In Inghilterra gli spettacoli di questo tipo vengono chiamati thriller. No, non si parla dei libri di Stephen King, ma di quelle partite ad alta tensione capaci di togliere il fiato a tifosi e appassionati. E in effetti, basterebbe guardare le gare del Tottenham per capire che ogni settimana vanno in scena dei veri e propri film, non troppo lontani dal grado di suspense delle opere del celebre scrittore e sceneggiatore americano.
A far concorrenza a King, c’è un allenatore di origini leccesi, da sempre giramondo, ma ormai seduto stabilmente sulla panchina degli Spurs: è Antonio Conte, il regista calcistico che ha probabilmente raddoppiato il fatturato di tutti i cardiologi dalle parti di Haringcey – la zona settentrionale di Londra. Per ulteriori conferme, chiedere ai tifosi dei Lilywhites presenti sugli spalti del Jimmy Graves Stadium lo scorso 12 novembre, in occasione della rimonta per 4-3 sul Leeds United, protagonisti di un’esperienza a metà tra tachicardia ed estasi. E anche se non ci si abitua mai a questo tipo di spettacoli, le partite da batticuore sembrano ormai essere diventate una prassi per Antonio Conte e i suoi uomini.
Tottenham-Leeds, un thriller ad alta tensione
“Hanno provato a uccidermi”: una frase ironica, pronunciata goliardicamente da Conte nella conferenza post-partita, ma che racchiude al meglio lo spirito del Tottenham. D’altronde, anche il cuore dell’allenatore degli Spurs sembra aver bisogno di qualche settimana di pausa dopo la rimonta ottenuta sul Leeds. Un 4-3 frenetico, sintesi perfetta di caparbietà, sentimento e spirito agonistico: sono questi gli elementi principali dello specimen di firma Contiana.
Contro i Whites, ormai sulla scia dell’entusiasmo da qualche partita - soprattutto grazie alla Gen Z che avanza -, il Tottenham ha tenuto testa a un botta e risposta da last man standing. Alla fine, sono stati proprio gli Spurs a restare in piedi sul ring, prima pareggiando per tre volte i momentanei vantaggi del Leeds, per poi riuscire a dare il colpo del KO al minuto 83. Nella sfida al Rodrigo dei Peacocks, omonimo – per cognome - di Bentancur, è stato l’ex Juventus a imporsi, con l’iberico che per questa volta ha rappresentato solo una comparsa del film del Tottenham. Entrambi hanno segnato il risultato con una doppietta, ma l’uruguaiano ha avuto la meglio per il peso dei suoi gol, realizzando a distanza di 2 minuti dalla rete del pareggio anche il match-winner. E se la tendenza dovesse continuare ad essere questa, in linea con molti degli altri successi del club in questa stagione, anche con un elettrocardiogramma diventerebbe difficile studiare le frequenze cardiache di Conte e dei tifosi degli Spurs.
Tra rimonte e il miglior avvio stagionale della storia
A prescindere dall’esito del campionato, il nome di Conte è già entrato negli annali del Tottenham. Quello che stanno vivendo gli Spurs fin qui è infatti il miglior avvio stagionale mai registrato in 140 anni di storia. Sono ben 29 i punti conquistati dal club del North London in Premier League, che in 15 giornate corrispondono a quasi 2 a partita. Una media record nell’era dei 3 punti, capace addirittura di pareggiare il numero di vittorie (9) della stagione 1950/51, quando il Tottenham vinse il primo dei due titoli d’Inghilterra conquistati dalla nascita del club.
I successi, però, quest’anno hanno un sapore del tutto diverso. La fame agonistica degli uomini di Conte è implacabile, tanto da riservarsi sempre uno spazio per il piatto migliore alla fine. È negli ultimi 10 minuti che si accende davvero la spia dell’allarme degli Spurs, portandoli così ad aggredire le partite e rimontarle spesso in extremis. Un trend nato già dallo scorso anno, come quando riuscirono a vincere per 2-3 contro il Manchester City al 95’, diventando l’unica squadra a battere i pluricampioni d’Inghilterra nelle partite di andata e ritorno.
