Dalla Juve di Ronaldo all’edilizia in 7 anni. Kameraj: “Dopo tre crociati rotti ho cambiato vita”

Il passato alla Juventus, gli infortuni e la scelta di dire “basta” al calcio: la nuova vita di Çendrim Kameraj
2 agosto 2018-29 settembre 2025. Tra queste due foto ci sono 7 anni di distanza. 7 anni in cui la vita di Çendrim Kameraj, il soggetto delle due immagini, è stata stravolta. Immaginate essere uno dei migliori talenti del vostro paese, realizzare il sogno di giocare per la Juventus e avere la possibilità di dividere lo spogliatoio con Cristiano Ronaldo. Poi però il vostro crociato fa crack; non per una, non per due, ma per ben tre volte. E allora tutto si spegne.
Ora smettete di immaginare, e immedesimatevi in Çendrim. Un ragazzo che ha convissuto con la sfortuna, passato in poco tempo dal coronare un sogno a dover fare i conti con un incubo. Un incubo reale. “La vita cambia a volte”: è quello che ha scritto il classe ’99 svizzero-kosovaro come didascalia di un TikTok nel quale si mostra nella sua nuova veste mettendo a confronto le due foto.
All’apparenza muratore, ma in realtà consulente di un’azienda che si occupa di reclutamento per il settore edile: “Lavoro in ufficio presso ICM Bau, e il nostro capo ha voluto che passassimo una giornata in cantiere per capire come sia il lavoro lì e quanto possa essere duro. Ci ha fatto apprezzare ancor di più quanto siamo fortunati a lavorare dietro una scrivania”, ha raccontato a gianlucadimarzio.com.
Il calcio era la sua vita, ma quella stessa vita lo ha messo a dura prova. Çendrim è stato tradito e costretto a cercare un nuovo modo per “sopravvivere”, per ritrovare quel sorriso che aveva gradualmente perso dopo ogni infortunio: “Forse avrei potuto avere più pazienza, o ascoltare prima il mio corpo. Ma non mi do colpe. Ho fatto ciò che pensavo fosse giusto in quel momento. Il rimpianto non cambia il passato”.
Dal Paradiso…
Dal Paradiso all’Inferno. Così possono essere riassunti in brevissimo i 7 anni di Çendrim. Il suo Eden è stato, per una stagione e mezza, la Juventus: “Quando è arrivata l’offerta della Juve è stato come un sogno, onestamente all’inizio non ci potevo credere. Mi sono sentito orgoglioso, entusiasta e anche un po’ nervoso, perché sapevo che sarebbe stato un passo enorme”.
E proprio in bianconero – dove è stato tra Primavera e Next Gen – Kameraj ha avuto la possibilità di giocare con fenomeni assoluti, su tutti ovviamente Cristiano Ronaldo: “È stato surreale, qualcosa di speciale. La sua energia spingeva tutti a dare di più. Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la sua mentalità. Non si fermava mai, e pretendeva continuamente di più da sé stesso e da chi gli stava intorno. Una volta mi disse ‘Il talento non significa nulla senza costanza e duro lavoro’, e quella frase mi è rimasta impressa. Osservare come si preparava mi ha mostrato cosa significhi davvero essere un professionista”.

…all’Inferno
A un certo punto, però, il giovane classe ’99 viene svegliato dal sogno e catapultato in un incubo senza fine, fatto di problemi fisici e tanta, tantissima, sofferenza. I compagni proseguono il loro percorso di crescita, lui non riesce a stare al passo; dunque, sceglie di lasciare la Juventus: “Non è stato facile. Ho avuto degli infortuni e sentivo di aver bisogno di un nuovo inizio, in un posto dove poter giocare di più e ricostruirmi. La Juventus mi ha dato tantissimo, ma a volte bisogna fare un passo indietro per poter andare avanti”.
Çendrim ci prova ripetutamente, ma il suo corpo non ce la fa. E allora, a soli 25 anni, prende la decisione più importante della sua vita: basta con il calcio. “È stato straziante. Il calcio era la mia identità fin da quando ero bambino, per molto tempo non sapevo chi fossi senza di esso. Ma con il tempo ho trovato la pace, ho capito che la vita non finisce al termine della carriera da sportivo” – continua – “Senza gli infortuni sarei potuto arrivare in alto, ero sulla strada giusta e sentivo di migliorare stagione dopo stagione. Tuttavia, non mi piace vivere con i ‘se’. Ho dato tutto quello che avevo, ed è questo ciò che conta”.
Orgoglio e gratitudine
Nonostante tutto, oggi – dietro la scrivania del proprio ufficio – il giovane svizzero-kosovaro non smette di immaginare ciò che sarebbe potuto essere, o che magari potrebbe ancora diventare: “Continuo a sognare. Forse un giorno tornerò nel calcio in un altro ruolo, magari allenando i giovani giocatori aiutandoli a evitare gli errori che ho commesso io. Ma anche al di fuori del calcio, voglio solo costruirmi una bella vita, essere felice e rimanere fedele a me stesso”.
I rimpianti sono tanti, e forse continueranno a pervadere la sua mente per sempre, ma per Çendrim c’è comunque qualcosa di positivo nel percorso: “Posso dire onestamente di essere orgoglioso di me stesso. Pochissime persone arrivano fin lì, e io ho sperimentato e realizzato cose che molti possono solo sognare”.
“Anche se le cose non sono andate esattamente come volevo, so di aver dato tutto quello che avevo, e questo mi riempie di orgoglio e gratitudine”: vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, anche se di acqua all’interno ce n’è ben poca; grazie a questo spirito Kameraj è riuscito a farsi una nuova vita, non lasciando che i rimpianti del passato prevalessero e guardando con entusiasmo al futuro. Un futuro in cui chissà, magari potrebbe avere una seconda possibilità all’interno di quel calcio che ha tanto amato.