Gli inizi in Germania, i successi in Polonia e l’arrivo a Udine: la storia di Runjaić
La crescita tra Germania e Polonia, il calcio moderno e la valorizzazione dei giovani come ossessione: alle origini dell’allenatore dell’Udinese
Dopo 4 giornate di Serie A, l’Udinese è prima in classifica. Tra i diversi trascinatori di questa squadra, l’autore di questa partenza siede in panchina. Il suo nome è Kosta Runjaic. Nome a sorpresa per molti quando è stato scelto lo scorso giugno, scelta ponderata invece per la famiglia Pozzo, che ha visto in lui l’uomo giusto da cui ripartire. Austriaco di nascita, d’origine croata ma tedesco di nazionalità, ha collezionato tra Germania e Polonia le maggiori esperienze in panchina. Ma è in ambito europeo che ha stregato i friulani.
La Conference League alla guida del Legia Varsavia è stato infatti il biglietto da visita che gli è valso la Serie A. Gioco offensivo, programmazione e crescita dei giovani, questo è ciò che vuole portare anche in Italia al servizio dell’Udinese. chi è Runjaić
Dalla scrivania alla panchina: la storia di Runjaić
Classe 1971, ha abbandonato presto il calcio giocato e ha iniziato a lavorare per Barcellona, Fenerbahce e Aston Villa, mentre faceva anche il venditore pubblicitario e l’assicuratore. Poi, nel 2004, Runjaic ha iniziato la sua nuova vita in panchina, con le prime esperienze da vice e nelle giovanili. Nel 2010 è arrivata la prima esperienza da primo allenatore, l’avvio di un percorso di crescita durato fino a alla scorsa primavera, prima della grande chance chiamata Udinese.
Alla prima stagione col Darmstadt, in Germania, vince subito la terza serie tedesca, ottenendo la promozione. Non male per un esordiente. In Bundesliga non ci arriverà mai, ma saprà comunque farsi notare ai massimi livelli del calcio tedesco. Nello specifico, nella stagione 2013/14, nella quale col Kaisersalutern raggiunge la semifinale di Coppa di Germania. Dopo aver battuto Bayer Leverkusen e Hertha Berlino, solo il Bayern Monaco di Pep Guardiola riesce a fermare la cavalcata dei suoi.
Percorso da sogno fatto con quella che era la squadra più giovane in assoluto tra prima e seconda serie tedesca. La valorizzazione dei giovani negli anni è poi diventata il suo marchio di fabbrica.
I giovani lanciati
Nella stagione successiva raggiunge ancora gli ottavi di Coppa di Germania col Monaco 1860. Soprattutto, però, continua a fare della fiducia nei giovani uno dei suoi mantra, con tanti prospetti importanti lanciati. Al Monaco 1860 punta su Florian Neuhaus e Felix Uduokhai, ormai arrivati stabilmente in Bundesliga.
Vincerà le sue scommesse anche in Polonia, dove è arrivato nel 2017 ed è rimasto fino alla stagione appena conclusa. Grazie a lui sorridono le casse del Pogon Stettino, a cui regala diverse plusvalenze importanti con giocatori fatti e cresciuti in casa. Anche l’Italia inizia a fare spesa da lui e così arrivano giocatori come Waluckiewicz (acquistato dal Cagliari), Benedyczak (Parma) e Listkowski (Lecce).
La sua filosofia è chiara: “Se si vuole promuovere i giovani giocatori, bisogna essere in grado di individuare un talento. Bisogna incoraggiarli, spingerli a farli progredire. E credere in loro“. Ad accorgersi del suo lavoro è una big del calcio polacco come il Legia Varsavia. Sarà l’ultimo trampolino verso l’imminente approdo in Serie A.
Le partite che hanno stregato l’Udinese
Il suo calcio è moderno e offensivo. Nel suo stile c’è l’essere padrone del gioco, condizione necessaria, a suo avviso, per raggiungere risultati. Risultati arrivati nelle ultime due stagioni, con una Coppa e una Supercoppa polacca portate a casa, prima del grande avvio di campionato con l’Udinese.
Ma è in campo internazionale che ha l’occasione per mettersi sotto i riflettori, grazie alla Conference League disputata in questa stagione. Il suo Legia Varsavia è riuscito a superare il girone della terza coppa europea, con vittorie di prestigio contro AZ e Aston Villa.
Sono queste le partite che convincono l’Udinese. In aprile si è interrotto il suo rapporto col club polacco a causa di dissidi con la società. Poco male per lui, che ha lasciato quella che è stata la sua palestra per arrivare in Serie A. L’Udinese ha puntato su di lui. Per il tedesco, questa è la grande occasione della carriera, mentre per i “prossimi Samardzic” è arrivato forse il miglior allenatore possibile.