La stagione non è terminata al meglio per Nicolò Rovella, promettente centrocampista che ha visto scendere in Serie B il suo Genoa e che, adesso, raggiungerà la squadra che detiene il suo cartellino, la Juventus. Sulle pagine di Sportweek ha raccontato parte del suo passato, svelato un po' di sé e parlato del suo futuro in bianconero.
"Sono nato a Segrate al San Raffaele, ma sono cresciuto vicino a San Siro - ha esordito il 20enne. Giocavo sempre nel parchetto sotto casa, da dove si vedeva lo stadio. Guardavo e sognavo. Mia mamma non mi sopportava: non volevo mai tornare a casa e rientravo tutto sporco. A scuola un disastro, una fatica... UItimissimo banco e poca voglia. Ma il diploma l'ho preso".
Nonostante guardasse San Siro durante le partitelle, però, Rovella ha sempre tifato: "Genoa, perché mio nonno Nicolò è di Genova, siamo sempre andati lì in vacanza, avevamo una casa vicino Rapallo. Mio nonno è tifosissimo del Genoa. E lo sono diventato anche io".
Rovella dal Genoa alla Juventus (per restarci)
Una stagione difficile quella di Rovella, condizionata dagli infortuni, ma in primis una stgione complicata per il Genoa: "Abbiamo avuto un sacco di difficoltà, è andata male e anche quando sembrava che stessimo recuperando è sempre capitato quell'episodio a sfavore che non arriva mai a caso. Vuol dire che non abbiamo lavorato bene, in primis noi giocatori". Adesso lo attende la Juve, dove comincerà la nuova stagione, senza dimenticare ciò che è stato in questi anni. "Mi mancherà il campo sportivo, il mare, i tifosi incredibili".
"In questo momento non sono completamente felice per quel che è successo al Genoa. Un po' di ansia è normale, ma sono più gasato. Mi sento pronto e spero di rivelarmi all'altezza perché la Juve è un club di primo livello in Europa. Giocare con Vlahovic, Cuadrado, Chiesa, Locatelli? Io volevo giocare con uno che va via, Dybala. Mi è dispiaciuto tanto, E con Chiellini anche. Ma alla Juve ci sono un sacco di campioni".
L'identikit del centrocampista perfetto
Vari sono stati gli idoli di Rovella, cresciuto seguendo due top della Serie A di qualche anno fa: "Sneijder e Marchisio, ero fissato con loro. Li guardavo alla tele e provavo a imitarli: quante punizioni contro il muro del garage... Sentono ancora il casino che facevamo. Idolo da grande? Modric senza dubbio. È inarrivabile: è istinto, qualità, personalità, tutto".
Chiude, poi, realizzando l'identikit del centrocampista perfetto, colui che vorrebbe diventare rubando una caratteristica a cinque giocatori differenti: "Ruberei a Marchisio l'inserimento, a Sneijder le punizioni, a Modric ruberei tutto ma prima di tutto i passaggi d'esterno, gli assist, la finalizzazione. A Kroos la posizione in campo, a Thiago Motta l'intelligenza tattica".