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Cana: “All’OM ho realizzato un grande sogno, alla Lazio abbiamo scritto la storia”

I primi anni in Kosovo, il tifo per l’OM, gli anni alla Lazio e l’analisi sulla partita di stasera: la nostra intervista a Lorik Cana

Lazio-Olympique Marsiglia è anche la partita di Lorik Cana, ex calciatore professionista con il sangue ‘celeste’. Nella sua carriera ha vestito entrambe le maglie, rimanendo affezionato a città e tifosi per motivi differenti. Abbiamo avuto il piacere d’intervistarlo e di ripercorrere il suo viaggio, partito a Pristina, in Kosovo, nel 1983: “Ho vissuto là per i primi sei anni della mia vita. Ho lasciato il Kosovo quando avevo sette anni. Mio padre aveva finito la sua carriera da calciatore e la situazione in Iugoslavia era un po’ tesa. Lui era partito prima di noi, io ho finito il mio primo anno a scuola ma quando abbiamo capito l’aria che tirava abbiamo deciso di trasferirci tutti in Svizzera da rifugiati. Siamo andati a Losanna“, ci ha raccontato.

 

 

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Lorik Cana è nato in Kosovo ma da sempre si dice tifoso dell’Olympique Marsiglia. Ecco perché: “Era il 1990 e quelli erano gli anni del grande OM di Bernard Tapie. Quando arrivai a Losanna era pieno di tifosi dell’OM, così come in tutta Francia e in tutte le regioni francofone. Così iniziai a seguire la squadra: dopo la finale di Champions del 1991 a Bari contro la Stella Rossa (persa ai rigori, ndr) mi misi pure a piangere. Insomma, sono cresciuto con un Olympique fortissimo, con grandi giocatori: i ragazzi della mia generazione erano quasi tutti tifosi dell’OM. È stato naturale per me innamorarmi di questa squadra“. 

Poi il destino si è messo nel mezzo: “Quando sei un bambino sogni sempre di giocare nel club che tifi e per cui vivi dalla mattina alla sera. Quando poi un giorno realizzi quel sogno, giocando in quello stadio e con quella maglia, è una cosa incredibile“. Ma prima di Marsiglia, Cana è cresciuto nel PSG, i rivali storici: “Il mio destino mi ha portato prima a Parigi: il PSG è il primo club con cui ho fatto un provino e il primo club professionistico con cui ho giocato. Il club ha permesso alla mia famiglia di venire in Francia: ero, sono e sarò un tifoso dell’OM, ma porto sempre rispetto per il Paris Saint-Germain. Dopo tre anni a Parigi sono stato io stesso a chiamare il Marsiglia. Conoscevo il presidente di allora (Pape Diouf, ndr) e gli dissi che se mi avessero voluto io avrei avuto un grande piacere a giocare nell’Olympique, un club che per me è sempre stato più importante del PSG. L’affare è stato fatto così, rapidamente. E sempre il destino ha voluto che un mese e mezzo dopo il mio arrivo a Marsiglia, segnassi il gol vittoria contro il PSG al Vélodrome: era da nove partite che perdevamo Le Classique, con un mio gol sfatammo il tabù. È stato bellissimo“.

 

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Non solo Marsiglia, però. Nel cuore di Cana, che ancora oggi vive a Roma, c’è la Lazio, la squadra per cui ha giocato dal 2011 al 2015: “L’avventura in biancoceleste però non è iniziata benissimo: ho avuto difficoltà all’inizio e un infortunio alla schiena che mi ha creato problemi. Dalla seconda stagione è andato tutto bene. Sfortunatamente quell’anno siamo usciti ai quarti di Europa League, ma avevamo la possibilità di andara anche oltre con quella squadra. Poi la stagione si chiuse con quella Coppa Italia vinta in finale contro la Roma, che ci ha permesso di entrare nella storia del club e nella storia dei derby di Roma. È stato un giorno incredibile“. 

“L’OM dà spettacolo, la Lazio ha grande esperienza”

Oggi, Lazio e Marsiglia si troveranno di fronte. Lorik Cana ci ha spiegato la sua analisi sulla gara dell’Olimpico: “Nel 2018 la Lazio (che anche quell’anno finì nel girone dell’OM, ndr) vinse senza troppi problemi sia all’andata che al ritorno. Rispetto a tre anni fa, oggi c’è meno differenza tra le squadre. Quest’anno saranno match più equilibrati e interessanti da seguire. L’OM ha un’identità di gioco offensiva, giocano con un modulo che sembra quasi un 3-3-4 e ci sono giocatori interessanti con un allenatore (Sampaoli, ndr) che ha una filosofia che rispecchia l’ambiente: l’OM dà spettacolo in campo. La Lazio ha sempre esperienza in più rispetto all’OM. Sarri prepara bene i match, e alcuni giocatori sono abituati a giocare ad altissimi livelli. Questo può essere un punto a favore per i laziali, anche se il Marsiglia è una squadra che inizia a giocare bene insieme: sarà una bella partita“. 

 

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“Lazio identità precisa, Marsiglia mix di culture”

Marsiglia e Lazio sono due realtà accese. Infuocate ma differenti. Calde ma opposte: “Sono due città che vivono di calcio. Questo è un fattore che accomuna Roma e Marsiglia. La prima differenza però è che a Marsiglia c’è solo l’OM e che l’Olympique è una religione per tutti i marsigliesi, mentre a Roma ci sono due squadre. La Lazio poi ha un’identità precisa, mentre l’OM e Marsiglia sono un mix di culture da sempre. Marsiglia è un porto sin dall’antichità. Nel tempo si è formata una popolazione cosmopolita, ma chiunque sia arrivato negli anni a Marsiglia, dagli italiani, corsi, sardi, spagnoli, maghrebini, africani, è sempre diventato un marsigliese a tutti gli effetti, e un tifoso dell’OM. Questa è un po’ la differenza tra le due realtà“.

Cana vivrà una serata speciale questo giovedì, insieme a suo figlio nella tribuna dello Stadio Olimpico. Ma sulla scelta della squadra da tifare non ha dubbi. Ce lo racconta con un aneddoto curioso: “Quando sono arrivato a Roma ho conosciuto la mia compagna. Ora vivo qui con lei e i miei figli. Mio figlio ha sei anni, è romano, parla italiano e insieme tifiamo sempre OM. In Italia però lui tifa Lazio, è normale. Lui è fiero di essere laziale. Due settimane fa l’ho portato all’Olimpico per il Derby. Era il suo primo match dal vivo e abbiamo vinto: è stato un bel pomeriggio. Ma questo giovedì saremo di nuovo allo stadio, insieme. E lo sai cosa mi ha detto? ‘Papà, sarà la prima volta che andremo a vedere una partita della Lazio, senza tifare la Lazio’. Noi infatti tiferemo OM, perché è il club che tifo da quando sono bambino, e ho trasmesso la mia passione anche a lui. Sarà bello e strano allo stesso tempo“. Insomma, sarà un piccolo derby in casa Cana. Ma di derby, Lorik se ne intende parecchio.