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Ronaldo elogia Kulusevski: “Che talento. Ci aiuterà a vincere”

E' stata una notte da record per Cristiano Ronaldo. L'ennesima vissuta con il Portogallo. Da solo ha infatti steso la Svezia nella seconda giornata di Nations League, confermando i compagni al primo posto del girone. Decisiva una sua doppietta, che lo ha portato a quota 101 reti con la maglia della Nazionale. Prima una punizione, poi un'altra perla. Nessuno in Europa era mai riuscito ad arrivare in tripla cifra con la maglia del proprio paese. Insomma, il classe 1985 – che aveva saltato l'esordio con la Croazia per un'infezione al piede – è tornato a modo suo. 


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"Grande talento"

Dall'altra parte la Svezia, appunto. Dall'altra parte quello che alla Juve sarà un suo compagno, ovvero Dejan Kulusevski. CR7 non è rimasto indifferente alla prestazione del classe 2000 e lo ha voluto elogiare nel post gara: "E' un grande talento. Ci aiuterà a vincere e realizzare cose incredibili – le sue parole riportate da Aftonbladet mi piace molto vederlo, ha un grande potenziale ed è un ottimo giocatore. Spero di giocare con lui e di segnare tanti gol insieme". 


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"Che fortuna giocare con Ronaldo"

Parole importanti quelle di Ronaldo. I complimenti ricevuti sono arrivati subito alle orecchie di Kulusevski, che ha risposto immediatamente: "E' fantastico, pura benzina. Sono queste le cose che ti fanno lavorare di più. È un giocatore mondiale con cui tutti vogliono giocare. È un esempio che voglio seguire. In ogni partita dimostra di essere il migliore. Sono fortunato ad essere suo compagno e imparerò tutto da lui. E' gentile, ama aiutare gli altri. Sono molto grato".


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Polemica rientrata 

Con il Portogallo Kulusevski è stato schierato dal primo minuto, a differenza di quanto accaduto alla prima giornata contro la Francia: "Sono scioccato", così il ragazzo commentò l'esclusione, con il Ct Janne Andersson attaccato anche da Ibrahimovic nel post partita. Ma la polemica sembra adesso far parte del passato: "Corre molto, vince i duelli e risolve i problemi – lo ha elogiato l'allenatore – Ma chi pensava che a 19-20 anni potesse dominare contro squadre mondiali aveva torto. Ci vuole tempo per crescere".