Cinquanta lingotti d'oro, ognuno con le incisioni dei nomi di giocatori e membri dello staff della Nazionale di Italia '90. Il tesoro perduto delle "Notti Magiche" è stato finalmente ritrovato a Marino, città dei Castelli Romani che gli Azzurri avevano scelto come sede del ritiro per i Mondiali di trent’anni fa. Il comune, situato a sud di Roma, aveva fatto produrre questi piccoli lingotti per riconoscenza verso la Nazionale. Un tesoro di 1 kg e 250 grammi, che però non è mai stato ritirato.
“Fu Azeglio Vicini a negare il permesso ai giocatori” racconta Carlo Colizza, sindaco di Marino, a GianlucaDiMarzio.com. “Il c.t. non li fece andare a Palazzo Colonna per ritirare i lingotti”. Storia particolare, dato che l’Hotel Helio Cabala – sede del ritiro azzurro – dista soli 5 minuti dal Comune. “La cosa sfumò e l’allora sindaco di Marino, Santarelli, mandò anche una lettera al Presidente della Repubblica, in cui disapprovò questa incomprensibile chiusura verso la città che aveva ospitato la Nazionale. Il tesoro cadde quindi nell’oblio, chiuso dentro una cassetta di sicurezza intestata al comune. E la storia si è persa negli anni”.
"Come un bambino con il tesoro dei pirati"
Fino al ritrovamento di questi giorni: “Durante una nostra premiazione a De Sisti per Italia-Germania 4-3, un giornalista locale mi ha detto che l’allora sindaco gli aveva raccontato l’episodio. Così mi è venuta la curiosità, mi sono incontrato con il presidente della nostra Tesoreria e gli ho chiesto se esistesse questa cassetta. E dopo un paio di giorni è stata trovata”. Un’emozione enorme: “Ero come un bambino con il tesoro dei pirati. Mi sono tornati in mente quei giorni del 1990: avevo 17 anni ed ero al campo a vedere gli allenamenti, con campioni come Baggio, Maldini, Schillaci e gli altri a un metro di distanza. Un sogno”.
I ricordi di trent'anni fa
Il sindaco ci porta proprio al Domenico “Mimmo” Fiore, Stadio Comunale di Marino dove all’epoca si allenava la Nazionale: “Fiore costruì la curva attuale e lo stadio fu ampliato come capacità. Fu fatto tutto in tempi brevi, grazie a tanti marinesi che lavorarono duro. Ancora oggi è uno degli impianti con maggiore capienza nella provincia”. Che porta il ricordo speciale di Italia ’90: “Quando la squadra arrivò in autobus non passò per il centro, perché l’Hotel Helio Cabala è leggermente spostato. Io ero lì in strada, insieme a tanta gente, per accoglierli. Sembravamo una piccola curva”.
"Chiudiamo questa storia"
Oggi quel ricordo è tornato più vivo che mai. Il valore aureo del tesoro è di circa 40 mila euro, ma c’è qualcosa che secondo Carlo conta di più: “Leggere quei nomi sopra i lingotti è stato emozionante. Se i cittadini decideranno per una monetizzazione, un’asta, immagino che il valore sarà superiore rispetto a quello puramente economico. È importante coinvolgere gli abitanti per una cosa che sta riportando Marino in auge a livello internazionale. Mi hanno chiamato dall’America, dalla Russia…”.
Ma il tesoro non ha ancora un destino: “È un bene pubblico, che appartiene alla gente. I giocatori e lo staff, dopo 30 anni, non penso abbiano grande desiderio rispetto ai lingotti. Ma le loro figure sono importanti da coinvolgere. Personalmente avrei grande piacere di ricostruire e chiudere questo episodio che è rimasto un po’ sospeso nella memoria della popolazione”. Con un appello finale “per tutti loro e per qualsiasi dirigente della FIGC. Sono i benvenuti qui a Marino. E se vorranno tendere una mano sarò solo che felice, a nome di tutta la città”. Con la speranza che, dopo trent’anni, il cerchio si possa finalmente chiudere.