Contrariato per la fuga di notizie sulla lettera inviata ai presidenti, pronto a ridiscutere quanto emerso dal Consiglio Direttivo del 18 aprile, attento al capitolo medico e a quello economico, due fattori fondamentali per valutare la voce "ritorno in campo" vista l'epidemia. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, torna su quanto accaduto nel weekend, con la diffusione di una lettera inviata ai presidenti dei 60 club di C in cui si diffondevano le idee del Consiglio su sospensione definitiva del campionato, individuazione della quarta promossa in B attraverso sorteggio tra le 27 squadre aventi diritto alla disputa dei playoff e stop alle retrocessioni in D.
Ghirelli: "Si abbandoni la strada dei fallimenti di questi anni"
"Sono incavolato nero con chi ha mandato in giro la lettera e ha spostato il terreno del confronto. Ho scritto a tutte le leghe e ai componenti, chiedendo scusa per il fatto che questo documento è emerso e si è deviato il fulcro del discorso. Il nostro è un percorso corretto istituzionalmente - afferma ai microfoni di gianlucadimarzio.com - quella lettera era un'informativa per i presidenti, che sono gli unici chiamati a discutere il 4 di maggio, in modo tale da portare le problematiche in Consiglio Federale".
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MANO TESA ALLA LEGA D, RICHIESTA DI LEADERSHIP ALLA A
Ora i fari sono puntati sulla data del 4 maggio, quella dell'Assemblea che precede il Consiglio Federale: "Quell'Odg sarà approvato, modificato, integrato: solo in quella data si possono prendere decisioni. Io lì commetto un errore: intanto il Consiglio Direttivo si è svolto sabato e ultimati gli aspetti burocratici siamo arrivati al pomeriggio. Il mio compito a quel punto è chiamare Dal Pino, Sibilia, Balata, l'Aic. Non l'ho fatto di sabato pomeriggio, pensando di farlo al lunedì mattina. Non penso che lo scienziato sia così malefico da far innescare una lettera privata in giro". Con tanto di replica ufficiale di Lega B e LND: "Può mai pensare Ghirelli di decidere da solo? So perfettamente che occorre passare per il Consiglio Federale. Può mai Ghirelli prendere una decisione contro la Lega Nazionale Dilettanti? Ma scusate tanto, noi siamo talmente scassati e abbastanza poveracci che non ce la prendiamo con quelli che stanno peggio di noi. L'unica cosa che posso vedere nella LND è la necessità di fare sistema, altrimenti facciamo la fine dei quattro capponi di Renzo dei Promessi Sposi". Con un pensiero anche per la Lega B: "La B poteva averci un minimo di retropensiero sulla nostra azione, magari pensando che siccome due anni fa (passaggio dal format a 22 a quello a 20 squadre, ndr) era mancato spirito di squadra da parte loro gli volessi rendere il favore. Quella cosa lì l'ho dimenticata, siamo in un periodo in cui siamo in tempesta e si deve fare sistema". La soluzione, secondo Ghirelli, è ragionare come un corpo unico: "Mettiamola così: la Serie A ha un modo per fare leadership oggi e un sistema ci sarebbe. Copi Bundesliga e Premier League che hanno dato un contributo di solidarietà ai campionati sottostanti. Così si diventa veramente leader, in un momento in cui il calcio italiano ha bisogno di leader".
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SOSPENSIONE DEFINITIVA DEL CAMPIONATO? LE RAGIONI
"L'Assemblea di Lega definisce l'atteggiamento, anche se io non dimentico l'Assemblea del 3 aprile. Che problema abbiamo? Se uno mi chiede quando vuoi iniziare, io fino all'altro ieri rispondevo domani. Dall'altro ieri rispondo ieri. Rientrare in campo vorrebbe dire che il Paese sta meglio e che tutti siamo usciti da casa, che qualcuno può trovare un minimo di respiro attraverso il calcio. C'è un problema come presidente. Quando si inizia? Quando ci sono le condizioni per iniziare. Chi lo decide? Due in particolare: quel convitato di pietra che è il virus, poi le autorità mediche e scientifiche. Qui interviene il protocollo sanitario. Oggi chi vuol giocare al calcio deve applicarlo. Io come presidente di lega devo dire che è giusto, ma che al tempo stesso crea un sacco di problemi difficilmente risolvibili nel breve-medio periodo". Per ragioni di tasca e logistica: "Non abbiamo strutture mediche adeguate, centri sportivi adeguati, risorse finanziarie tali da creare strutture alternative. C'è il rischio concreto di una moria di club. Noi abbiamo chiuso il 21 febbraio con Piacenza-Sambenedettese e abbiamo proseguito con tanti club del nord e del centro. Da due mesi questi club non ricevono soldi dal botteghino. Giocare a porte chiuse aggrava una situazione già molto delicata".
