò in campo al fianco di Giuseppe Biava, uno che i rosanero li ha portati in Serie A al fianco di un altro Accardi, Pietro, cugino dell'Andrea che non vuole guardare ad orizzonti troppo lontani come la massima serie: "Non penso ai sogni, penso agli obiettivi concreti ed imminenti – ammette  – Oggi l'unico obiettivo di tutti, dal Presidente Mirri al magazziniere, è quello di vincere il campionato di Serie D,  non possiamo sprecare energie pensando ad obiettivi futuri".
 
Il passato, però, resta. Gli ultimi due anni, particolarmente tribolati fino al fallimento, Accardi li ha vissuti in prima persona. Cicatrici che restano dentro: "Il passato serve soltanto ad imparare dai propri errori per migliorare – spiega – Le ferite sono tante ma aiutano a crescere, però preferisco parlare del presente". Un presente che vede il Palermo primo in classifica in Serie D dopo tre giornate. Tre vittorie in altrettante partite, un inizio migliore non poteva esserci con Accardi a disposizione di Pergolizzi per giocare in qualsiasi ruolo: "Il mister lo sa, posso giocare anche in porta. Le scelte tattiche spettano all'allenatore, l'unica cosa che conta per un calciatore professionista è farsi trovare sempre pronto anche entrando dalla panchina. Contro di noi ognuno proverà a fare la partita della vita e troveremo sempre avversari super motivati per questo è fondamentale non avere mai cali di concentrazione".


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Cali che in questo momento il Palermo non ha avuto, nonostante il ritardo nella preparazione, anche grazie alla forza del gruppo. Una rosa che ha trovato la giusta intesa in poche settimane, sospinta dalla forte matrice palermitana composta da ben otto giocatori. Un clima sereno spiegato da Accardi attraverso un aneddoto: "Tornando dalla lunga trasferta di Locri in pullman a tarda notte per ingannare il tempo qualcuno ha iniziato a cantare canzoni italiane e dopo pochi minuti cantavano tutti. Segno che c'è un clima sereno, sano e positivo. Siamo insieme soltanto da un mese ma ci stiamo amalgamando al meglio senza distinzione di età o provenienza geografica".
 
Un percorso che il Palermo vuole proseguire senza soste, a partire da domenica prossima dalla partita con il Marina di Ragusa. Questo è l'unico pensiero di Accardi che non vuole fare promesse in caso di promozione. Scaramanzia o altro per un giocatore che, dopo essere caduto in basso con la sua squadra, vuole ricominciare la scalata verso il calcio che conta.