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Il titolo Europeo U19 con l’Olanda e l’escalation con l’AZ: Kees Smit, la nuova stellina Oranje

Kees Smit (IMAGO)

Pilastro dell’Az Alkmaar e stellina dell’Olanda U19 campione d’Europa: alla scoperta di Kees Smit.

Quattro gol, un assist e miglior calciatore dell’Europeo U19. Kees Smit è l’ultima stellina del calcio olandese e dell’AZ Alkmaar pronta ad affacciarsi nel grande calcio dopo aver portato per la prima volta sul tetto d’Europa l’Olanda U19 di Peter van der Veen (il suo vice è Ibrahim Afellay, vecchia conoscenza del Barcellona).

Classe 2006, cresciuto in una cittadina olandese con il pallone in mano ascoltando un mix tra musica rap e Hazes. Il suo viaggio calcistico è iniziato nelle squadre locali, in particolare a De Foresters, club amatoriale vicino casa dove ha imparato a giocare a calcio tra asfalto ed erbetta dei parchi olandesi.

Durante un torneo disputato qualche anno fa, Smit ha segnato un gol diventato virale grazie a un pallonetto geniale che ha sorpreso il portiere. Un gesto tecnico non solo spettacolare, ma anche frutto di fantasia e abilità. Un gol spettacolare in Youth League, con un tiro dalla linea di centrocampo contro il Barcellona che gli è valsa l’etichetta di Goal dell’anno 2023.

L’Europa dei grandi l’ha già assaporata debuttando alla grande con il suo AZ: contro il Fenerbahçe, è entrato dalla panchina e ha realizzato gol e assist. Un vero e proprio predestinato che col passare del tempo cresce sempre di più proprio come ha testimoniato nel corso dell’ultimo Europeo U19.

La tecnica di De Jong e Kross con la solidità di Xhaka: chi è Kees Smit

Kees Smit è uno dei talenti più interessanti del calcio olandese. Centrocampista classe 2006, è entrato a far parte della famiglia AZ Alkmaar all’età di 9 anni guadagnandosi il titolo di talento più giovane dell’U12. Smit è un regista moderno, sempre con la testa alta capace di leggere i movimenti dei compagni e degli avversari posizionandosi in spazi strategici e offrendo molteplici opzioni in fase di costruzione. Freddezza di un veterano che lo hanno reso un perno non solo dell’AZ ma anche dell’Olanda U19. Può agire come regista arretrato, centrocampista box‑to‑box o mezzala più offensiva. Un jolly che ha fatto e farà sicuramente comodo all’allenatore Maarten Martens.

Kees Smit è un centrocampista elegante, riflessivo e intelligente, dotato di una visione lucida e padronanza tecnica notevole. Il suo senso del gioco, la capacità di dettare i ritmi e la versatilità lo rendono pronto per una carriera di alto livello. Con tali doti, non c’è da stupirsi se in breve tempo arriverà qualche top club europeo. La tecnica di De Jong e Kross abbinata alla solidità di Xhaka. Smit è anche questo e continuerà a crescere sempre di più.

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Toni Kroos, Germania (Imago)

Goes, Wijndal e Boadu: alla scoperta del laboratorio AZ

L’AZ Alkmaar è considerata una delle accademie giovanili più innovative in Europa. Il progetto è ben chiaro: circa il 50% della rosa della prima squadra deve provenire dal vivaio. Le sedute di allenamento prevedono possesso multidirezionale, fase di gioco e small‑sided games con ampio uso del pallone, intensità e feedback durante i tempi di recupero. Gli small-sided games sono partite o esercitazioni di gioco ridotte svolte con un numero inferiore di giocatori su un campo più piccolo e con regole semplificate o modificate rispetto al calcio tradizionale. Col tempo, questa modalità è diventato lo strumento centrale nell’allenamento moderno, in particolare nel settore giovanile dell’AZ Alkmaar.

Fino all’U16, la parola “tattica” è evitata: l’obiettivo è stimolare creatività. Ai livelli più alti si lavora maggiormente su tattica e risultati. Gli allenatori seguono più fasce d’età, ad esempio il coach dell’U18 collabora con U15 e U12. Questo approccio garantisce coerenza e condivisione della filosofia formativa tra i livelli giovanili. Vengono eseguiti test cognitivi già da 12 anni per misurare abilità come attenzione, velocità e memoria oltre che all’aspetto tecnico, fisico e mentale. Per le giovanili non è prioritario vincere, ma sviluppare una mentalità competitiva. Si insegna “come vincere”, non necessariamente “vincere sempre”. Sono sicuramente questi gli aspetti che hanno reso il vivaio dell’Az uno dei più produttivi. Da lì sono usciti numerosi gioellini, tra cui Rome‑Jayden Owusu‑Oduro, Ernest Poku, Myron Boadu, Wouter Goes e anche Kees Smit che è pronto a prendersi la scena europea.

A cura di Gerardo Guariglia