Il Nordsjaelland, il gol promozione col Brentford e il “Free kick Camp”. Marcondes: “Ispirare i giovani mi dà gioia”
L’amore per il Nordsjaelland, l’esordio in Premier League e il suo camp: la nostra intervista a Emiliano Marcondes
C’è un momento che è destinato a restare per sempre nella testa di Emiliano. Bisogna tornare al 29 maggio 2021, quando Marcondes mise la firma alla promozione del Brentford in Premier League nella finale dei playoff contro lo Swansea: “È stato uno dei giorni più belli della mia vita”. Parola di chi ha vissuto quella favola da protagonista.
La storia di Emiliano Marcondes
Ma partiamo con ordine, perché la sua storia va raccontata con molta attenzione. Emiliano – centrocampista danese classe 1995 – è nato con i colori del Nordsjaelland cuciti sulla pelle. È cresciuto lì, calcisticamente e umanamente. Poi la sua carriera ha avuto tante sfumature, girando sempre tra Danimarca e Inghilterra.
Marcondes entra nel settore giovanile del Nordsjaelland nel 2010 e dopo una trafila di tre anni arriva tra i grandi. Resterà lì fino al 2018, prima di rispondere “sì” alla chiamata del Brentford: “Nella mia ultima stagione avevo segnato 18 gol e 10 assist in 20 partite. È qualcosa che porto ancora dietro, è stato un gran periodo” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
L’impatto col calcio inglese non è stato semplice. Da un tipo di visione a un’altra, con idee e filosofie opposte: “In Inghilterra la tattica era molto differente dalla Danimarca, lì c’è più un focus sulle individualità. Poi i tifosi sono più appassionati ma mettono anche più pressione sui calciatori. Ma è bello vedere delle persone così interessate”.
Tutto inizia al meglio. Fiducia, serenità, voglia di giocarsi le proprie carte. Ma poi si mette di mezzo la sfortuna e cambia tutti i piani: “Quando arrivi in un nuovo club vuoi solo giocare. Stavo giocando bene ma quando la stagione è iniziata ho avuto un infortunio al piede e sono stato fuori per 3 mesi. Sono tornato ma dopo due partite ho avuto un problema alla caviglia”.
Un problema dietro l’altro. Dal paradiso all’inferno: “Non ho giocato per sei mesi. Una volta tornato ho iniziato a pensare di più alla cura del mio corpo. Mi ha aiutato a capire quando fermarmi e a non esagerare negli allenamenti”.
A fine stagione Marcondes vola di nuovo in Danimarca, questa volta al Midtjylland. Sei mesi in prestito per riprendere fiducia e ritrovare serenità. Una volta tornato al Brentford la storia cambia. Così si arriva a quel 29 maggio 2021: “Ho conquistato due promozioni in Premier, la prima è stata col Brentford. È stato un grande momento della mia carriera. Ci avevamo provato l’anno precedente e avevamo perso la finale contro il Fulham, ma ci ha aiutato ad avere più esperienza. Ricordo il momento del mio gol, ero in totale blackout”.
Emiliano entra nella storia insieme al suo Brentford. Sapete chi segnò quel giorno oltre a lui? Ivan Toney. “Toney è un leader. È fastidioso giocare contro di lui ma è bello averlo in squadra con te”.
Ma a fine stagione le strade del centrocampista e del Brentford si separano. Il Bournemouth ci punta e gli dà una chance: con le Cherries arriva un’altra promozione in Premier League.
Il cerchio si chiude lo scorso 27 agosto, quando Scott Parker lo fa esordire ad Anfield. Bello, sì. Ma entrare sull’8-0 non deve essere stato semplice: “Arrivavamo da due sconfitte. Eravamo sotto 5-0 all’intervallo e quando sono entrato stavamo perdendo 8-0. Ho giocato 15 minuti, è stato difficile. Ma comunque è stata una grande esperienza giocare ad Anfield”.
Il ritorno al Nordsjaelland e il “Free kick Camp”
Ma alla fine si torna sempre dove si è stati meglio. Così, a gennaio, Marcondes ha scelto di nuovo il Nordsjaelland. Sei mesi a casa in prestito prima di fare ritorno in Inghilterra: “È una bella sensazione essere tornato qui. Il Nordsjaelland è nel mio DNA, è una grossa parte della mia persona. Qui fanno le cose diversamente ed è per questo che sono tornato. È un club in continuo sviluppo”.
E la sua vita va oltre il calcio. Emiliano ha iniziato un progetto che coinvolge i ragazzi di tutto il mondo. Gira da una nazione all’altra insegnando loro a tirare le punizioni, con in palio delle sue maglie da calcio indossate in partita: “Da quando sono qui ho iniziato il “Free kick Camp”. Ho viaggiato in Brasile, Ghana, Egitto, Uganda e poi a novembre ho iniziato a portare questo progetto qui in Danimarca. È qualcosa che amo fare e che mi dà gioia. Vedere dei giovani imparare ed essere ispirati da me è fantastico, ma anche io vengo ispirato e imparo molto da loro. È una bella opportunità per i ragazzi”. Calcio, beneficenza e voglia di fare e imparare. Mescolate il tutto e verrà fuori Emiliano Marcondes.