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LA C E LA SUA SPECIFICITA': VERSO UNA RIFORMA
"Non abbiamo un'Italia, abbiamo più Italie" è il pensiero di Ghirelli su un Paese sconvolto dal coronavirus. "Abbiamo combattuto contro questo mostro per una lunga fase a mani nude e poi con la baionetta. Ci ha massacrato. Fino al vaccino non abbiamo certezza di immunizzazione. Dovremmo avere almeno i farmaci per isolare chi verrà infettato da un eventuale protagonista di una partita di calcio, dal magazziniere al calciatore. Non possiamo mettere a rischio il calcio di essere causa di un nuovo focolaio. La C ha una sua specificità rispetto a B e A". Tasche meno gonfie e numero molto più elevato di club: "Noi abbiamo sempre avuto la capacità di collegarci con tutti gli strati della popolazione ma è dura. Già gli stadi sono vuoti, se ci mettiamo a litigare ora nel mezzo del dramma perdiamo ogni forma di credibilità". Quella minata dalle tante squadre scomparse negli scorsi anni per ragioni economiche: "Abbiamo già detto che il 4 di maggio metteremo insieme un piano strategico che ponga la crisi come opportunità. Non ci sono un prima e un dopo, un'emergenza e un rilancio. Dobbiamo fare un'operazione di discontinuità rispetto alla Lega dei fallimenti del passato e quindi introdurre un taglio dei costi ed essere la lega dei giovani. Dobbiamo definire identità territoriale e di prodotto. Quando chiediamo al Governo cassa integrazione, fondo salva-calcio e aiuti. Altrimenti perderemo per strada tanti, troppi club". In discussione non ci sono invece le promozioni in C delle nove prime classificate della Serie D: "Mai danneggeremo chi è sotto di noi, mai intaccheremo questo diritto. Questo non si discute. Sarebbe una sciocchezza, non ne abbiamo nemmeno competenza".
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PROMOZIONI, RICORSI E FINAL EIGHT
Il tema che più di tutti ha fatto discutere è quello del sorteggio legato alla quarta promossa in B, da sommare alle tre prime nei rispettivi gironi al momento dello stop forzato del campionato: "C'è talmente tanta precarietà nella situazione, che dico questo: a me non piace sentire urlare - spiega Ghirelli - ci sono due squadre che hanno fatto ricorso e le rispettiamo. Stiamo verificando se c'è una fondatezza giuridico-legale, ovvero se c'è un ancoraggio per il discorso sorteggio. Se questo non c'è, occorre trovare un'altra soluzione. Partendo da un concetto: noi dobbiamo avere la contezza di sapere in una situazione di questo genere così complicata che non ci sarà mai una soluzione in grado di accontentare tutti. L'unico sistema per accontentare tutti è quello di concludere il campionato, ma questo è davvero molto difficile". E allora, la soluzione può essere una Final Eight per la promozione concentrata in uno stadio o la presenza di mini-gironi divisi per area geografica, in modo da circoscrivere il raggio di azione dei club che hanno diritto a disputare i playoff: "Da un lato le risponderei che è una bella idea, perché si conclude in campo e lima il numero di contenziosi. Dall'altro dovremo vedere le difficoltà che avremo, se insormontabili. Sarebbe una bella idea anche per testare il protocollo sanitario. Lo rimetto però all'assemblea dei presidenti. Noi dobbiamo sapere che il 4 serve mettere una soluzione sul tavolo, altrimenti decide il Consiglio Federale per noi".