Liga: 5 giovani da tenere d’occhio nel 2019
I giovani che possono esplodere nel 2019: dalla velocità dell’ispano-dominicano Junior Firpo al talento di Riqui Puig. Ecco tutte le stelle del futuro della Liga
La Liga, il campionato dei fenomeni: dal 2009 ininterrottamente un calciatore del campionato spagnolo vince il Pallone d’Oro grazie all’era Messi-Ronaldo e al trionfo del 2018 di Luka Modric da calciatore del Real. A ogni big i suoi campioni, con un livello altissimo ormai anche nella parte centrale della classifica, tanto da avere addirittura quattro squadre in grado di vincere competizioni europee in questo ultimo decennio.
Ma la Liga è anche un campionato per giovani, grazie a un sistema collaudato in cui le squadre di ogni fascia di classifica hanno poca paura di lanciare i propri giovani sfruttando anche il ponte delle squadre B, architettato decisamente bene e funzionale per la crescita dei ragazzi, nonostante i club facciano sempre più difficoltà a portare queste squadre satellite nelle divisioni più importanti. Alcuni di questi giovani, come ad esempio Ousmane Dembele e Giovani Lo Celso, appena 21 anni sulla carta d’identità, sono già star mondiali con titoli importantissimi conquistati in carriera: altri sono invece da tenere d’occhio in questo 2019 in cui possono imporsi in un panorama competitivo come quello spagnolo.
Ferran Torres, il Valencia nel cuore e nel destino
Il Valencia è una delle squadre che sta lavorando meglio con i giovani: ottime scelte sul mercato e il progressivo inserimento di calciatori cresciuti nel proprio settore per rendere sempre più competitiva e al passo con i tempi la propria squadra. E così, dopo l’esplosione di Carlos Soler (probabile stella della Spagna U21 a Italia 2019) e la crescita del promettentissimo terzino Lato, il 2019 rischia di diventare l’anno di Ferran Torres. In questa stagione ha trovato già diverse presenze in prima squadra, spesso anche da titolare e in Champions League, dove è entrato per addirittura tre volte. Tifoso del Valencia fin dall’età di sette anni e grande innamorato della propria città, può diventare uno dei simboli del club: ha completato tutto il percorso delle giovanili del club inseguendo il mito di David Villa, anche se alcune sue giocate lo rendono forse più vicino come tipo di giocatore all’altro David di quel Valencia, Silva. In prima squadra ha esordito quando aveva appena 16 anni e quando c’è da festeggiare tira sempre fuori la bandiera della Comunitat Valenciana, per simboleggiare il proprio amore per la squadra e per la sua terra.
Brais Méndez, l’eletto di Iniesta
La Galizia è una delle comunità autonome più isolate della Spagna ed è per questo che è molto forte la connessione tra i calciatori di quella terra e le due grandi squadre locali: il Celta e il Deportivo. Brais Méndez è un ragazzo della provincia di Pontevedra, quindi più vicino a Vigo che a La Coruña, ed è per questo che ha scelto da subito il tifo celeste. Il suo 2018 è stato incredibile, ora aspetta solamente la consacrazione, magari sfruttando il suo status di calciatore da nazionale guadagnatosi grazie alla benedizione di Iniesta che dopo averlo visto giocare contro di lui al Camp Nou disse di essere particolarmente sorpreso da quel ragazzino dai piedi buoni. “Non mi aspettavo la convocazione neanche dell’Under 21, figuriamoci della maggiore” disse lo scorso autunno dopo la prima chiamata da parte di Luis Enrique, un evento particolarmente importante per la sua carriera perché al suo esordio assoluto in nazionale arrivò anche il primo gol nell’amichevole contro la Bosnia. Quest’anno deve confermare la sua crescita e giocarsi le sue carte nell’Europeo Under 21 in Italia, per dare fede alla benedizione di Iniesta.
