Pissardo, da riserva a eroe: i suoi guantoni sulle speranze di salvezza del Bari
Eroe del match di andata contro la Ternana: ipnotizza Casasola e tiene in vita il Bari in vista della sfida decisiva di giovedì 23 maggio a Terni
Se il Bari è riuscito a rinviare tutti i discorsi salvezza alla gara di ritorno dei playout contro la Ternana, gran merito è da attribuire a Marco Pissardo. Giunto a Bari in punta di piedi da svincolato dopo il termine del calciomercato estivo, a oggi il 26enne piemontese è una delle ancore di salvezza per i biancorossi.
La sua è stata una stagione a due volti: nel girone di andata solo uno spezzone di 30 minuti nella partita con lo Spezia a causa di un infortunio di Brenno. Poi la decisione di Beppe Iachini di dargli fiducia al posto del portiere brasiliano nella trasferta di Como del 13 aprile, scelta riconfermata da Federico Giampaolo. A suon di parate l’ex Novara ha dimostrato di non essere arrivato in B per puro caso.
Dalle giovanili dell’Inter alla Serie B: a Bari l’opportunità di una vita
Marco Pissardo, astro nascente nelle giovanili dell’Inter, con una lunga gavetta alle spalle. Carlo Zotti, ex portiere della Roma e suo mentore nella parentesi al Lecco, ci racconta il lungo percorso che ha permesso al portiere piemontese di tornare alla ribalta. “Già da qualche stagione Marco stava facendo molto bene in Serie C. A Lecco gli feci capire che aveva tutto per essere un portiere di categoria superiore e che prima o poi sarebbe arrivata la grande occasione. Ricordo bene la nostra telefonata poco prima che firmasse con il Bari. Mi disse: “Mister, quell’opportunità di cui mi parlavi a Lecco è arrivata, mi cerca il Bari, ma non so ancora quale sarà il mio ruolo”. Ci sentiamo spesso, perché quando si è onesti, schietti e leali nel lavoro diventa facile instaurare un rapporto anche al di fuori del campo”.
Il Torneo di Viareggio da protagonista con la maglia neroazzurra, poi i primi trasferimenti in Serie C. Prima Arezzo, poi la svolta al Lecco, portato dal ds Domenico Fracchiolla: al termine della sua prima stagione con i lombardi viene premiato come miglior portiere del girone. Come a Bari, anche in quell’occasione, Pissardo partiva dietro nelle gerarchie a causa di uno strano intreccio di mercato: “Ai tempi del Lecco, lo abbiamo cercato a lungo. Non si riusciva a chiudere il trasferimento. Allora ci siamo tutelati acquistando un altro ottimo portiere come Bruno Bernato che cominciò alla grande la stagione. Dopo la prima giornata di campionato arrivò Marco che aveva lasciato Arezzo per avere la possibilità di giocare. Gli dissi che il suo momento sarebbe arrivato e doveva farsi trovare pronto. Così è stato, fece una grande annata”.
Rigore parato all’andata: il Bari punta su di lui per la sfida di Terni
A Bari ha iniziato da terzo portiere alle spalle di Brenno e Farroni, e lentamente ha scalato le gerarchie fino all’occasione di una vita nei playout contro la Ternana. Pissardo ha preso per mano i pugliesi tenendoli a galla nella lotta salvezza. Nella gara 1 al San Nicola, davanti a 33.808 spettatori, è il protagonista inatteso: prima mura Carboni, poi ipnotizza Casasola dal dischetto, ma sul gol del pareggio non puó nulla. “I suoi punti di forza sono la reattività e una grande forza mentale. A Bari sta riuscendo a metterli entrambi in mostra. Dopo la sfida contro la Ternana ci siamo sentiti e gli ho fatto i complimenti. Al di lá del rigore parato che è decisivo per le sorti del Bari, è cresciuto tanto. Lo vedo molto bene fisicamente e ha fatto enormi passi avanti nel posizionamento e nella comunicazione con l’intero reparto difensivo” – ribadisce Carlo Zotti.
Giovedì 23 maggio, allo stadio Libero Liberati, la missione più importante della sua carriera sin qui: salvare il Bari dalla retrocessione in Serie C. “Gli ho chiesto la maglia a inizio stagione ma non c’è stato modo di incontrarci” – sorride Zotti – “Forse ora non è il momento. Lui sa che lo seguo sempre ma ora deve solo concentrarsi sulla sfida di giovedí”. Qualora i pugliesi dovessero spuntarla a Terni, Marco Pissardo avrà sicuramente lasciato l’impronta dei suoi guantoni sulla salvezza.