L’eccezione è diventata in questa stagione una vera e propria regola: quando si trova sotto col punteggio, il Tottenham in realtà non è mai morto. In campionato sono già tre le rimonte ottenute nei minuti di recupero. Quella al Leeds è solo il sequel della saga di thriller iniziata con il pareggio contro il Chelsea al 96’ e la vittoria con il Bournemouth, in cui al 92’ Bentancur ha ribaltato il risultato da 2-0 a 2-3 con un’altra firma da comeback. Il più importante, però, Conte l’ha riservato per la partita di Champions League contro il Marsiglia, ottenendo una qualificazione e il primo posto nel girone grazie alla rete di Hojbjerg, che al minuto 95 ha ribaltato il risultato, confermando ulteriormente la brutalità degli Spurs, da far invidia ai migliori serial killer dei libri di King.
Il "Conte zio", Don Rodrigo Bentancur e i bravi
Per descrivere al meglio i personaggi degli Spurs, sarebbe meglio scostarsi dalle scenografie tetre dei libri thriller per richiamare una cornice più familiare agli italiani: quella dei Promessi Sposi. Le varie figure e macchiette che arricchiscono il primo romanzo storico della nostra letteratura, tra omonimie e caratteri simili, sembrano essere state trasposte circa 400 anni dopo tra le strade di Tottenham.
Basterebbe prendere proprio l’allenatore del Tottenham per capire che, di nome e di fatto, richiama in molti tratti il “Conte zio” descritto da Manzoni. Un personaggio molto orgoglioso di sé, capace però di educare con bastone e carota i suoi uomini. Tra questi rientra (Don) Rodrigo Bentancur, nipote del Conte zio nei Promessi Sposi, ormai figlioccio calcistico dell’Antonio di marca Spurs. L’uruguaiano è diventato un perno assoluto del centrocampo del club inglese, tanto da realizzare 5 gol in stagione, due in più di quelli segnati in 181 partite con la maglia della Juventus. Conte lo ha rivitalizzato, tenendolo sotto la sua ala, così come fatto con i due “bravi”: Perisic e Kulusevski, gli esterni che guidano la classifica dei migliori assist-men della squadra, rispettivamente con 4 e 5 passaggi vincenti. Personaggi non casuali, ma voluti tutti profondamente dallo stesso Conte e da Fabio Paratici, forti delle tante esperienze in Italia. Lo svedese, inoltre, è diventato fin dallo scorso anno un giocatore fondamentale per il Tottenham e un idolo della piazza – che gli ha dedicato un coro sulle note di “Gimme” degli ABBA -, e il suo ritorno in campo dopo l’infortunio alla coscia sembra aver già cambiato in meglio l’inerzia della squadra.
La vera icona del club, per i tifosi, resta però Antonio Conte. L'allenatore ha sviluppato una sinergia totale con il Tottenham, che fin dall’anno scorso intona cori di ogni tipo dedicati a lui e mostra fieramente bandiere italiane sugli spalti del Jimmy Graves. L’ammirazione interculturale è reciproca, tanto che lo stesso allenatore ex Inter ha dichiarato di tifare Inghilterra in vista dei Mondiali, specialmente per il grande numero di suoi giocatori che compongono la rosa di Southgate.
Più che Conte zio, allora, sarebbe il caso di chiamarlo “zio Conte”, per l’atteggiamento passionale ed espansivo con cui si è integrato al mondo Spurs. E insieme a lui, Don Rodrigo Bentancur, i “bravi” e tutta la squadra del Tottenham compongono la perfetta scenografia, costruita insieme a Fabio Paratici, a metà tra Manzoni e un thriller di successo. Cattivi nei Promessi Sposi, sportivamente feroci sui campi da calcio. La saga continua.