Inter, Marotta: “Chivu? Rappresenta valori importanti. Qualcuno evocava Mourinho”

Dall’inizio della sua carriera al momento attuale dell’Inter, le parole di Marotta al master “Management dello Sport“
Giuseppe Marotta ha parlato durante il master “Management dello Sport“, affrontando diversi temi tra cui l’inizio della sua carriera e il momento attuale dell’Inter.
“Ho iniziato a 6-7 anni come mascotte del Varese”, ha detto il presidente nerazzurro con un sorriso. Ha poi raccontato un aneddoto sulla prima “trattativa” della sua vita: “La mia prima negoziazione? Una tuta in cambio di qualche aiuto al magazziniere”.
Il numero uno dell’Inter si è poi espresso sull’evoluzione dello sport moderno: “Lo sport oggi senza sostenibilità non avrebbe senso di esistere. Prima l’obiettivo era il traguardo sportivo costasse quel che costasse, oggi la sostenibilità porta a rispettare prima gli equilibri finanziari. Il concetto di passione però resta. Anche quello relativo alla cultura del lavoro, che mi ha portato ad imparare tutto quello che so”.
Marotta ha poi commentato l’inizio di Chivu sulla panchina dell’Inter, rinnovando la fiducia nei suoi confronti: “Mi meraviglio che le persone si siano sorprese della bravura di Cristian. L’abbiamo scelto perché rappresenta valori importanti, c’è stato il coraggio di andare controcorrente anche a livello mediatico. Qualcuno addirittura evocava Mourinho, che con tutto il rispetto… Se non avessi avuto coraggio mi sarei pentito” ha chiuso il numero uno nerazzurro riferendosi alla scelta di ingaggiare un allenatore giovane, con un profilo diverso da quello del portoghese.
Inter, le parole di Marotta
Il presidente dell’Inter ha concluso soffermandosi sul tema San Siro: “Per i vecchi romantici, pensare all’abbattimento di San Siro porta amarezza e nostalgiaIo stesso, per la prima volta, ci sono entrato nel 1966… È stato un contenitore di enormi emozioni. Ma così non si tiene conto dell’innovazione, che passa anche dal concetto di modernità”.
“Bisogna rispettare i criteri che devono essere presenti all’interno di uno stadio: sicurezza, che non c’è, accoglienza, per poter stare allo stadio tutto il giorno con intrattenimento di ogni genere, e senso di appartenenza. Avere una propria casa. Non era immaginabile una ristrutturazione, e così si è arrivati all’abbattimento. Ma bisogna farlo per forza. Lo stadio nuovo porta benefici diretti e indiretti, non avere più una cattedrale nel deserto ma un punto di riferimento anche in settimana, dare vita ad attività sociali”.