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Data: 16/05/2023 -

Nel settore giovanile del Nordsjælland: “Da Kudus a Lobotka e Schjelderup, ecco i nostri segreti”

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La nostra intervista ad Alexander Riget, head of coaching delle giovanili del Nordsjælland
La nostra intervista ad Alexander Riget, head of coaching delle giovanili del Nordsjælland

Prendete il vostro cellulare, aprite Instagram e cercate il profilo ufficiale del Nordsjælland. In bio c’è una frase che sintetizza alla perfezione la filosofia del club: “We are not normal #BelieveInYouth”. Ecco, dalle parti di Farum si lavora così: si crede nei giovani, il resto passa tutto in secondo piano. 


 

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Photo Credits: Noah Thielemann, fcn.dk

 

Nelle giovanili del Nordsjælland: la filosofia del club, i talenti del passato e i nuovi gioielli

 

Da fuori si vede solo il risultato, ma poi bisogna tuffarsi dentro quel mondo per capire il lavoro che c’è dietro. “Avere delle giovanili come le nostre è molto importante. La nostra strategia è dare opportunità ai giovani di sognare e vivere grazie al calcio”. A parlare è Alexander Riget, “head of coaching” delle giovanili del club e prossimo direttore tecnico. 

 

“Sono entrato 11 anni fa. Tra un mese prenderò il ruolo di direttore tecnico. La mia responsabilità è sulle squadre under 19, under 17 e under 15”. Insomma, per Alexander il Nordsjælland è un po’ come casa.

 

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Photo Credits: Noah Thielemann, fcn.dk

 

Fiducia ai talenti, poche spese sul mercato, plusvalenze e tanta pazienza. Così il Nordsjælland ha costruito il miglior settore giovanile di Danimarca. “Abbiamo la nostra accademia qui. Ma poi cerchiamo ragazzi in Finlandia, Norvegia e Svezia”. Ma aspettate, lo scouting arriva anche più lontano. “Il nostro proprietario è lo stesso del “Right to Dream Group”, che ha costruito un’accademia in Ghana 25 anni fa. C’è dunque una connessione con il paese”. 

 

Uno dei segreti del club? Anticipare l’arrivo dei talenti. “Vogliamo portare i giovani nel nostro club il prima possibile, già a partire dai 9 anni. Pensiamo che l’apprendimento, l’educazione e l’allenamento siano la cosa più importante per diventare un calciatore. Iniziare questo processo il prima possibile aiuta a far migliorare il ragazzo”. E poi c’è l’aspetto che va oltre il calcio: l’educazione e l’istruzione: “Tutti i nostri giocatori vanno a scuola. Essere un nostro calciatore significa avere una dual career”.

 

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Photo Credits: Noah Thielemann, fcn.dk

 

Insomma, il Nordsjælland è un modello per tanti club. Basta guardare una delle ultime formazioni schierate: “In prima squadra abbiamo diciotto giocatori provenienti dalle nostre giovanili. Abbiamo la rosa più giovane della Danimarca e una delle più giovani in Europa. Facciamo debuttare circa nove ragazzi in ogni stagione”.



Negli ultimi anni tanti talenti hanno vestito quella maglia. Eppure quello che è rimasto più nella testa di Riget è Kudus, classe 2000 ora all’Ajax: “Lui è arrivato dalla nostra accademia in Ghana, è un giocatore speciale. È passato in prima squadra a 18 anni e dopo qualche anno lo abbiamo venduto all’Ajax. Ricordo che una volta andammo a giocare un torneo giovanile in Irlanda del Nord e giocava in coppia con Damsgaard. Avevano imparato a capirsi in campo. È bello vederli ora a un livello alto”.

 

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E poi c’è una nostra conoscenza: Lobotka lo abbiamo preso dal Trencin. Dal primo giorno abbiamo capito che giocatore fosse. Lui aveva giocato nelle giovanili dell’Ajax senza grande successo: abbiamo dovuto ricostruire un po’ la sua autostima. È stato uno dei migliori giocatori della Superliga. Era pazzesco in fase di costruzione, velocissimo nelle sterzate”.

 

L’ultimo esempio è Andreas Schjelderup, esterno offensivo classe 2004 che il Benfica si è portato a casa lo scorso gennaio: “È arrivato dal Bodo a 16 anni. È uno dei giocatori più affamati che abbia mai visto. I primi due mesi ha un po’ faticato: giocava poco e aveva bisogno di mettere su un po’ di chili. Ha girato tutte le giovanili dei migliori club d’Europa: ricordo che è stato in prova al Liverpool, al Villarreal e al PSV. Quando doveva decidere per quale squadra giocare ha scelto noi. Ha sempre pensato al miglior step da fare per poter crescere”.

 

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Per un club così, però, è importante anche trasmettere la voglia di vincere ai più piccoli. “La nostra squadra Under 19 è terza in classifica. I ragazzi dell’Under 17 sono primi, hanno anche vinto la Future Cup contro Juventus, Ajax, Chelsea e Psg”. 

 

Il Nordsjælland è una macchina perfetta. La dimostrazione che il calcio non è solo questione di soldi. Prossimo step: provare a portare a casa il campionato dopo undici anni dall’ultima volta. Ma senza troppe pressioni. Perché da quelle parti la prima regola è essere pazienti.



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