Koulibaly: “Lo scudetto del Napoli sarebbe anche mio. Juve? Maglia che non potevo indossare”
Le parole del difensore del Chelsea, ed ex Napoli, Kalidou Koulibaly
Kalidou Koulibaly ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera. Il difensore del Chelsea è tornato sulla sua scelta di lasciare il Napoli e sul grande avvio di stagione della squadra di Luciano Spalletti.
Koulibaly: “Il mio ciclo a Napoli era finito”
Il difensore senegalese ha commentato così la sua scelta di lasciare il Napoli in estate: “Credo nel destino, dopo otto anni doveva andare così. Il mio ciclo era finito, avevo dato tutto. Dal punto di vista delle emozioni cambia poco: sento ogni gol, ogni vittoria come se la stessi vivendo in prima persona. Questo Napoli resta comunque il mio Napoli. Sono felice di aver contribuito alla crescita della squadra. Negli spogliatoi del Chelsea parlo sempre delle loro vittorie perchè ne sono estremamente fiero. Sento spesso Anguissa e Osimhen. Ho scambiato anche messaggi con Kvara, che ancora non conosco”.
Koulibaly ha quindi confrontato questo Napoli con quello guidato da Maurizio Sarri: “Se vinceranno vorrà dire che sono più forti. Era un calcio diverso, non possiamo fare paragoni. Quel Napoli giocava in modo incredibile, dominavamo tutte le squadre. Oggi anche quando non dominano uccidono le partite, sono straordinari. Li vedo solidi e compatti. Mi auguro che possano vincere lo scudetto, ma non voglio dirlo per scaramanzia. Se accadesse andrei anch’io a festeggiare, lo sentirei come mio. Le cessioni in estate? Penso che abbiano liberato la squadra che non si nasconde più dietro a giocatori importanti. Non ho alcun rimorso, non avevano più bisogno di me”.
Infine Koulibaly è tornato sul suo periodo con Ancelotti e sull’interesse di altre squadre italiane: “Sono grato di aver lavorato con Ancelotti. Ha fatto sicuramente crescere il Napoli, ma all’epoca si parlava troppo di ciò che succedeva fuori dal campo, ammutinamento compreso. In estate ho ricevuto offerte da squadra italiane, ma non le ho accettate. La Juve? E’ una maglia che non avrei mai potuto indossare per fede e anche per rispetto”.
L’INTERVISTA COMPLETA NELL’EDIZIONE ODIERNA DEL CORRIERE DELLA SERA