La favola dei Thunder: le analogie del titolo NBA con la Champions del PSG

Gli Oklahoma City Thunder vincono il primo titolo NBA della loro storia: le analogie con la Champions del PSG.
Dopo anni di purgatorio, fatto di sconfitte cocenti e di partenze doloranti, gli Oklahoma City Thunder ce l’hanno fatta: nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 giugno è arrivato il primo titolo della franchigia, dopo lo spostamento da Seattle.
La ricostruzione è partita tempo fa, con la partenza di uno dei migliori giocatori della franchigia, Kevin Durant, partito in direzione San Francisco per cercare quell’anello. Insieme a lui, anche James Harden ha salutato, con Russell Westbrook unico rimasto, poi partito nel 2019.
Proprio nell’estate del 2019 cambia tutto: dopo una stagione strepitosa, Paul George lascia Oklahoma City, facendo arrivare ai Thunder quello che sarebbe poi diventato il loro giocatore simbolo. Shai Gilgeous-Alexander ha disputato una stagione “For the ages”, come direbbero oltreoceano, con OKC che ha scelto di puntare sul futuro senza creare un’accozzaglia di superstar, pratica sempre più comune nella NBA moderna.
C’è una squadra calcistica che ricorda sinistramente questo tipo di progetto: il Paris Saint-Germain, che, dopo anni di ricerca dello Star System, ha deciso di ricominciare da zero, puntando sulla gioventù. Quest’anno è arrivata la prima Champions League della storia, con un percorso molto simile a quello dei Thunder.
Ricostruire, salutando le proprie stelle: le somiglianze tra Oklahoma City Thunder e PSG
Gli Oklahoma City Thunder hanno avuto ragione. Dopo anni di ricostruzione, fatti di sconfitte ai playoff nei primi turni e tanti addii difficili da digerire, è arrivato il titolo NBA tanto sperato. OKC ha deciso di lasciar andare molti dei suoi giocatori chiave, come Kevin Durant, etichettato come traditore dopo il passaggio a Golden State, e James Harden, finito a Houston.
Più recentemente, anche la bandiera della franchigia, Russell Westbrook, ha lasciato, insieme a Paul George. La trade per quest’ultimo ha cambiato per sempre la storia della squadra. Con il passaggio di George ai Los Angeles Clippers, al suo posto è arrivato Shai Gilgeous-Alexander, l’uomo che, soltanto ieri notte, ha guidato OKC al primo titolo, dopo anni di sviluppo personale. Insieme a lui, le scelte al Draft sono iniziate ad aumentare, vedendo il futuro sempre più roseo.

Questo percorso ricorda tremendamente bene quello intrapreso dal Paris Saint-Germain, che, soltanto qualche anno fa, poteva contare in rosa Neymar, Lionel Messi e Kylian Mbappé. L’aver unito questo tipo di giocatori non ha portato agli esiti sperati, con il PSG che continuava a vincere il campionato, senza mai riuscire a conquistare la terra promessa: la Champions League.
Con il passare degli anni, però, quella squadra è stata smantellata: via Neymar, Messi e, soltanto nell’ultima estate, anche Kylian Mbappé. Spazio alla gioventù, con acquisti mirati a migliorare il tipo di idea portata dal club. Dembélé è diventato un top player mondiale, insieme a lui è sbocciato il talento di Désiré Doué e Kvicha Kvaratskhelia ha consacrato lo scudetto vinto a Napoli. Un gruppo unito, coeso, che punta sul giocare insieme nel migliore dei modi piuttosto che affidarsi alle iniziative dei singoli.
Il confronto tra i singoli
Anche i singoli personaggi che sono stati protagonisti delle rispettive storie hanno analogie sorprendenti. Il più lampante è quello tra Ousmane Dembélé e Shai Gilgeous-Alexander: due talenti sbocciati a loro modo, coinvolti nelle giravolte del mercato, prima di giocare una stagione da consegnare ai posteri. Il canadese ha appena disputato una delle migliori annate della storia della pallacanestro, vincendo titolo NBA, MVP della regular season, MVP delle Finals e titolo di miglior realizzatore della stagione. L’ex Barcellona ha segnato 21 gol e 3 assist in 29 presenze, vincendo tutto ciò che poteva conquistare: Champions League, Ligue 1 e Coppa di Francia.
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Le partenze sono anche molto simili. Kevin Durant ha salutato sul più bello, dopo aver perso le NBA Finals ed essersi fatto rimontare dai Warriors qualche anno dopo, prima di andare proprio a Golden State per vincere. Così come Kylian Mbappé, che, dopo qualche anno di sofferenze, ha deciso di sposare il progetto del Real Madrid.
In panchina, due allenatori che hanno deciso di puntare sull’unità di squadra, partendo dal gruppo: Mark Daigneault in casa Thunder e Luis Enrique per il PSG. Nessuno è migliore del proprio compagno, tutti si sacrificano, partendo dalla difesa fino a trovare il miglior tiro possibile in attacco.
Il talento e l’esperienza di chi ci è già riuscito
E poi, il talento sbocciato: per i parigini c’è Désiré Doué, che ha segnato una doppietta in finale di Champions League e ha fatto vedere al mondo intero il suo talento. Per Oklahoma City c’è Jalen Williams, scelto al Draft del 2022 e sviluppato in casa, proprio come Doué per il PSG. “J-Dub” ha segnato 40 punti in gara 4 alle NBA Finals, prestazione riuscita soltanto a pochi eletti.
Infine, quell’esperienza di chi ha già vinto, di chi è già riuscito a conquistare un traguardo globale. Gigio Donnarumma ha già vinto, quel magico Europeo del 2021 dove ha dimostrato di essere speciale. In casa Thunder c’è Alex Caruso, partito dalla lega di sperimentazione dell’NBA fino a vincere un titolo con i Los Angeles Lakers di LeBron James, prima di ripetersi nella notte del 22 giugno.