O’Reilly, il nuovo wonderkid di Pep
Poteva essere un giant-killing, è diventata l’epifania di un talento: Manchester City-Plymouth Argyle, ottavo di finale di FA Cup, è stata la partita di Nico O’Reilly.
Il terzino sinistro classe 2005 ha ribaltato con una doppietta – il secondo e il terzo gol in prima squadra – il vantaggio iniziale del Plymouth.
Dopo aver eliminato Brentford e Liverpool, l’Argyle di Miron Muslic ci credeva.
Col gol di Talovierov sognava un’altra impresa, stavolta a Etihad.
Ma poi con due colpi di testa ci ha pensato lui, il ragazzino: un trequartista adattato in difesa, cresciuto nell’Academy del City e strappato allo United.
Chi è Nico O’Reilly, il nuovo wonderkid del Manchester City
Nico O’Reilly è il più classico dei local boy. Nato nel marzo del 2005, era stato “scoutato” per la prima volta dal Manchester United. E poi? “Ho scelto il City perché l’allenamento che ho fatto con loro è stato il migliore in assoluto, per distacco“. Anche il Liverpool e l’Everton gli avevano fatto fare dei provini, ma Nico a 8 anni aveva già le idee molto chiare.
He’s one of their own 🩵
Nico O’Reilly has been at @ManCity since the age of eight. Tonight, he scored two to send them to the #EmiratesFACup quarter-finals 🏆 pic.twitter.com/YflnZfoydo
— Emirates FA Cup (@EmiratesFACup) March 1, 2025
Anni dopo, per Nico sarebbe arrivata un’altra importante sliding door: la tournée estiva negli USA con Guardiola, che decide di investire su di lui. “Sarà una risorsa per la prima squadra“. Un sogno per chi, come O’Reilly, in Pep ha sempre visto “the best“, come recita la didascalia del suo primo post Instagram, che lo ritrae insieme all’allenatore catalano.
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Da centrocampista a terzino: l’evoluzione tattica e la doppietta al Plymouth in FA Cup
Da allora – era il 2021 – Nico è cresciuto tantissimo, nel vero senso della parola: da meno di 1 metro e 80 a 1,90. Ma il ruolo? Se glielo aveste chiesto 3 anni fa, Nico avrebbe risposto: “Attacking midfielder”, centrocampista offensivo. Poi l’evoluzione tattica, che va di pari passo con quella fisica: da “attacking midfielder” al solo “midfielder”; con l’infortunio di Kovacic e quello di Rodri, i tifosi cominciano a “sponsorizzarlo” come nuovo centrale davanti alla difesa.
Oggi, però, la risposta è un’altra. “Ruolo? Svaria“. Inevitabile, nel calcio di Guardiola. Che contro il Plymouth lo ha schierato sulla fascia sinistra, da terzino: “Potrebbe diventare come Gvardiol, un difensore che sa attaccare e segna“. In FA Cup lo aveva già fatto contro il Salford, si è ripetuto in questa gara da Man Of The Match. Intanto ha già esordito in Champions, ma finora in prima squadra si è ritagliato poco spazio; eppure nonostante gli interessamenti di altre squadre (poteva essere un Cole Palmer-bis), è rimasto. Fino a oggi, a questo 1 marzo da sogno. Il primo, vero passo del nuovo wonderkid di Etihad.