In un calcio che ormai si è abituato al ricorso alla tecnologia, la sua mancanza durante la fase di qualificazione ai prossimi Mondiali in Qatar ha fatto discutere non poco.
Tutto nasce da due episodi che hanno riguardato altrettanti giocatori della Juventus: Matthijs de Ligt e Cristiano Ronaldo, sfortunati protagonisti nei giorni scorsi di due clamorosi gol non ravvisati in Turchia-Olanda e Serbia-Portogallo.
Due situazioni di gioco, nei campionati per club, che la Goal line technology (introdotta in Italia nel lontano 2015) avrebbe facilmente potuto evitare. La UEFA, per quanto riguarda ovviamente le sole partite che vedranno impegnate squadre europee, ha escluso però l'impiego del dispositivo che tornerà dunque a disposizione degli arbitri solo nella fase finale del torneo.
Una discrezionalità, quella concessa dalla FIFA, che ha riguardato anche la Var, a sua volta non utilizzata in questa fase della competizione.
Scelta che non ha convinto i diretti interessati. Dopo lo sfogo di Ronaldo, anche il commissario tecnico del Portogallo, Fernando Santos, ha tuonato: “Ho detto all’arbitro in campo, con grande rispetto, che è inaccettabile giocare una partita di qualificazione ai Mondiali senza il VAR e la Goal line technology”.
Il comunicato della UEFA
In un comunicato diffuso attraverso l’Associated Press, l’organo di governo del calcio in Europa ha deciso di rispondere facendo riferimento alla pandemia globale per spiegare le tappe che hanno portato a questa decisione: “Nel 2019, la UEFA ha proposto alla FIFA l’implementazione del VAR nelle qualificazioni ai Mondiali. L’impatto della pandemia sulle possibilità operative e logistiche ci ha costretti a ritardare tale implementazione sia nella fase a gironi dell’Europa League, sia nelle qualificazioni europee per Qatar 2022”.
“Il VAR non era in uso anche nella fase a gironi della UEFA Nations League nell’autunno del 2020 e quindi fino ad oggi non è mai stato utilizzato nelle partite della fase a gironi di qualificazione per squadre nazionali UEFA”.
Un tuffo nel passato destinato a suscitare nuove polemiche, almeno durante la fase a gironi.