Per arrivare al centro sportivo dello Sporting bisogna attraversare campi e tanto verde per più di mezz’ora. Si è nel bel mezzo del nulla. Il motivo della scelta? “Qui pensiamo solo al calcio”. Futebol e nient’altro. I giovani devono avere la testa solo su quello: la prima regola per avere un settore giovanile da sogno.
Nelle giovanili dello Sporting: i segreti del club
Nel settore giovanile dello Sporting tutto funziona alla perfezione. Tanto passa da chi gestisce dall’alto una realtà come questa: “Ho iniziato nel 2019 come direttore delle giovanili. Negli ultimi due anni ho iniziato a lavorare anche nella squadra femminile”. A parlare è Tomaz Morais, direttore dell’academy dello Sporting.
“Lo Sporting è un club differente. La nostra priorità è di lavorare con i giovani. Per noi è importante avere un buon reparto di scouting per cercare i migliori talenti e poi formarli come calciatori e uomini”. Calciatori e uomini. Per Tomaz vanno di pari passo. “Per noi l’educazione è fondamentale. Qui seguiamo il modello di “dual career”. Abbiamo un dipartimento in cui i ragazzi studiano”.
Un meccanismo che funziona alla perfezione. Tutti quelli che lavorano nel club credono nel modello che lo Sporting porta avanti. “È importante portare i ragazzi nelle nostre giovanili il prima possibile. Questo perché crediamo nel nostro processo. Cerchiamo di portarli da noi quando sono davvero giovani”.
Ma a rendere speciale tutto ciò è anche la storia. Un club che ha alle spalle anni di gloria, vittorie e tanta “pubblicità” fatta dai vari talenti usciti da quell’academy. Cristiano Ronaldo è il primo su tutti. Proprio per questo lo Sporting ha deciso di dedicargli il nome del centro sportivo: “È più di una questione sportiva. È un brand molto forte, è un’immagine importante per i nostri ragazzi. È un esempio per loro”.
Ma l’Academia Cristiano Ronaldo è più di un centro sportivo. “Abbiamo otto campi ma l’idea è di averne di più in futuro. Ci sono sale per lo studio, due palestre, piscine, il dipartimento medico. L’intera struttura è pensata per seguire le nostre idee. Il bello è che è isolata da tutto il resto della città”. Quella è la casa delle squadre dall'Under 14 in poi. E i più piccoli? Per loro lo Sporting ha cinque strutture in tutto il paese. Una volta compiuti i quattordici anni, poi, i ragazzi passano all'academy "principale".
Scovare talenti, portarli a Lisbona il prima possibile e lavorare per farli crescere. L’ultimo step è l’arrivo tra i “grandi”: “Ora, nella rosa della prima squadra, abbiamo 4 giocatori che sono arrivati dalle giovanili. Qui abbiamo una hall con i nomi di tutti i giocatori che sono arrivati in prima squadra negli ultimi 20 anni. In totale sono 68”. Per loro il successo con i giovani vale più di ogni altro trofeo. E i riconoscimenti non mancano: nel 2021, infatti, lo Sporting ha vinto il "Youth Award" dell'ECA.
Leao, Matheus Nunes, Gonçalo Inácio. Di talenti usciti da quelle parti ce ne sono tanti. Ma quando Tomaz parla di Nuno Mendes usa un tono diverso: "Ogni volta che torna in Portogallo viene a farci visita. Parla ancora con altri giocatori che sono qui, è in forte contatto con noi. È stato scoperto dal nostro reparto scouting quando era molto piccolo. Per noi è un esempio del successo del nostro metodo. È un ragazzo con grandi valori, molto competitivo e sempre concentrato. La prima volta che si allenò con la prima squadra sembrava davvero a suo agio. Giocava con naturalezza e questo è un grande esempio: nello sport c’è grande stress, ma ognuno può essere sé stesso in campo”.
Insomma, la priorità è portarli in prima squadra. Ma poi “a volte abbiamo bisogno di venderli. È normale che dei club vogliano comprarli”. Passano gli anni ma i principi sono sempre gli stessi. Quella dello Sporting è una delle più grandi fabbriche di talenti di tutto il mondo. I Leões continuano a tirare fuori gioielli su gioielli.