Il soprannome ‘Gatto’ è diventato ‘The hero’ quando in una gara di EFL Cup parò tre rigori consentendo al Leeds di passare il turno. Era il 2016 e Marco Silvestri viveva ancora in Inghilterra prima di passare all’Hellas Verona l’anno successivo. Da quel momento ne è diventato un punto fermo, imprescindibile.
Per conferma chiedere alla Lazio, fermata sullo 0-0 all’Olimpico dalle parate del portiere classe 1991, nato a Castelnovo ne' Monti e diventato ‘The wall’ al Leeds, quando il presidente Cellino decise di portarlo con sé dopo l’esperienza al Cagliari. “Gli inglesi pensavano fossimo i 'figliocci' del presidente. Non è stato semplice”, ricordava Marco.
L’Inghilterra gli ha dato tanto, lì è nata sua figlia, lì ha vissuto una serata da eroe contro il Norwich. Ma i ricordi più belli li ha sempre riservati all’Italia: “Hellas Verona-Padova, mi ricordo è stata una partita in cui ho fatto molto bene e poi l'esordio in A col Cagliari". Il cassetto dei ricordi però è in continuo aggiornamento.
Di sicuro ci finirà anche la partita con la Lazio, la sua partita. Perché se i biancocelesti hanno chiuso la gara con zero gol all’attivo il merito è stato soprattutto suo. Prima su Immobile, poi due volte su Luis Alberto. Ciuffo biondo e mani sicure, così Marco Silvestri ha fermato l’ondata biancoceleste diretta verso la vetta.
Nel tempo libero si diverte con i videogiochi ed è appassionato di tecnologia. Passa molto tempo in famiglia, con la figlia e la sua Sofia, conosciuta per caso su Facebook e con cui è scoccato il colpo di fulmine al primo appuntamento. Ora si gode l’ennesima serata felice di una stagione da ricordare: “Io ho fatto qualche intervento ma abbiamo lavorato benissimo di reparto”, ha detto al termine della partita. Lo chiamavano Gatto per il suo cognome e i suoi riflessi, ora è tornato Hero, anche se Leeds è lontana.