Da Santo Domingo al Barcellona: la storia di Firpo, il ragazzo che odiava il calcio
Un viaggio per stravolgere una vita: a 5 anni un cambio di Paese, costumi, abitudini e gusti. Junior Firpo in un’estate è diventato Campione d’Europa Under 21 e un nuovo calciatore del Barcellona, ma deve tutto a un destino che lo ha ‘costretto’ a giocare a calcio.
Viene dalla Repubblica Dominicana, terra di baseball e pallacanestro: scelse mazza e pallina come suo sport preferito, ma al momento di trasferirsi da Santo Domingo in Costa del Sol, quando doveva compiere ancora 6 anni, si trovò obbligato a farsi piacere il calcio.
Le sue abitudini, abbinate a un carattere introverso, gli crearono problemi a inserirsi nei gruppi a Malaga, prima città europea della sua vita. Il calcio non gli piaceva, anzi lo odiava, però era l’unico modo per integrarsi e trovare compagnia. Anche perché era spesso al ristorante dove i suoi genitori lavoravano come camerieri e di fatto non aveva alcun amico.
Ma gli inizi con il calcio non furono dei migliori. Viveva vicino al campo dell’Atlético Benamiel, ma era tutt’altro che contento di andare a giocare anche perché furono i genitori a imporglielo: si metteva spesso a piangere perché non gli piaceva questo sport e perché non riusciva a integrarsi con i compagni.
Eppure, nonostante tutto, scelse di continuare a giocare. Si asciugò le lacrime per salire continuamente di livello, anche grazie a Francis Guerrero, uno dei primi veri amici della sua vita. Prima il Puerto Malagueño, poi addirittura il Betis, che impressionato dalle sue qualità fisiche superò la concorrenza di Malaga e Granada nonostante la lontananza di Siviglia da casa sua.
Lì lo trasformarono da attaccante a terzino, per sfruttare a pieno la sua velocità e farlo correre il più possibile. Mossa vincente che lo ha portato a diventare uno dei pupilli di Setién, l’allenatore che ha deciso di dargli la grande chance in prima squadra: fiducia ripagata a pieno, con una crescita tecnica e fisica impressionante.
Dovette aspettare per il suo esordio perché si infortunò calciando in porta in un’amichevole nell’estate del 2017, quella in cui si decise di portarlo in prima squadra. Occasione solo rimandata e sfruttata alla grande, perché la scorsa stagione tutti si sono accorti del talento impressionante di Junior Firpo.
La consacrazione è arrivata in una partita in cui ha toccato con mano il proprio destino. Ha segnato un gol splendido in contropiede al Camp Nou, facendo capire al Barcellona che l’erede di Jordi Alba ce l’aveva sotto i suoi occhi, nove mesi prima del suo passaggio in blaugrana.
Esultò con un particolare balletto, perché se è vero che ha scelto la nazionale spagnola, scorre pur sempre un sangue dominicano che lui non ha mai rinnegato. Ama soprattutto la musica della sua terra d’origine, in particolare la bachata, e quella partita contro il Barça fu un vero saggio di danza.
Poi la grande opportunità in estate all'Europeo con la nazionale Under 21, quella che ha deciso di scegliere non per il prestigio della maglia, ma per riconoscenza verso quella Spagna che gli ha dato così tanto sul piano umano. In panchina alla prima giornata, fenomenale una volta messo in campo, soprattutto nella semifinale con la Francia dove sulla sinistra nessuno riusciva a prenderlo. Anche quella partita cominciò con un errore, un fallo da rigore presto dimenticato grazie al risultato e alla prestazione.
Un po’ come tutta la sua vita di nuove avventure partite col piede sbagliato e concluse sempre da protagonista. Junior Firpo oggi non odia più il calcio, anzi, approfitta del suo lato più bello. Quello che lo ha trasformato dal capriccioso ragazzino caraibico innamorato del baseball al terzino danzatore del Barcellona.