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Manu Lanzini, un sinistro al bacio per il West Ham e il Qatar

L’argentino del West Ham ha segnato un gol fantastico al Crystal Palace, e ora vuole riprendersi la nazionale Albiceleste

Manuel Lanzini ha deciso di prendere in mano il West Ham e di trascinarlo nell’Europa che conta. E lo ha fatto a modo suo, siglando la vittoria degli Hammers a Selhurst Park contro il Crystal Palace (3-2) con una doppietta.

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Il primo dei due gol (il 2-0, l’altro è stato il rigore del 3-0), di una bellezza sopraffina. Palla ricevuta sulla trequarti da Declan Rice, un controllo orientato che dà quasi l’impressione che la palla sia destinata a sfuggirgli via; poi Lanzini se la alza col sinistro, facendo ammattire mezza difesa dei padroni di casa, e la scaraventa con il mancino sotto alla traversa

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Già il gol dell’anno?

E così, a inizio 2022, la Premier “rischia” di aver già trovato il “gol dell’anno“. Accadde così presto anche il 1 gennaio del 2017, con il fenomenale scorpione di Olivier Giroud all’Emirates, sempre al Crystal Palace. Manuel Lanzini di gol belli, e importanti, ne ha sempre segnati. I tifosi londinesi ricorderanno per sempre quello del 18 ottobre 2020, segnato nel derby con il Tottenham allo scadere per un clamoroso 3-3 finale. Mentre quelli di Buenos Aires non dimenticano tutt’oggi la rete più veloce nella storia dei Superclasicos, segnato da un giovane Lanzini in maglia River contro il Boca di Riquelme nel 2013, alla Bombonera. “Manu” aveva 20 anni, ne erano passati 3 dall’esordio con la maglia biancorossa, e all’epoca era considerato uno dei più grandi talenti del calcio argentino

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Lui, nato 28 anni fa a Itunzaigò, nella provincia di Buenos Aires, è sempre stato tifoso del River, tanto da rifiutare la maglia dei rivali Xeneizes quando, da ragazzino, gli era stata prospettato il passaggio al Boca. Il suo scopritore, Ramòn Maddaloni, è anche il talent scout che per primo seppe riconoscere il talento di Riquelme, Gago e Cambiasso. Le responsabilità gli sono sempre piaciute, come quel numero 10 che in Argentina è contornato dall’aura sacrale del “Diez” (o, se preferite, del D10S) per antonomasia. Al River Lanzini gioca circa 100 partite in due riprese, intervallate da un’esperienza in Brasile, al Fluminense. Nel 2014-2015 è all’Al Jazira, ma sorprendentemente nel 2015 decide di acquistarlo il West Ham. Da lì in avanti 6 stagioni a Londra, con un totale di 180 presenze, 27 gol e 25 assist. Il rendimento è altalenante, il feeling con gli allenatori latita, la posizione in campo è spesso difficile da trovare.

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Il crack al ginocchio

Ma il talento è limpido, cristallino. Se ne (ri)accorgono anche in Argentina, dove con Sampaoli diventa un punto fermo della Nazionale, a partire dal 2017. In una delle amichevoli pre-Mondiale in Russia è anche autore della sua prima (e finora unica) rete con l’Albiceleste, contro l’Italia a Manchester, nella prima del traghettatore Di Biagio sulla panchina azzurra. Ma la sfortuna lo colpisce proprio sul più bello: la rottura del crociato gli impedisce all’ultimo di partecipare alla spedizione russa dell’Argentina. Ora, col Qatar all’orizzonte, Lanzini ha due obiettivi: portare il West Ham per la seconda stagione consecutiva in Europa (ora è quinto a 34 punti, meno 1 dalla Champions) e riconquistarsi la maglia Albiceleste, per riprendersi ciò che la sorte gli ha sottratto.