Junior Firpo, il dominicano che preferiva il baseball al calcio
L’esplosione di Junior Firpo nel 2018 è incredibile tanto quanto la sua storia. Si è trasferito dalla Repubblica Dominicana in Spagna all’età di 6 anni e ha cominciato a giocare a calcio non per passione ma per trovare amici, cosa che gli risultava parecchio difficile dopo lo spostamento. Lui era infatti un appassionato di baseball, che in Repubblica Dominicana è sport nazionale e popolare quanto la bachata. SI avvicinò al calcio mentre i genitori lavoravano come camerieri in un ristorante e da lì comprese le sue straordinarie qualità che lo hanno portato a essere uno dei terzini più promettenti al mondo. Il 2019 può essere il suo anno dopo un 2018 da protagonista tra Liga ed Europa League, esaltato dal prestigiosissimo gol al Barcellona al Camp Nou: velocità e cambio di passo impressionanti, grande propensione al cross e agli assist e tutte le caratteristiche del terzino moderno. Al Betis hanno scoperto di avere un calciatore che può arrivare tra i top mondiali e la Spagna ha fatto l’impossibile per naturalizzarlo ed evitare che scegliesse la nazionale dominicana.
Unai Simon, l’erede di Iribar
La tradizione basca dei portieri è sempre di grande valore, anche se all’Athletic non sono mai riusciti a trovare un duraturo erede di Iribar, la grande leggenda che smise di giocare nel 1980. Perché nonostante si siano succeduti ottimi portieri, in pochi sono riusciti a restare tanto a difendere i pali a San Mamés. Ad esempio Zubizarreta passò giovanissimo al Barcellona in una situazione molto simile con quanto accaduto con il passaggio di Kepa al Chelsea quest’estate. E così a tentare la fortuna adesso è un altro portiere del 1997, Unai Simon. Attualmente non è il portiere titolare della squadra visto che la situazione complicata di classifica spinge Garitano a puntare maggiormente su un profilo d’esperienza come Iago Herrerín, nove anni più vecchio rispetto a Unai Simon. Tuttavia nelle sue sette presenze di Liga si sono viste le qualità di un portiere che ha solo bisogno di essere lanciato: ottimi riflessi, super reattività per quello che sembra essere il perfetto identikit del portiere che può accontentare anche un palato fine in materia come quello dei tifosi dell’Athletic. Il suo inizio di stagione fu molto positivo, soprattutto per le prove impressionanti contro Barcellona e Real Madrid: a frenarlo sono stati il rientro di Herrerín e la crisi nera della squadra che rischia addirittura la sua prima storica retrocessione, ma con una situazione di classifica un po’ tranquilla potrà tornare a mettere in mostra il suo super talento tra i pali.
Riqui Puig, il tennista mancato
Il Barcellona sembra avere in serbo una nuova batteria di calciatori da poter lanciare a breve. Dopo il progressivo e fin qui positivo inserimento di Aleñá in prima squadra, il predestinato per onorare la tradizione di Xavi e Iniesta sembra essere il giovane Riqui Puig. Col Barça ha già esordito in Copa del Rey, trovando anche un assist pochi minuti dopo il suo debutto. Giocate e pensieri da veterano, nonostante le interviste nel post partita avessero rivelato la sua voce ancora da bambino. D’altronde ha appena 19 anni anche se a vederlo in campo in mezzo ai grandi è difficile veramente pensarlo. Il debutto in Liga sembra veramente questione di tempo, ma ciò che si è visto nello sprazzo contro la Cultural Leonesa in Copa del Rey lascia presagire le enormi qualità nei piedi di questo ragazzo. In estate Gattuso lo aveva visto giocare nelle tournée americane del Barça dicendo che “era uno spettacolo da vedere” mentre un’altra leggenda del Milan, Massaro, gli è venuto persino a chiedere la maglietta. E pensare che ha rischiato anche di non giocare a calcio, visto che cominciò con il tennis mentre suo fratello giocava a hockey su prato. Per sua fortuna scelse di colpire la palla con i piedi e non con una racchetta e venne scoperto da Guillermo Amor, ex in Italia della Fiorentina e osservatore per il Barça, che decise di portarlo nella Masia. Da lì è cominciata la sua ascesa che nel 2019 potrebbe portarlo a esaudire il suo sogno di entrare stabilmente in prima squadra con la maglia blaugrana.