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La “carta che non dovrebbe esistere” su CR7: la situazione

La situazione, nell’arco dell’inchiesta Prisma con protagonista la Juventus sul caso plusvalenze, sulla “carta che non dovrebbe esistere” di CR7

Nell’arco delle indagini sulla Juventus e, in particolare, sui conti presentati e legati al cosiddetto “caso plusvalenze” – che coinvolge club italiani ma non solo – sono state raccolte anche delle intercettazioni che stanno contribuendo a chiarire tutti gli aspetti dell’inchiesta con protagonista la società bianconera.

Inchiesta “Prisma“, così è stata chiamata l’operazione che ha il compito di far luce sulle varie operazioni di trasferimento di giocatori professionisti e sulle prestazioni di alcuni intermediari. La Juventus sta collaborando alle indagini, al contrario di due ex manager, che hanno deciso di non parlare davanti ai magistrati.

 

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“La carta che non dovrebbe esistere”

In particolar modo, però, così come Cristiano Ronaldo sa prendersi la scena sul rettangolo di gioco, così l’ha presa anche fuori dal campo. Esisterebbe una “carta“, secondo alcune intercettazioni, “che non dovrebbe esistere” e che riguarderebbe proprio l’accordo economico con il fenomeno portoghese.

 

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In una prima perquisizione da parte della Guardia di Finanza, tale carta, che ha giustamente un attenzione particolare, non è stata rinvenuta, il che ha destato sospetto durante le indagini. Ecco perché spiegata una seconda perquisizione, resa nota anche dalla stessa società bianconera in un comunicato ufficiale.

Le dichiarazioni dei legali sulla questione

Intanto, gli avvocati Maurizio Bellacosa – dello studio legale Severino, che difende la Juventus – e Davide Sangiorgio – che difende gli indagati della società – hanno svelato all’ANSA come il mancato rinvenimento del documento nella prima perquisizione (e per cui è stata avviata la seconda) non cambi l’ipotesi di reato.

 

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Il decreto di perquisizione di ieri non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento“, queste le loro parole, che di fatto allontanano l’ipotesi di un aggravamento di una possibile pena.