“Se debutta con la maglia della Nazionale mi faccio 25 chilometri a piedi… di nuovo”. Massimo Zanini, l’allenatore che ha fatto esordire in C2 Mattia Zaccagni, è un uomo di parola. “Ritorno nella ditta del Presidente affinché riconosca che avevo ragione io”. 7 anni dopo.
Ritorno al futuro
Riavvolgiamo il nastro. Zaccagni è un ragazzo del settore giovanile del Bellaria, squadra della città a due passi da Rimini da dove è partito anche Arrigo Sacchi. È il 2013 e Zanini ha il mandato per allenare la prima squadra da subentrato per 4 gare di Serie C2, prima dell'arrivo del nuovo allenatore. La prima non va tanto bene: sconfitti 1-0 dalla Pro Patria. “Volevo a tutti i costi fare esordire il ragazzo con noi nel derby contro il Forlì, ma il Presidente Nicolini il giorno prima pose il suo veto, perché dovevo mettere un giocatore più esperto dal 1’. Una doccia fredda. Ero nella sua ditta a Villa Verrucchio, alle porte di San Marino. Potevo scegliere se tornare a casa con lui in macchina incazzato o farmela a piedi”. L’allenatore optò per la seconda e si fece 25 chilometri sotto il nevischio. “Era dicembre, faceva un freddo cane, ma lo rifarei”. Aspettiamo.
Figliol prodigo
In quel derby, vinto dal Bellaria 2-1, Zaccagni riesce comunque a esordire nel secondo tempo. Da allora non si è più fermato. “Mattia faceva i compiti con la palla sotto il banco”. Due esempi da seguire: i suoi genitori. Papà Fabio, buona ala di categoria, e mamma Chiara. Entrambi appassionati di calcio. Gente di mare. E poi Giovanni Ceccarelli, allenatore delle giovanili del Bellaria, che lo ha coccolato e migliorato tatticamente: “Era un trequartista ma piano piano l’ho arretrato di ruolo”. Un ragazzino tra i grandi. Nella partita contro il Mantova i tifosi chiesero ironici a Marco Bernacci, ex attaccante dalle tante esperienze, se fosse sceso in campo con suo figlio.
Da quel momento Mattia comincia a fare provini in squadre più blasonate. Al Pescara lo scartano perché ritenuto troppo gracile. Il Verona invece crede in lui battendo la concorrenza del Modena. Da lì comincia la storia recente di Mattia, fatta di gavetta e sacrificio con Venezia e Cittadella. Poi tanto Verona, fino ad essere convocato in Nazionale da Roberto Mancini, dopo un inizio di stagione 2020/2021 strepitoso: 3 assist e una mole di gioco impressionante.
“Ne ho visti tanti di ragazzini” - continua Ceccarelli, che ora lavora per il Cesena - “ma non avrei pensato che Mattia potesse arrivare in Serie A. Figuriamoci in Nazionale”. L’umiltà però è quella di sempre. “A Luglio stavo passeggiando per Milano Marittima, a un certo punto ho sentito un frastuono e urlare ‘mister, mister!’. Era lui, in un bar insieme a molti suoi compagni di squadra ai tempi del Bellaria. Volevano che mi unissi”.
Mattia ora affronterà Estonia, Polonia e Bosnia in Nations League con la maglia azzurra. Zanini abita a 100 metri dalla sua casa di famiglia Bellaria. “Due giorni prima di essere convocato gli ho scritto che gli mancava solo la Nazionale”. Ora l’allenatore si prepara. 25 chilometri di camminata si sentono.