Baroni, l’uomo che vive di sogni, ora culla la salvezza del Frosinone
Marco Baroni, dopo l’ultima esperienza con il Benevento, torna a respirare la sua aria preferita: il campo. Frosinone, l’ennesima sfida da vincere
“Mi mancava tutto, anche l’aria”. Si è presentato così oggi Marco Baroni, come nuovo allenatore del Frosinone. Parole, che non si discostano per nulla da come ci salutò solo poche settimane fa: “Voglio tornare a fare quello che amo. Il campo mi manca come l’aria”. Era stata questa la sua confessione nel racconto in esclusiva per gianlucadimarzio.com. Adesso l’ex Benevento torna a respirare la sua aria preferita: il campo, appunto. Un allenatore che fa del lavoro quotidiano il suo crisma principale “se non ci si allena al massimo non si otterranno mai risultati”. La pensava così da calciatore, quando era la parte operaia del Napoli dello scudetto, e la pensa così anche da allenatore. Subentra a Frosinone in un momento certamente non semplice, ma con grandissima voglia di rimettersi in gioco e dimostrare il suo valore.
“Non ho paura di nessuna sfida, anche in Serie A. Me la sono conquistata sul campo”. Ci confessò anche questo Marco Baroni, e alla fine la massima serie è arrivata. Quella Serie A che con fatica, sudore e lavoro si era conquistato a Benevento entrando nella storia giallorossa, e che l’anno scorso, come ha sottolineato in conferenza stampa oggi, gli ha insegnato tanto, pur non sorridendogli. Un destino, il suo, legato a doppio filo al Frosinone. Era infatti il 13 Maggio del 2016: Benevento-Frosinone valeva i playoff per la strega e la Serie A diretta per i giallo-azzurri. Benevento pieno di assenze e Baroni che confida ai suoi calciatori: “Portatemi ai playoff e vi porto in Serie A”, il resto è storia, ed ora il filo si ricongiunge. Una sfida, dicevamo, difficile. Non adatta ai deboli di cuore. Subentra a Moreno Longo, in una squadra sfiduciata sì, ma non lontana dalla salvezza. I giallobù, infatti, sono penultimi, a cinque lunghezze dall’Udinese, e sabato giocheranno proprio alla Dacia Arena. Sicuramente qualcosa potrebbe cambiare nello scacchiere tattico del Frosinone. Baroni predilige il 4-2-3-1, o anche il 4-4-2. Un calcio molto offensivo e propositivo il suo. Ama che la sua squadra crei tanto, ed arrivi alla conclusione attraverso un gioco ben definito. Non ha però posto l’accento su questo, ma su altri aspetti: senso di appartenenza, vigore e voglia, per arrivare alla salvezza. Per ora, moduli e tatticismi possono attendere. Però è giusto ricordare, che, il suo Benevento, l’anno scorso nella classifica dei tiri nello specchio era dietro soltanto a Juventus, Napoli e Roma. Strano ma vero, per chi non ha racimolato nemmeno un punto. Altro dato importante, nell’anno della Serie B, i giallorossi erano primi per palleggio e possesso palla. E terzi per azioni gol create.
L’allenatore toscano, da poco tornato dall’Inghilterra, dove ha studiato i metodi e gli allenamenti di Marcelo Bielsa, è pronto a rimettersi in gioco. Lui, che ha sempre sostenuto “ho sempre accettato sempre sfide difficili, con la consapevolezza di poterle vincere”. Come si approccerà alla squadra? A modo suo. Per capire Marco Baroni, basti pensare alla notte della promozione del Benevento in Serie A. Città impazzita, tifosi in delirio. E lui? Cena veloce con il suo staff, e rientro in albergo. Silenzioso, riservato. Entrerà nello spogliatoio del Frosinone senza sbattere la porta, perché a lui non piace. Piace capire, osservare, guardarsi attorno prima di agire, con lo stile e l’educazione che sempre l’hanno contraddistinto.
Lui, che si identifica uomo dei sogni “la sfida più bella è rendere un sogno realtà”. Adesso, ne cullerà uno nuovo: la salvezza con i giallo-azzurri. Marco Baroni torna in campo, il Frosinone e la Serie A, lo aspettano.
A cura di Francesco Falzarano