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Testa, rabbia, gol: Ronaldo e la doppietta rompi crisi

Gli bastano tre partite consecutive senza gol, per andare in campo di umore nero. Tre partite e mezzo anzi: l’ultimo risaliva alla gara contro la Roma del 6 febbraio, 13’ del primo tempo. 347’ di digiuno: troppi, per un Ronaldo a cui la Juve dell’ultima settimana ha convinto poco. Un pareggio per 0-0 contro l’Inter in Coppa Italia, la sconfitta contro il Napoli e soprattutto quella contro il Porto, che rimanda a un’ennesima speranza di rimonta il passaggio in Champions. Troppo.


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Un trittico quasi da incubo, che lascia strascichi anche contro il Crotone. Le scelte obbligate di Pirlo impongono poche sorprese e, anzi, solo conferme: con Cristiano, c’è Kulusevski. Con lui a fianco dal primo minuto, ha segnato in tutta la stagione (tra tutte le competizioni) 11 dei suoi 21 gol. Anzi, 13 dei suoi 23.


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Doppietta feroce ai calabresi, dopo mezz’ora in cui la Juve crea ma non riesce a chiudere. Ramsey al 38’ gli confeziona un assist perfetto: Cristiano ci mette la testa. Quanti erano i minuti? 347’+38’: 385’ senza segnare. Un’eternità.


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Ronaldo lo sa ed esulta con rabbia: niente “Siuuu, niente sorrisi, quasi nessun abbraccio. C’è solo la consueta musica dell’Allianz deserto a riscaldare l’atmosfera. Tanta rabbia, avvelenata anche dall’attesa del Var. Alla fine il gol è liberatorio: Ronaldo c’è sempre e si nutre di questo. E non è un caso che, con la testa (di tutti) libera, la partita vada in discesa. Nel recupero del primo tempo, Cristiano fa il secondo e questa volta corre verso la bandierina: tre passi, salto e solita esultanza. Nella ripresa, chiude i conti McKennie, che continua a tenere duro nonostante i problemi fisici e dà una mano a Pirlo nelle settimane più difficili di questa stagione.


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Con un Crotone in crisi (quelle riflessioni su Stroppa…) poteva sembrare tutto semplice. Non lo è stato. Lo sguardo duro del condottiero non impone cali. Anzi, solo l’intenzione di guardare oltre. Basta vedere quello sguardo per capirlo.