Il fischio finale di Mike Dean: l’arbitro (e showman) più iconico d’Inghilterra si ritira
Dalla rivalità con Wenger all’esultanza per il Tottenham, tra ammonizioni “no-look” e la passione per il Tranmere: l’arbitro Mike Dean si ritira
Uno sguardo all’orologio, il ticchettio delle lancette si fa più vibrante che mai. La testa innalzata, gli occhi fanno il giro panoramico dello Stamford Bridge. Un sospiro sconsolato: è arrivato il momento. Triplice fischio. Chelsea-Watford termina 2-1. Se per i Blues si è trattato di una partita di poco conto, lo stesso non si può dire per l’uomo vestito di nero al centro del campo. Già, perché stavolta trovare il fiato necessario per soffiare sull’ultimo fischietto deve essere stato difficile per Mike Dean.
Lo storico arbitro inglese ha concluso la sua carriera a Londra, con 53 anni sulle spalle e 559 partite nel bagaglio degli incontri diretti. Un numero non indifferente, anche se ciò che l’ha reso unico sono stati i tanti episodi vissuti nel corso della sua carriera. Eventi – a volte controversi – che l’hanno fatto diventare iconico: una figura tanto criticata quanto amata dagli appassionati inglesi. Ora non potranno più applaudirlo – o fischiarlo –, ma le sue memorabili gesta, popolarissime su YouTube, rientrano già tra i must-see della storia del calcio anglosassone.
Mike Dean, “a rough ref”
Dal 2000 in poi, Mike Dean è rimasto in pianta stabile per più di 20 anni tra gli arbitri della Premier League. E se già il numero di partite dirette da lui impressiona, ciò che sbalordisce di più è la severità – spesso declinata in mania di protagonismo – con cui ha approcciato molte di queste. Sono più di 2000 i cartellini gialli estratti da Dean, mentre ben 114 le espulsioni. Un dato record, che lo fa svettare in maniera sbalorditiva in questa speciale classifica tra tutti gli inglesi.
È per questo che nel Regno Unito, oltre a tante critiche accese provenienti dagli spalti, Dean è stato spesso visto come il più severo, o per dirla all’inglese “rough ref”, che letto con pronuncia anglofona palesa un simpatico gioco di parole. Tra le tante sanzioni provenienti da lui, la più significativa è probabilmente l’ammonizione imposta ad Aguero 10 anni fa, quando l’argentino segnò il gol decisivo per il titolo nel celebre 3-2 contro il QPR. Tutto sembrava concesso quel giorno all’Etihad, tranne togliersi la maglia. E giù una pioggia di insulti dagli spalti per l’arbitro.
Dall’altra parte di Manchester, invece, è nata la rivalità di Dean con Arsene Wenger, che dopo aver calciato per rabbia una bottiglietta d’acqua contro lo United, fu espulso e mandato sugli spalti. Al contrario dell’episodio col City, in quell’occasione l’arbitro inglese regalò solo sorrisi all’Old Trafford, con i tifosi che iniziarono a canzonare simpaticamente un incredulo Wenger. Sanzioni severe, che l’hanno portato nel bene e nel male a essere tra i ‘referees’ più iconici d’Inghilterra. Ma questi provvedimenti sono solo la punta dell’iceberg di un personaggio ben più contorto e spettacolare.
Un arbitro diventato showman
Rigore e moderazione. Sono le prime due regole che si insegnano a ogni corso per arbitri. Probabilmente, però, quel giorno Dean era assente, o assorto nei suoi pensieri. D’altronde, in molte partite della sua carriera è stato lui il protagonista indiscusso, togliendo i riflettori agli stessi giocatori. Showman prima che arbitro. Per qualsiasi dubbio, cercare il suo nome su YouTube. Tra i primi risultati comparirà sicuramente la clip estratta da Tottenham-Aston Villa del 2015, quando Dean esultò dopo il gol degli Spurs correndo all’impazzata, più dello stesso Moussa Dembelè, autore della rete. Conflitto di interessi? No, anche se molti quel giorno pensarono che l’arbitro avesse volontariamente rivelato la sua fede calcistica. In realtà, in quella celebrazione c’è tutta la passione professionale di Dean, che festeggiò semplicemente perché il gol venne realizzato sugli sviluppi del vantaggio assegnato da lui stesso. Pur essendo l’episodio più bizzarro della sua carriera, non fu l’unico.
Basti pensare ai tanti “veli” effettuati facendo passare il pallone sotto le gambe, o le ammonizioni “no-look”, un marchio completamente made in Dean, parte integrante del suo pacchetto da entertainer. Senza dimenticare poi lo schiaffo sul sedere di Januzaj al momento del cambio, lo stesso dato ad Abou Diaby dell’Arsenal durante un’azione di gioco che lo vedeva coinvolto. O ancora: il pallone nascosto ad Aguero dopo la sua tripletta, le mosse quasi acrobatiche quando concedeva i calci di rigore e le goffe cadute insieme ad alcuni calciatori. Tutti gesti vissuti col sorriso da parte di Dean, forse meno per certi tifosi. Ma di certo, se c’è qualcosa che non gli è mancata in più di 25 anni di carriera, è stata la capacità di intrattenere e dare spettacolo. Anche nelle partite più noiose, in cui si è trasformato da arbitro a vero e proprio attore.
Il passato tra i polli e l’amore per il Tranmere
Senza dubbio, Dean è stato tra i pochi arbitri della storia senza alcun filtro. Se il veto auto-imposto dai colleghi impedisce loro di esprimersi apertamente e commentare ogni propria scelta, lui al contrario si è presentato ai microfoni del Podcast dell’amico Peter Crouch per ripercorrere molti dei suoi passi. Come ad esempio l’infanzia e l’adolescenza, passata a giocare da portiere e a lavorare in una fabbrica di macellazione per polli. “Ne uccidevamo 140.000 al giorno”, disse all’ex attaccante degli Spurs, approfondendo anche la sua doppia vita da arbitro “matto” e mattatore, condotta fin quando non è arrivato in campionati più importanti.
A questo, poi, va aggiunta la passione indomabile e volontariamente palesata per il Tranmere Rovers, club della League Two inglese. Quando può, Dean è sempre lì, sugli spalti, per supportare la sua squadra senza contenersi, come accaduto quando vinsero una partita dei playoff. Ma da tifoso, cosa fa quando gli arbitri commettono errori a sfavore del Tranmere? Li contesta aspramente, “ovviamente”, ha risposto a più riprese.
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Niente mezze misure con l’ormai ex arbitro inglese, che ha sicuramente lasciato un ricordo indelebile tra gli appassionati, spesso spettatori di Dean, più che delle gare. L’ultima è stata a Stamford Bridge, dove anche lo stesso capitano del Chelsea Azpilicueta è andato ad abbracciarlo, con un entusiasmo simbolico del grande rispetto – oltre che del divertimento – provato dallo spagnolo e dai suoi colleghi in questi anni. E intanto, i tifosi erano lì, magari a rivedersi i celebri video ripercorrendo ogni momento epico, per poi assistere al suo ultimo fischio finale. E questa volta non ci sarà un altro calcio d’inizio.