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Dal campo alla panchina, già candidato per il Barça: il Xavi allenatore

Addii e ripartenze, fine di un ciclo e inizio di un nuovo percorso. Barcellona-Bayern segna inevitabilmente un punto di rottura nella storia del club blaugrana, impossibile che non sia così dopo un’umiliazione del genere. Necessità di ripartire, di affidarsi a nuova figure, come fu con Guardiola nell’estate 2008 dopo il termine della gestione Rijkaard nell’ultimo anno senza titoli prima di questo 2020. Un uomo che da calciatore ha fatto la storia del club fu scelto allora e così potrebbe riaccadere, con Xavi sempre nella lista dei candidati assieme a Pochettino.

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Fenomenale da giocatore, giovane e da scoprire nella sua versione da guida tecnica. È in panchina solamente da metà 2019, anno in cui ha dato il suo addio ufficiale al calcio giocato in Qatar, all’Al-Sadd, squadra con cui poi ha iniziato la sua nuova avventura. Cambio di pelle e di identità, rapido ma efficace, l’esatta ricetta che serve al Barcellona in questo momento.

L’idea di calcio di Xavi

Ha portato il sunto della sua carriera nelle sue idee calcistiche, proponendo un calcio che prosegue la tradizione di possesso palla della cultura calcistica in cui è cresciuto. Propone un 4-3-3, lo schema preferito da dirigenza e tifosi del Barcellona, costruito sulla grande circolazione di palla e sugli scambi di posizione: sfrutta spesso i terzini che vanno in sovrapposizione sull’accentramento del rispettivo esterno, con tanti inserimenti delle mezzali che sfruttano il laborioso gioco di sponda di una punta che viene incontro per creare spazi.

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Difficile vedere la sua squadra forzare la giocata e alzare il pallone, spesso quando non c’è la soluzione diretta si preferisce ricominciare da dietro. La forza nel possesso palla, di fatto il miglior sistema anche per difendere e lasciare il meno possibile il controllo all’avversario. Concetti e filosofie completamente radicati all’interno di Xavi, uno dei registi più forti di sempre, un grande simbolo del Barcellona e dell’idea di calcio che ha messo il controllo del pallone al centro di tutto.

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L’apprendistato in Qatar e il sogno Barcellona

Dopo un anno alla guida dell’Al-Sadd ha vinto la Supercoppa Nazionale e la Coppa Principe della Corona, un torneo tra le prime quattro classificate, mentre in campionato chiuderà con ogni probabilità al terzo posto dopo che nella scorsa edizione aveva vinto, ma da calciatore.

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Un nome che torna ciclicamente quando si parla di cambi di panchina nel Barcellona: era in lizza quando è saltato Valverde, ha fatto più volte scricchiolare la panchina di Setién, destinato dopo il Bayern a lasciare la guida del club. Un anno di apprendistato in Qatar per plasmare la sua idea di calcio, figlia diretta della sua carriera da leggenda barcelonista, per provare a guadagnarsi la credibilità di allenare in un club in Europa e non essere soltanto una scommessa.