Josè Machìn ha la voce sicura di chi nonostante i suoi 25 anni ne ha già viste tante, ma soprattutto è consapevole che col suo (splendido) gol, decisivo per la vittoria di domenica contro il Como, ha avvicinato il suo Monza all'obiettivo. I lombardi hanno 21 punti, e occupano l'ottava posizione, ma a soli 6 punti dal Brescia capolista, e 5 dal secondo posto del Pisa, che significherebbe promozione diretta. "Ma adesso, dopo 6 partite di fila senza sconfitte, dobbiamo solo pensare a fare più punti possibili e concludere il girone d'andata nella posizione migliore di classifica", racconta in esclusiva a gianlucadimarzio.com.
"Il gol? Tutto istinto"
Domenica, al minuto 88', Machìn ha inventato uno dei gol più belli della sua carriera: palla ricevuta poco oltre il centrocampo, finta, tiro potentissimo all'incrocio che si spegne alle spalle del portiere avversario Facchin, incolpevole. Inevitabile cominciare proprio dalla rete del 3-2 che ha rimesso in piedi una partita che si stava mettendo male, dopo che il Como era risalito dal 2-0 al 2-2. "Io ci ho provato, è stato un gol d'istinto: ho visto che c'era dello spazio a disposizione e ... poi sapete com'è andata". Non è la prima volta che il suo Monza si fa rimontare da una situazione di vantaggio: era successo prima della sosta a Crotone, ma anche lo scorso anno, con il 2-2 casalingo contro il Cosenza come esempio lampante. "Ma non abbiamo un problema di "braccino"", sostiene Machìn; "solo ci sono degli avversari che mettono in campo i loro valori. Anche se, ovviamente, sarebbe meglio chiudere le partite: spero che il mio gol sia un messaggio per tutta la squadra, in questo senso."
"Ad Ascoli partita molto difficile"
Il Monza è atteso da un match difficile il prossimo sabato, ad Ascoli. "In Serie B non esistono partite facili, e quella contro l'Ascoli sarà particolarmente ostica. Si tratta di una squadra molto forte, che dal centrocampo in su ha giocatori come Bidaoui e Dionisi che con una sola giocata possono cambiare le partite". Per Machin questa è la seconda parentesi monzese, dopo quella del 2020: "Le cose stanno andando meglio per me in questa seconda esperienza, ma non per il cambio di allenatore: semplicemente sono maturato, noi tutti vogliamo giocare ma dobbiamo anche capire come comportarci quando questo non succede: io mi sono adattato e sono cresciuto".
"Spero di trovare continuità"
La carriera di Machìn fino a questo momento è stata costellata di continui cambi di maglia. "Sono soddisfatto di quanto fatto fino a questo momento, anche se spero in futuro di non dover cambiare squadra ogni 6 mesi, come mi è capitato spesso: aiuterebbe me a trovare equilibrio e cambierebbe lo sguardo della gente su di me, dall'esterno". La famiglia di José si è trasferita quando lui era piccolo, dalla Guinea Equatoriale alla Spagna, precisamente a Tarragona, dove lui ha mosso i primi passi. Poi, a 7 anni, la chamata del Barcellona, dove sarebbe rimasto fino ai 12: "Credo che il Barcellona sia il posto migliore dove imparare a giocare a calcio, l'ho vissuto sulla mia pelle". Tra l'altro, nel periodo in Spagna José ha avuto occasione di guardare da vicino alcuni di quelli che sarebbero diventati i suoi modelli: "Ho visto giocare Zidane, Riquelme, Xavi e Iniesta, degli idoli. Ma oggi mi ispiro anche a De Bruyne".
Infine, un pensiero alla Coppa d'Africa, che si svolgerà in gennaio e in cui la sua Guinea Equatoriale se la vedrà con l'Algeria di Bennacer e la Costa d'Avorio di Kessié: "Sarà difficile, ma vogliamo battere queste grandi squadre, fatte di giocatori così forti. Nel calcio non si sa mai." A Machin non interessano le polemiche sulla collocazione della competizione continentale nel calendario, ma "sarebbe stato meglio, come successo con l'ultima edizione, disputarla in estate, ma il Covid ha sconvolto i programmi".
Ma, in attesa di partire per la Coppa, per ora è focalizzato sul Monza, dove "la società non ci fa mancare mai nulla, mettendoci nelle condizioni ideali per rendere al meglio. Sono ambiziosi, ma lo siamo anche noi giocatori, e la pressione dei favoriti non ci pesa, per niente". José Machìn ha la sicurezza di chi di strada ne ha già fatta tanta, ma sa che il meglio deve ancora venire.