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Data: 13/12/2019 -

“Sindaco” Sansovini, da Zeman alla D: “A quasi 40 anni segno e mi diverto”

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L'ex attaccante del Pescara di Immobile, Insigne e Verratti - oggi alla Virtus Notaresco - si racconta in esclusiva: "Smettere? Mai! Finché c'è la passione continuo"
L'ex attaccante del Pescara di Immobile, Insigne e Verratti - oggi alla Virtus Notaresco - si racconta in esclusiva: "Smettere? Mai! Finché c'è la passione continuo"

Primo cittadino senza elezioni, ma con un plebiscito popolare. Una campagna elettorale fondata sui gol al posto dei manifesti. Marco Sansovini, a Pescara, sarebbe diventato sindaco a pieni voti, unendo il ricco e il proletario, il medico e il pescatore. E’ il 2008, tempo di elezioni. Un quotidiano locale indice un sondaggio per capire le preferenze dei pescaresi, e in graduatoria c’è anche Marco. I tifosi scelgono di farsi rappresentare dall’attaccante biancazzurro, autore di 16 reti quell’anno.

L’affetto che mi ha dimostrato Pescara è impagabile”, racconta Sansovini a gianlucadimarzio.com . “Non lo scambierei neanche per l’esordio in A! Sono contento della mia carriera. Non aver mai giocato in A resta un piccolo rimpianto, ma se mi chiedessero di fare a cambio con l’amore dei pescaresi direi di no”. 

SEMPRE IN GOL

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Una fedeltà eterna, mai scalfita, soprattutto con i rivali del Chieti: “C’è stata un proposta in estate, ma ho detto di no. Ho troppo rispetto per Pescara per poter accettare la squadra rivale”. Oggi Sansovini gioca in Serie D con la Virtus San Nicolò Notaresco, squadra abruzzese. Ha segnato 9 reti ed è in testa alla classifica di Serie D con 40 punti. Viaggia verso l'ennesima promozione. 

Due ginocchia che hanno fatto crack troppo presto. Un destro-sinistro micidiale che avrebbe messo al tappeto anche Anthony Joshua, campione mondiale dei pesi massimi. A 20 anni non era ancora pronto per gettare l’asciugamano al centro del ring. Così Sansovini è ripartito lontano da Roma, la città in cui è nato 39 anni fa (a giugno saranno 40).

370 km più nord, a Viareggio. 67 partite e 13 gol nei suoi due anni bianconeri. Il resto della carriera è un su e giù per la Penisola. Un sali-scendi simile ai gradoni di Zeman, l'allenatore che da centravanti spostò Sansovini esterno destro, senza intaccarne la fase realizzativa.

PESCARA, CASA

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In Abruzzo trova il suo nido, a Pescara la sua città, vissuta in tre mandati, ognuno da gestire in modo diverso. Il primo nel 2007/08. “La prima volta che arrivai la società non esisteva, era tutto allo sbando, c’era solo la squadra, qualche dirigente e i magazzinieri. Allo stadio venivano in pochi. Poi, durante la stagione, facemmo bene e richiamammo tanta attenzione. Fu un orgoglio". 

"Le esperienze successive furono diverse, perché eravamo la squadra che doveva vincere il campionato. Facemmo una buona stagione in Serie B con Di Francesco e quella successiva, nel 2012, ci fu la storica promozione. La città ci amava. Si parlava addirittura di 100.000 persona a festeggiare per le strade di Pescara. Una cosa meravigliosa, irripetibile” 

Capitano di Immobile, Verratti e Insigne. Loro, ora, trascinano l’Italia a Euro 2020, lui sogna la Serie C la sua Virtus Notaresco. Gli allievi che superano il maestro, una storia comune ma incredibilmente vera. A Ciro non servivano consigli. Era già maturo per la sua età. Verratti? Non vederlo in Serie A, per noi, è una perdita enorme. Lo possiamo ammirare solo in Nazionale, dove fa comunque ottime cose. Io credo che sarà per altri anni uno dei leader principali del nostro calcio”. E Insigne? “Sta attraversando un momento delicato". 

IL DRAMMA

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Un’annata spettacolare, anche se non sono mancati momenti di difficoltà a livello psicologico. La voce cambia, lo capiamo da come pesa le parole. Sansovini si ferma, poi riprende: Ricordo la morte in campo di Morosini durante Pescara-Livorno. Viverla fu inspiegabile, restammo traumatizzati. Poi a marzo ci fu la scomparsa dell’allenatore dei portieri, Franco Mancini. Una persona eccezionale, un professionista. Quando viene a mancare un uomo così è davvero devastante”

Sansovini riparte e va ancora in giro. Cremonese, Teramo, Fermana. Fino a Notaresco, ancora in Abruzzo: “Qui ho trovato un ambiente sano. È un gruppo che mi ha accolto nel migliore dei modi, sono davvero contento quando mi alzo la mattina e vado ad allenarmi”. Anche a 39 anni: “E’ questo il mio segreto. Sto bene con i compagni e segno, non chiedo altro”. 

Idee chiare anche per la sua avventura una volta terminata la carriera: “Sarebbe bello diventare un alleantore”. Il patentino da mister già lo possiede, il futuro sarà in panchina. Per la fascia da sindaco, invece, c’è ancora tempo. 

di Valerio Di Fonso

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